Più debiti per le famiglie italiane
Intervista all’avvocato Monica Pagano

Monica Pagano

Più debiti per le famiglie italiane. Il Coronavirus ha aggravato una situazione già compromessa ma i mezzi per uscirne ci sono. Serve un’educazione finanziaria per tutti, affidarsi a persone qualificate in materia di ristrutturazione del debito e una maggiore consapevolezza in merito alla legge salva suicidi. Intervista all’avvocato Monica Pagano, fondatrice dello Studio Pagano & Partners.

Com'è la situazione debiti nelle famiglie italiane, soprattutto in epoca Covid?

Purtroppo, com’è noto, il Covid ha aggravato situazioni già altamente compromesse dal punto vista economico. Milioni di famiglie, già in epoca pre-pandemica, non riuscivano a far fronte a tutti i debiti contratti. Poi i vari lockdown, la perdita del posto di lavoro, la lenta ripresa non hanno fatto altro che peggiorare esponenzialmente il debito delle famiglie italiane e, di rimando, l’intero panorama socioeconomico.

Con la ripresa economica, le persone potranno ripagare i debiti contratti, magari per far fronte all'emergenza?

Sicuramente vi sono moltissime famiglie che, con l’avvenuta ripresa economica, riusciranno a far fronte ai debiti contratti. Va, però, detto che non si tratterà della totalità. È fondamentale ricordare che a causa del Covid-19, 1.2 milioni di persone hanno perso il lavoro, il che si traduce, chiaramente, in maggiori difficoltà di sostentamento, soprattutto se a monte vi erano già dei debiti. Per chi si trovasse in questa complicata situazione, il mio consiglio, come sempre, è quello di rivolgersi a dei professionisti in materia di ristrutturazione del debito, persone qualificate in grado di indirizzare il debitore verso le soluzioni più adatte.

Cosa lo Stato dovrebbe fare per permettere alle persone, al di là degli sporadici aiuti che mette in campo, di risollevarsi e magari di migliorare le competenze per poter gestire le spese in modo più adeguato?

Vi sono tantissime soluzioni attuabili che potrebbero aiutare la gestione economica degli italiani. Ad esempio, ritengo sia fondamentale un’educazione finanziaria a tutti i livelli, scolastici e non. Si dovrebbero istituire dei corsi con programmi specifici che rendano chiaro che se ho 1000, non posso spendere 1001. Sembreranno concetti banali, ma è esattamente così che si accumulano i debiti. Le persone si indebitano fortemente per i motivi più vari: c’è chi lo fa per comprare una macchina nuova, chi per ristrutturare la propria casa, chi per essere sempre al passo coi tempi e avere sempre l’ultimo modello di cellulare. I pagamenti rateali, sotto questo punto di vista, hanno agevolato una visione ottimistica della realtà. Molte persone pensano "Cosa saranno mai 50 euro; al mese?”, ma se a questo si sommano altri dieci pagamenti mensili di simile entità, la cifra diventa decisamente consistente. Non si dovrebbe incitare la gente ad indebitarsi, ma invogliando le persone ad acquistare tramite pagamenti diluiti nel tempo, si tende a creare un meccanismo che, se non sapientemente gestito, porta all’indebitamento e al sovraindebitamento. Lo Stato, dal proprio canto, dovrebbe intervenire meglio e non permettere la cosiddetta concessione abusiva del credito, ossia il rinnovo o la proroga di finanziamenti a coloro che vivono situazioni economiche piuttosto preoccupanti.

Quante sono le famiglie con la prima casa all'asta?

Fornire numeri esatti, in questo campo, è sempre piuttosto complicato. Posso dirle che nel primo trimestre del 2021 le aste immobiliari sono state 44.720, un numero che va considerato nell’ottica di un anno precedente (il 2020) in cui le esecuzioni immobiliari sono state bloccate. Pertanto il numero che si attende è di gran lunga superiore a quello che le ho fornito. Sono numeri spaventosi che dovrebbero far riflettere e che dovrebbero incitare le persone che si trovano in situazioni economiche critiche a cercare soluzioni affidabili ed efficaci per uscire dal tunnel dei debiti.

Quali tipologie di persone sono soprattutto ad avere debiti?

