Castano Primo - "Una moschea in ogni paese"

intercultura

Una moschea in ogni paese. Una proposta controcorrente per favorire l’integrazione e la buona convivenza. Da quello che abbiamo sentito parlando con la gente, molti intendono il ‘no’ alla moschea non solo come opposizione al progetto di ampliamento dello stabile di via Friuli, ma addirittura come l’assoluta opposizione alla costituzione di un luogo di preghiera o di riunione islamico, fosse anche in mezzo ai boschi. I motivi: l’Islam sarebbe incompatibile con i princìpi e i valori della nostra civiltà; inoltre ci sarebbe il pericolo che simili centri diventino luoghi di propaganda radicale o addirittura basi d’appoggio del terrorismo; infine richiamerebbero in città un gran numero di islamici da tutta la zona, creando problemi ai residenti.

La riflessione

Approfondiamo punto per punto. Riguardo al primo motivo diciamo che la maggior parte della gente pensa che la versione fondamentalista sia l’essenza stessa della religione islamica. Non si può, basandosi su una visione distorta e parziale, tentare di mettere al bando un’intera cultura, peraltro molto differenziata al suo interno, che in Italia è ormai diventata una presenza significativa. Molti ritengono che l’Islam sia assolutamente intollerante e legittimi la violenza contro gli ‘infedeli’, che andrebbero convertiti, assoggettati o addirittura ammazzati, quando è il caso. Se guardiamo alla realtà islamica in Italia e in altri Paesi, vediamo però che i centri islamici di ispirazione ‘fondamentalista’ che vedono la presenza di elementi estremisti non sono certo numerosi e - una volta individuati - vengono prontamente chiusi, anche espellendo dall’Italia certi fanatici. Si è visto che più che attraverso le moschee o le associazioni culturali l’Islam radicale e jihadista recluta generalmente i suoi adepti tramite Internet e tramite contatti che vengono nascosti alla dirigenza dei centri islamici ‘moderati’ presenti nelle varie città. Se però parlate con i musulmani che vivono tra noi vi renderete conto che la stragrande maggioranza di loro condanna decisamente il terrorismo e la violenza. Nessuno si azzarda ad approvarla, anche se qualche rara volta salta fuori qualcuno pronto a trovare scuse o parziali giustificazioni. Sono però presenze rarissime, che non esprimono certo il sentimento di una comunità. Comunque, al di fuori degli elementi più o meno fortemente radicalizzati che sono decisamente minoritari tra i musulmani residenti in Italia (a Castano sinora non ne abbiamo mai rilevato la presenza), il mondo islamico italiano è sostanzialmente ‘moderato’ e propenso al dialogo e all’integrazione.

Le domande

Vorremmo a questo punto rivolgere qualche domanda ai tanti concittadini animati da una più o meno forte avversione nei confronti dell’Islam: conoscete e frequentate i musulmani che abitano a Castano e in particolare quelli dell’Associazione Madni? Avete mai provato a parlare con loro? Sapete cosa fanno e come è costituita la loro famiglia? Siete mai stati a casa loro? Se doveste sforzarvi un pochino ad approfondire la conoscenza di questa realtà, il generico ‘islamico’ diventerebbe una persona con nome e cognome, di cui conoscereste le opinioni, gli interessi, i modi di vita. Solo così si può uscire dal pregiudizio e forse capirete che non sono sempre tanto diversi da noi e che soprattutto non costituiscono affatto un ‘pericolo’.

Tra feste e preghiera

Un altro motivo di contrarietà alla moschea è dovuto al timore che un centro di aggregazione islamica attiri in città un numero incontrollabile di persone, con grave disturbo per la tranquillità dei residenti. Tenete presente una cosa: in occasione della preghiera serale tenutasi in oratorio nel mese di Ramadan non c’è stato nessun raduno di massa. Già l’anno scorso c’era chi temeva ingorghi di traffico e riteneva indispensabile l’interventi della Polizia locale, in quanto si aspettava un afflusso massiccio di islamici da tutta la zona. In realtà erano presenti al massimo una cinquantina di persone nelle serate iniziali e in quelle finali, perlopiù residenti a Castano ma qualcuno anche proveniente dai paesi vicini. Arrivavano all’oratorio alla spicciolata e a piedi, senza che all’esterno trapelasse alcun rumore e senza che le normali attività dell’oratorio ne fossero intralciate. Se a Castano ci fosse una ‘moschea’ permanente, le presenze non sarebbero certo più numerose. È vero che nelle celebrazioni che si tengono alla tensostruttura in occasione della fine di Ramadan o della Festa del Sacrificio si sono registrate presenze che variavano dalle 600 alle 800 persone, provenienti anche da paesi non limitrofi, ma si tratta delle due feste islamiche più importanti dell’anno, quando va alla preghiera anche chi non è particolarmente fervente. È un po’ come da noi a Natale e Pasqua, quando la chiesa è strapiena, come non capita certo alla Messa delle 8,30 di una qualsiasi domenica.

La proposta

Il discorso porrebbe diventare lungo, ma per arrivare alla conclusione facciamo la nostra proposta: anziché osteggiare la costruzione di ‘moschee’ nei nostri paesi (chiamiamole così per comodità), si dovrebbe favorire la costituzione di centri di aggregazione in ogni comune dove ci sia una presenza significativa di musulmani. Tante piccole realtà sparse creerebbero meno problemi, sarebbero più controllabili e gestibili da tutti i punti di vista e renderebbero più agevole il rapporto con le comunità locali. Un’ultima osservazione: se si dovesse impedire la realizzazione di tali centri, si accentuerebbero i sentimenti di estraneità o addirittura di ostilità e si darebbe man forte alla radicalizzazione, che troverebbe tanti modi nascosti per organizzarsi, senza più neppure il contrappeso dei musulmani moderati che vogliono vivere in pace e in buona armonia con le comunità ospitanti.


Giuseppe Castoldi

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