Vanzaghello esce dal Polo Culturale del Castanese
Scoppia la polemica
L'ex presidente Fusetti: "Scelta pessima. Ripensateci"

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Vanzaghello - Vanzaghello esce dal Polo culturale del Castanese. Scoppia la polemica. Il tema è stato affrontato durante il consiglio comunale del 6 maggio, che ha visto un duro scontro tra maggioranza e opposizione. Sulla questione interviene anche l’ex presidente del Polo, Luca Fusetti.

La spiegazione del Comune

A spiegare in consiglio comunale è l’assessore alla Cultura, Doris Giuliano: “La scelta portata avanti dalla nostra Amministrazione - e valutata attentamente negli ultimi mesi - nasce vista la fase buia e di stallo in cui si è venuta a trovare la cultura, a causa dell'emergenza sanitaria da circa un anno mezzo. La nostra valutazione nasce soprattutto dalla volontà di superare in modo costruttivo e virtuoso il rallentamento che in questo periodo ha subito il mondo della cultura; è doveroso chiedersi, interrogarsi quale strada percorrere. Crediamo, infatti, fortemente che la cultura sia fonte di benessere; lo dimostra il numero elevato di eventi organizzati e proposti in questo periodo per intrattenere e portare conforto alle persone che purtroppo il virus ha reso sempre più lontane e isolate”. Ma allora perché uscire dal Polo? Continua l’assessore: “L’uscita dal Polo non ha a che fare con osservazioni di quanto fatto finora; resta un patrimonio importante per la nostra comunità. La scelta nasce da una volontà di ricominciare a partire da Vanzaghello e dai Vanzaghellesi. È una scelta che nasce dalla volontà di fare rete sul nostro territorio, da qui ripartire e accompagnare i nostri cittadini a riappropriarsi di tutto quello che, con un colpo di spugna, ci è stato negato. Creare legami per costruire un’offerta culturale che sia sempre di più lo specchio delle esigenze della nostra cittadinanza, progettando iniziative per valorizzare il nostro patrimonio culturale, costruire un ruolo sinergico tra i vari attori chiamati a creare insieme un’offerta culturale, garantendo pieno sostegno per il mantenimento e l' espansione delle attività culturali e formative, con un occhio sempre attento al valore delle nostre tradizioni. Non ci spaventa il ruolo che siamo chiamati a svolgere nei prossimi anni, crediamo, riteniamo fondamentale ripartire promuovendo e curando i rapporti con tutte le associazioni e comitati presenti sul nostro territorio, ma non solo. Crediamo nella partecipazione alle tante possibilità di bandi e finanziamenti, sia regionali che nazionali”. E ancora: “Abbiamo avuto il coraggio di parlare e fare cultura , anche in un periodo come questo. Continueremo quindi su questa strada, continueremo a costruire , a supportare e a far vivere le nostre passioni., Crediamo che questa sia l’unica cura, l’unica ricetta, perché tutto è cambiato, perché abbiamo superato un punto di non ritorno, perché lasciar fare agli altri è una frase che oggi più di ieri, non funziona, non più”.

La minoranza: “Si usa la cultura come elemento disgregante”

Una decisione che non è piaciuta né al gruppo di minoranza ‘Insieme per Vanzaghello’ né a molti residenti. In sostanza, si sottolinea come l’uscita di Vanzaghello dal Polo e la decisione di fare cultura concentrandosi esclusivamente sulle risorse del paese possa isolare il paese stesso. Spiega in consiglio Elisa Cazzola: “Noi di Insieme per Vanzaghello bocciamo la proposta di delibera a tutta forza, perché reputiamo la scelta inopportuna. Per noi il Polo fa cultura in modo trasversale, sul territorio, in condivisione con tutti: crea momenti di intrattenimento belli e interessanti, che organizzati da un singolo Comune richiederebbero gli stessi sforzi per un pubblico minore. Inoltre, la vostra scelta è irresponsabile perché decreta l’isolamento di Vanzaghello dal Castanese una volta di più – proprio sul piano culturale! Quando la cultura non è mai divisiva, la cultura è un aggregante sociale per antonomasia! Francamente non capiamo”. Il gruppo poi puntualizza in modo netto: “Nella narrazione della vicenda non torna la consequenzialità dei fatti. Così come presentate la faccenda produce una versione dei fatti, ma esiste almeno un altro scenario, e tra i due siamo imbarazzati, non sapendo quale augurarci sia quello reale. Ipotesi numero 1. La modifica della programmazione culturale ed economica, proposta insieme alla revisione della convenzione, è tanta e tale che non è in linea con i vostri obiettivi. In campagna elettorale avete insistito sull’importanza delle ‘tradizioni del territorio’. Ebbene, il Polo esiste dal 2002 (diciannove anni non sono sufficienti per consolidare una tradizione?) e lo scopo del Polo è valorizzare il territorio, quindi non si capisce come collida con i vostri obiettivi. Un’altra assurdità sta poi nel contestare il programma a priori perché (forse la sig.ra Giuliano non lo sa, dato che ha abbandonato la riunione del Polo del 25 marzo prima che cominciasse!) ma quest’anno si prevedono: intrattenimento dal vivo in spazi verdi; mostra su Dante Alighieri; progetto di storia locale coi giovani. In ciò, cosa non vi aggrada? Ma passi pure questa versione dei fatti. Ciò che non ha senso è dichiarare che si andrà piuttosto a privilegiare la collaborazione con le associazioni locali… quando è verità che, ad esempio, ignorate le esigenze di Volare Insieme che chiede di lasciare il Centro Socio Educativo Molecole dov’è; così come, ad esempio, ignorate le mail di ANPI sulla celebrazione del 25 Aprile. Se questo è il vostro ‘privilegiare le associazioni locali’, prevediamo un futuro molto grigio per la cultura a Vanzaghello. E rimane comunque vero che privilegiare le associazioni locali non esclude l’adesione al Polo, anzi!”. La minoranza fa anche riferimento alla candidatura dell’assessore Giuliano come presidente del Polo e attacca duramente: “L’ipotesi numero 2 è che la sig.ra Giuliano si candida l’11 Marzo come presidente del Polo Culturale del Castanese (e non viene eletta) e comunica che Vanzaghello lascerà il Polo il 25 marzo. Tra la mancata elezione e la comunicazione dell’uscita di scena trascorrono 14 giorni. Questa decisione non sembra per niente una scelta presa dopo una lunga riflessione, bensì un atto impulsivo tipico di chi è infantile e prende un no come un’offesa personale e si adopera per una ripicca”. Aggiunge Maurizio Rivolta: “La cultura è un elemento legante, quello di usare la cultura come elemento divisivo credo sia antistorico. Permettete di dare dei giudizi: non sono provocazioni o strumentalizzazioni; dovete prendere atto che magari metà del paese la pensa in modo diverso: si chiama democrazia. Nessuno si basta da solo. Il trend storico è quello di mettersi insieme. Qui si usa la cultura come elemento disgregante. Io sono attonito e avvilito. Questo paese si sta isolando”.