I debiti sono una “patologia” che non fa discriminazioni di alcun genere e colpisce tutti indistintamente. Però, nel corso degli anni ho notato che tra le categorie più colpite c’è quella dei liberi professionisti, che rientrano a pieno titolo nella categoria degli imprenditori. Il problema maggiore che si presenta in tali situazioni è legato, principalmente, alla mancata cultura finanziaria. Aprire una partita Iva comporta ovviamente delle responsabilità economiche da non sottovalutare: è necessario essere coscienti del fatto che avere una libera professione implica dover versare in autonomia delle imposte statali che non verranno decurtate in alcun modo dal pagamento per la prestazione fornita. Potrebbe sembrare ovvia come affermazione, ma purtroppo esiste ancora una fetta di popolazione che non possiede tali conoscenze finanziarie basilari ed è grave. Conoscere le dinamiche del mercato è la prima vera forma di prevenzione dai debiti.

Cosa può causare il fenomeno per il quale le persone si indebitano pur non avendo la copertura finanziaria per estinguere il debito?

Le dinamiche che sono alla base dell’indebitamento sono varie, non tutti si indebitano per le medesime ragioni. Nel corso della mia carriera ho avuto modo di interfacciarmi con tantissime realtà e posso affermare che la maggioranza delle persone sovra indebitate è rappresentata comunque da persone che hanno accumulato debiti a causa della perdita del lavoro o per malattie invalidanti, altre si sono indebitate a seguito di separazioni complicate o per attività imprenditoriali finite male. Nel mare magnum dei sovra indebitati vi sono certamente anche coloro che pur avere la maglietta firmata o il nuovo modello di cellulare rateizzano pagamenti che non potrebbero effettuare. Si tratta di un panorama socioeconomico estremamente vario.

Che ruolo hanno i media?

Fondamentale, oserei dire. In un mondo come il nostro, in cui siamo costantemente bombardati da pubblicità e “modelli di vita” che ci mostrano come dovremmo essere e cosa dovremmo comprare, incappare nell’errore di fare di tutto pur di essere uguali è estremamente facile. Abbandonarsi all’idea che tutto ciò che ci viene proposto faccia al caso nostro è quantomeno deleterio, sia a livello personale che a livello economico. È la fin troppo banale conseguenza di una comunicazione mediatica fondata sul principio “Fa’ ciò che faccio io e sarai come me”. E non si tratta, peraltro, di un fenomeno circoscritto che colpisce solo i più giovani, ma di un modus operandi decisamente generalizzato che comprende tutta la popolazione.

Come vede le regole per ottenere un mutuo e un prestito e soprattutto che impatto hanno?

La facilità con cui vengono concessi prestiti è, indubbiamente, una sorta di specchietto per le allodole. Tendenzialmente una Banca o una finanziaria erogano mutui e prestiti con maggiore facilità quando la persona che sta richiedendo tale prestazione ha un contratto di lavoro a tempo indeterminato o quando ricopre un posto statale; eppure l’ente che eroga il servizio dovrebbe sempre prima accertarsi che il cliente sia effettivamente in grado di sanare il proprio debito e che questo non abbia alle spalle altri insoluti. Esistono delle politiche alla base di alcune pratiche economiche che inducono a credere che sia tutto possibile e semplice, però non andrebbe mai persa la lucidità in alcune situazioni. Essere consapevoli della propria situazione finanziaria dovrebbe essere il punto di partenza e non il punto di arrivo. Se si ha piena consapevolezza dei propri debiti, si è anche in grado di non eccedere con i prestiti. La scelta del singolo, come sempre, è fondamentale.

Come vede la legge salva suicidi e qual è il suo impatto?

La Legge 3/2012 è uno strumento valido ed efficace per riuscire a tornare a vivere senza debiti e fin dalla sua applicazione ha aiutato migliaia di famiglie italiane a “rinascere”. Uso spesso questo termine perché a parer mio rappresenta davvero ciò che accade ad una persona sovra indebitata quando riesce a liberarsi dal peso dei debiti una volta per tutte. La forza di questo strumento è la sua applicabilità: vi sono determinati requisiti da rispettare, ma in un minimo di quattro anni si torna a vivere sereni e a potersi permettere una vita tranquilla. Posso dirle che la soddisfazione più grande al termine della procedura, per me, è leggere negli occhi dei miei clienti la gioia di chi ha attraversato l’inferno, ma ora vede la luce. La Legge Salva suicidi purtroppo, però, non è ancora molto conosciuta ed è una falla culturale gravissima. Ancora oggi mi ritrovo a dover spiegare la sua importanza a clienti che non credono alle loro orecchie quando spiego come funziona la procedura. Vorrei che chiunque ne fosse al corrente perché sapesse che laddove ne avesse bisogno, esiste un “paracadute legale” adatto a salvare vite.


Intervista a cura di Alice Fracassi e Sara Riboldi

Condividi questo articolo su:

Sommario: