Insegna la matematica con la musica.
La storia di Katia Gagliardi

Katia Gagliardi

Corbetta - Insegna la matematica con la musica. Questa è la storia di Katia Gagliardi, che utilizza chitarra e armonica per insegnare la matematica ai bambini della scuola primaria. Katia ha fatto della musica non solo un mezzo di didattica innovativa ma anche uno strumento di inclusione sociale. Infatti, oltre che a scuola, suona anche per gli anziani nelle case di ricovero. Le sue canzoni, 'Il sorriso dei bambini' e 'Passato e presente', arrivano dritte al cuore.

La matematica che canta

La passione di Katia sgorga da ogni sua parola: "La passione per la musica nasce quando ero ragazzina e ascoltavo mio padre suonare il pianoforte; quella dolce melodia mi ha catturato e così ho deciso di imparare a suonare la chitarra". Katia racconta la sua esperienza nelle classi prime: "L'anno scorso ho insegnato matematica in due classi prime. Ogni mattina accoglievo i miei alunni con la chitarra e l'armonica, creando un clima sereno e gioioso. I bambini hanno bisogno di imparare con il sorriso e divertendosi. Cosi ho cominciato a cantare i numeri, a cantare le addizioni e le sottrazioni. Una matematica che canta, che sorride, che danza". Un modo di studiare la matematica che sicuramente è innovativo e che permette ai bimbi di essere coinvolti in un progetto che oltre a far crescere le loro menti, fa crescere anche i loro cuori.

Una didattica innovativa e inclusiva

Del resto, l'attenzione alla specificità di ognuno e a far sentire tutti parte di un progetto comune dovrebbe essere una priorità per ogni insegnante. "Gli alunni hanno risposto a questa metodologia con molto entusiasmo - prosegue Katia - Si è creata un'orchestra; ogni alunno apprende più facilmente e memorizza in modo veloce i concetti che vengono presentati. Gli alunni cantano i numeri fino al cento, cantano le tabelline e i problemi, contano utilizzando il tamburo. Una didattica inclusiva che include tutti i bambini grazie alla musica che unisce e permette di esprimere emozioni e di sentirsi protagonisti. Sono orgogliosa della mi metodologia didattica, perché i bambini apprendono con il sorriso".

Fra i sorrisi di bimbi e anziani

E proprio il sorriso di bimbi ha portato alla nascita della canzone 'Il sorriso dei bambini". Spiega Katia: "I loro sorrisi mi hanno spinto a scrivere questa canzone. I bambini sono raggi di sole che riscaldano il nostro cuore, sono i colori della vita e vanno ascoltati e coccolati. Io e i miei 44 alunni che fanno parte del coro di questa canzone saranno sempre uniti a me e un domani, quando saranno adulti, sentiranno le loro voci". Katia suona anche per gli anziani nelle residenze per anziani. Proprio in una di queste è stato girato il video clip della dolce canzone 'Passato e presente', in cui ha prso pate anche la figlia Giulia."Ne sono uscita diversa, ricca e felice", racconta Katia. "Un'emozione indescrivibile. Così è nata la canzone dedicata agli anziani, scritta con il cuore per queste persone, pilastri della società. Ogni volta che entro sono felice, attraverso la musica, faccio sorridere gli anziani; e sapere che alla sera - quando chiudono gli occhi per addormentantarsi - pensano al pomeriggio musicale trascorso, mi rende felicissima. Una volta molti ospiti sulla sedia a rotelle hanno danzato spinti dalle infermiere. Le loro sedie a rotelle erano i loro piedi, le loro ali con le quali hanno volato tra una nota e l'altra".

Lasciarsi stupire dagli altri come da un tramonto

Insomma, Katia stupisce e si lascia stupire, comprendendo in pieno il pensiero di Carl R. Rogers nel suo 'Un modo di essere': "Uno dei sentimenti più gratificanti che io conosca - scrive Rogers - sorge dall'apprezzare un individuo nello stesso modo in cui si apprezza un tramonto. (...) La ragione per cui forse possiamo veramente apprezzare un tramonto è che non possiamo controllarlo. Quando osservo un tramonto, (...) ammiro con soggezione il suo dispiegarsi". Ecco che allora traspare il senso più autentico della vita: lasciarsi stupire dagli altri. E Katia questo messaggio sembra averlo fatto suo.


Sara Riboldi

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