Turbigo - Test sierologici in paese? Botta e risposta tra sindaco e PD in merito alla proposta presentata all'Amministrazione del Partito Democratico di Turbigo di effettuare test sierologici in paese con il supporto di un laboratorio privato, assumendosi i costi per alcune categorie di persone più esposti al rischio contagio o con un basso reddito. Simone Meazza: "Secondo rifiuto. Risposta burocratica che sa tanto di politichese". Il sindaco: "Mai rifiutato i test sierologici, ma ho chiesto che ci sia un coordinamento sovracomunale".
L'istanza è stata depositata il 25 maggio da Simone Meazza, segretario del Partito Democratico – Circolo 'Moro Berlinguer' di Turbigo e Nosate. La prima parte dell'istanza ripercorre le tappe in merito alla possibilità di effettuare test sierologici: il 15 aprile 2020 Meazza chiede al Comune di "attivarsi, con le più efficaci e opportune modalità, per permettere, promuovere e facilitare, presso la cittadinanza, l’effettuazione di test sierologici anticorporali riguardanti il virus COVID-19 da parte di laboratori privati”. A seguito di questa richiesta, l'Amministrazione replica di voler attendere le indicazioni da parte della Regione Lombardia in merito a fattibilità e obiettivi rispetto ai test sierologici. Successivamente, Regione Lombardia approva l'esecuzione dei test sierologici da parte di laboratori privati, test che possono essere richiesti dai cittadini ma non a carico del servizio sanitario regionale. A livello nazionale, invece, il Ministero della Salute, in collaborazione con Croce Rossa Italiana da il via a un'indagine di sieroprevalenza che coinvolge 150.000 persone, residenti in duemila Comuni, "selezionate da ISTAT quale campione rappresentativo dell’intera popolazione italiana", si legge sul portale del Ministero.
L'istanza presentata dal PD locale è chiara: "L’effettuazione di tali test risulta sempre più necessaria (soprattutto ora che è iniziata la cosiddetta 'fase 2' dell’emergenza sanitaria e che, tuttavia, i numeri dei nuovi contagi giornalieri si mantengono consistenti) per anticipare la diagnosi dei soggetti portatori del Coronavirus o già infetti e per facilitarne l’isolamento domiciliare, prevedendo così gli sviluppi futuri della pandemia e, in particolare, rappresenta uno strumento fondamentale a tutela dei soggetti più fragili o esposti al rischio contagio (quali, a titolo esemplificativo: operatori sanitari del territorio, lavoratori in RSA, cittadini conviventi o venuti a contatto con soggetti positivi, membri di associazioni di volontariato, operatori di pubblica sicurezza, personale di banche, poste, supermercati o attività commerciali, dipendenti comunali a contatto con il pubblico)". A fronte di queste considerazioni, viene chiesto all'Amministrazione: "Che, previa valutazione dei requisiti richiesti dalla normativa regionale, venga contattato il più qualificato e appropriato (sia in termini di qualità del servizio offerto sia in termini di convenienza economica) laboratorio privato che svolga 'a domicilio' i test sierologici anticorporali riguardanti il virus COVID-19, mettendo, a tal fine, a disposizione un luogo idoneo, all’interno del territorio comunale, per l’effettuazione di tali test (ad esempio: palestra delle Scuole Elementari di Turbigo), in modo che i cittadini interessati a tale opportunità possano agevolmente usufruirne; che il costo dei test sierologici che saranno svolti a favore di alcune categorie di soggetti residenti o operanti a Turbigo e più esposti al rischio contagio (come, ad esempio, operatori sanitari del territorio, lavoratori di RSA, membri di associazioni di volontariato, operatori di pubblica sicurezza, personale di poste, supermercati o attività commerciali che offrono beni di prima necessità, dipendenti comunali a contatto con il pubblico) o a favore di cittadini che, secondo dichiarazione ISEE, presentino un reddito non superiore ad una soglia da fissarsi, sia interamente sostenuto dal Comune di Turbigo". Richieste precise, dunque. Effettuare test sierologici e farsi carico del costo dei test per alcune 'categorie' di soggetti.
La replica del sindaco di Turbigo - Christian Garavaglia - e dell'Amministrazione arriva nei giorni scorsi: "Il sindaco ha provveduto con una propria nota del 22 aprile 2020 a richiedere ad ATS dei tamponi da effettuarsi sui dipendenti comunali. Nota a cui attualmente non è pervenuta ancora risposta. Come è noto, il Ministero della Salute e Istat, con la collaborazione della Croce Rossa Italiana, a partire da lunedì 25 maggio hanno avviato un'indagine di sieroprevalenza dell'infezione da virus SARS- CoV-2 anche in assenza di sintomi. 'Il test -come si legge sul sito ministeriale - è rivolto a un campione di 150 mila persone residenti in duemila comuni'. Purtroppo non è possibile per i Comuni fare richiesta di rientrare tra i Comuni selezionati. (...) Come già espresso nella precedente nota, viene data indicazione di sospendere qualunque decisione locale al fine di non disallineare i territori e dare risposte univoche ai cittadini". In sostanza, stop a decisioni univoche legate al solo paese di Turbigo, che non coinvolgano gli altri paesi.
Duro il commento di del segretario del PD locale Simone Meazza: "Proprio nel giorno in cui i due terzi dei nuovi positivi in Lombardia vengono identificati grazie ai test sierologici, il sindaco di Turbigo rifiuta per la seconda volta di offrire la possibilità ai cittadini turbighesi di effettuare tali test con agevolazioni economiche per le categorie più fragili o a rischio, preferendo seguire ciecamente la linea fallimentare del Governatore Fontana e nascondendosi dietro a una risposta burocratica che sa tanto di politichese, invece di promuovere le forme migliori di tutela della salute dei suoi concittadini. Siamo grati delle mascherine e dei fiorellini, ma il paese reale ha bisogno di ben altro".
Non si fa attendere la replica del sindaco, Christian Garavaglia, che - da noi contattato - sottolinea: "Probabilmente il PD non ha capito una cosa: non ho mai rifiutato i test sierologici, ma ho chiesto che ci sia un coordinamento sovracomunale affinché questi test siano veramente utili. Le iniziative dei singoli comuni non servono per un’indagine utile alla cittadinanza. Non mi sembra difficile da capire. Lascio la propaganda politica al PD e continueremo a lavorare per iniziative di concreta utilità".
Sara Riboldi
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