Parola a commercianti e artigiani

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In questi giorni chi lavora vive le difficoltà di una situazione fuori dalla quotidianità. Orari differenti rispetto al solito, meno persone per la strada, meno gente che acquista, messe a porte chiuse. A pagarne le spese sono commercianti e ristoratori, per i quali il commercio è rallentato. Non per tutti. Alcuni ne risentono di più altri di meno, ma l'atmosfera che si respira non è quella cui si è abituati. Abbiamo chiesto qualche parere a commercianti e artigiani della zona.

Alcuni dei commercianti di Castano Primo: "Commercio rallentato"

Un commento arriva da alcuni commercianti di Castano Primo e dei paesi limitrofi. Quello che emerge è un commercio rallentato: "La situazione generale è che il commercio sia sicuramente rallentato. Alcuni di noi si aspettavano peggio, altri hanno dimezzato gli incassi. Nessuno di noi, ovviamente, auspica che la situazione continui per tanti motivi, ma come tutti del resto". Insomma la percezione è di una "macchina con il freno a mano tirato". Ricordiamo che dal 2 all'8 marzo in corso San Rocco sarà presente una mostra fotografica a cielo aperto, 'La via ni Rosa'. "Molte delle attività che si affacciano in corso San Rocco sono gestite da donne", raccontano le commercianti di corso San Rocco, a Castano Primo. "Il nostro sguardo sorridente verso il futuro che racconta, attraverso le foto di Stefano Jemma, la nostra storia di imprenditrici, di commercianti, che sanno affrontare con il sorriso anche momenti difficili come questo". Ci sembra che la mostra rappresenti una bella opportunità per riappropriarsi in modo graduale della quotidianità, non solo per Castano Primo ma per tutti coloro che hanno voglia di guardare avanti, anche in una situazione difficile.

La testimonianza di Sonia

Sonia, di Computer GT, ha un'attività di riparazioni e assistenza PC, Notebook, console e cellulari a Furato, frazione di Inveruno. Ha aperto la sua attività da meno di tre anni, dopo aver perso il lavoro a causa di una chiusura. Sonia non è rimasta a guardare e si è rimboccata le maniche. Lei e i membri della sua famiglia sono riusciti, non senza sacrifici, ad aprire la loro attività. La situazione determinata dal coronavirus per Sonia ha avuto conseguenze negative: "Ci troviamo di fronte già a cercare di sopravvivere, con la crisi che c'è da tempo. Da quando c'è in giro il coronavirus, sembrano tutti impazziti. Questa settimana ho guadagnato quasi nulla. Se prosegue così come pago le bollette? Chi mi paga le tasse e le bollette? Dietro l'attività c'è una famiglia". Sonia fa anche riferimento a un noto ristorante della zona: "Ieri ero lì per un caffè e c'erano solo due persone. Di solito è sempre pieno! Penso che i social stiano solo facendo psicosi. La gente ha speso soldi per fare la spesa, svuotando gli scaffali; con questo panico pensa ai beni di prima necessità, ha paura che chiuda tutto. Nemmeno a Natale succede di vedere gli scaffali vuoti e file mostruose alle casse".

L'estetista: "Io lavoro di più"

Di altro avviso è invece Sonia, estetista microdermopigmentista. Sonia lavora nella cabina estetica di varie farmacie del territorio. "Io personalmente sto lavorando ancora di più, forse perché chi è a casa dal lavoro riesce finalmente trovarsi il tempo per l'estetista. Forse le persone in farmacia si sentono al sicuro e quindi vengono di più, non saprei". Fatto sta che per Sonia non ci sono state conseguenze negative.

Il punto di vista di chi gestisce un'edicola

Non può mancare nel nostro viaggio la percezione di una persona che vede la realtà passare sotto i suoi occhi ogni giorno. Miriam gestisce l'edicola di Magnago e ogni giorno è testimone di quello che accade in paese. Ecco il suo racconto: "L'informazione sull'emergenza a mio avviso è stata gestita male, procurando allarme e paure ingiustificate in alcune persone, come si legge e si vede ovunque in questi giorni. Fortunatamente ultimamente questa psicosi si è ridimensionata, ma il danno è fatto e riprendere come sempre è faticoso. A livello commerciale è tutto tranquillo un po' ovunque (esclusi i centri commerciali). Sono cambiate le abitudini, la gente non va a messa, i bimbi non vanno a scuola e di conseguenza si creano orari differenti di uscita e d'incontro che condizionano il commercio locale. Per esempio, non si va al bar dopo messa e non si vedono i bimbi all'uscita della scuola. Speriamo venga tutto ridimensionato in breve tempo". E questo è l'augurio di tutti.


Sara Riboldi

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