Il gioco esperimento di Itard

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Fra gli ‘esperimenti’ possono anche rientrare quelli di psicologia sociale. Ce ne sono stati tanti, di cui parleremo. Vorrei però in questa sede collegarmi a un articolo scritto nella sezione dedicata alla scuola, in merito a Jean Itard, un giovane medico influenzato dal sensismo. Il gioco- esperimento è descritto nel testo ‘Il fanciullo selvaggio dell’Aveyron’ e riguarda appunto l’approccio di osservazione e il metodo di educazione sul ragazzino ritrovato nei boschi nel 1.800. Per conoscere questa storia rimando alla pagina in cui ne parlo. Qui però vorrei descrivere il gioco-esperimento di Itard.

La descrizione e i risultati

Itard ha fra gli altri l’obiettivo di sviluppare nel ragazzino nuovi bisogni, estendendo le sue idee. Per far questo, inizia a mostrargli dei giocattoli ma il ragazzino sembra non essere interessato ai giochi e, anzi, lo spazientiscono. Victor, questo il nome dato al ragazzo, nasconde i giochi o addirittura li distrugge. A quel punto Itard ha un’idea geniale: collega un gioco ai suoi bisogni nutritivi. Uno è ben descritto nel testo: “Disponevo dinanzi a lui, senza alcun ordine simmetrico, dei bicchierini d’argento capovolti, sotto uno dei quali nascondevo una castagna. Sicuro di aver attirato la sua attenzione, li sollevavo uno dopo l’altro, eccetto quello che nascondeva la castagna. Dopo avergli così mostrato che non contenevano niente, li ricollocavo nello stesso ordine e, con i gesti, lo invitavo a cercare a sua volta. Il primo bicchierino sul quale effettuava la sua ricerca era precisamente quello sotto il quale avevo posto la modesta ricompensa dovuta alla sua attenzione.  (…) Ma, a poco a poco, rendevo il gioco più complicato. Così dopo aver nascosto un’altra castagna con lo stesso procedimento, mutavo l’ordine di tutti i bicchierini, ma con molta lentezza, affinché in questa modificazione generale gli fosse difficile seguire con gli occhi e con l’attenzione quello che racchiudeva il prezioso premio. Facevo ancora di più: nascondevo castagne sotto due o tre bicchierini e la sua attenzione, benché divisa tra questi tre oggetti, non mancava di seguirne i rispettivi spostamenti, dirigendo quindi su di essi le prime ricerche”. Una volta attirata l’attenzione Itard prova a togliere le castagne -  e cioè cose commestibili che avevano a che fare con il suo bisogno primario di cibo – e a sostituirle con oggetti non commestibili “Il risultato era pressappoco identico; e l’esercizio veniva perciò a presentarsi come un semplice gioco di bussolotti, non privo di vantaggi per provocare l’attenzione, il giudizio e una capacità di attenzione dello sguardo”. Certo, non erano giochi tipici della sua età ma Itard riesce attraverso questo espediente a stimolare la sua attenzione, ottenendo risultati. A dimostrazione del fatto che con l’osservazione, la pazienza e la creatività si possono fare grandi cose.

Il fanciullo selvaggio dell’Aveyron

Sara Riboldi

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