Giuliano: “Mi devo preoccupare di valutare in base al riscontro della cittadinanza”

L’assessore Giuliano replica: “Basta fare un giro in paese: molti non conoscono neanche il Polo Culturale del Castanese. Sono scelte che potrebbero sembrare infelici a chi vede dall’esterno ma che sono redatte dal fatto che noi paghiamo 0,85 centesimi per cittadino per aderire al Polo Culturale del Castanese, con un impegno di spesa che è pari a 4.451 euro e quando io gestisco i soldi di una cittadinanza mi devo preoccupare anche di valutare se questi eventi, se queste programmazioni hanno questo riscontro”. In merito alla questione della presidenza replica l’assessore: “La stessa scelta di essere presidente del Polo nasce da questo voler fare in prima persona e con determinazione. La scelta di non dare la presidenza nasce da una consuetudine ormai prorogata da tempo che chi ha avuto la carica da vice presidente continua la sua carica da presidente”.

Fusetti: “Scelta pessima”

Sulla questione interviene anche Luca Fusetti, ex presidente del Polo: “Come ex presidente del Polo Culturale del Castanese, sottolineo il fatto che il Polo Culturale sia uno strumento che pochissimi possono vantare. È uno strumento comunitario, territoriale, che porta cultura di qualità da 20 anni. Il Polo Culturale, oltre che essere uno strumento per veicolare cultura e importantissimo per rendere coeso un territorio dal punto di vista culturale, è anche un importantissimo strumento di mutualità. Infatti, l’investimento richiesto è pari a 85 centesimi per abitante ma si crea un percorso culturale comune ai vari paesi; di conseguenza i Comuni più grandi fanno un po’ di mutua assistenza ai Comuni più piccoli, che possono avere eventi culturali di alta qualità, più difficili da sostenere economicamente se fossero da soli”. In secondo luogo, la plusvalenza del Polo consiste proprio nel non rimanere confinati nel feudo comunale di appartenenza, ma di uscire dal territorio comunale creando coesione sotto il profilo culturale. Per questi motivi ritengo che la scelta di Vanzaghello sia pessima. Mi lascia anche sconcertato il fatto che l’assessore abbia scelto di uscire dal Polo dopo non essere stata eletta. Non è assolutamente vero che c’è una regola per la quale chi è stato vicepresidente diventi presidente”.

Il problema del Covid

Fusetti prova però a capire il punto di vista di Vanzaghello: “Quello che può avere contributo a una disaffezione dal Polo può essere stata la situazione contingente della pandemia in corso, il fatto che il Polo - come tutte le attività culturali - ha dovuto spegnere i motori e ripensare a come ripartire. Probabilmente un’amministrazione come Vanzaghello, che era appena arrivata sul panorama amministrativo territoriale, forse non ha avuto l’appeal giusto. Se ci fosse stata una macchina che funzionasse in maniera perfetta e collaudata come prima della pandemia, forse non saremmo qui a parlare di questo abbandono. Forse l’amministrazione di Vanzaghello, non conoscendo bene la peculiarità e la plusvalenza del Polo, non ha potuto scegliere oculatamente nel giusto modo”.

Fusetti all'amministrazione: “Ripensateci”

Il punto di forza del Polo per Fusetti è la mancanza della politica: “In tutto il periodo che sono stato di presidente del Polo Culturale del Castanese, non ho mai percepito problemi all’interno della consulta che fossero di natura politica. Nella consulta c'è stata solo cultura, condivisione di intenti, di progettualità, di contenuti ma solo cultura. È stata un’esperienza unica perché c’erano diversità di vedute ma solo culturali, non divisioni politiche. Ne vado fiero e ringrazio i membri della consulta del periodo in cui ho ricoperto la carica da presidente”. L’appello a Vanzaghello dopo questo discorso viene da sé: “Cosa suggerirei a Vanzaghello? Suggerirei di ripensarci e rientrare”.


Sara Riboldi

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