Vanzaghello / Castano Primo / Inveruno - Legge Zan, dopo la mancata calendarizzazione al Senato, bloccando il disegno di legge già approvato alla Camera a novembre 2020, alcuni sindaci del nostro territorio stanno facendo sentire la loro voce sui social. Per esempio, il sindaco di Inveruno - Sara Bettinelli – e il sindaco di Castano Primo, Giuseppe Pignatiello. Sulla questione interviene anche Vanzaghello, attraverso un articolo pubblicato sul Mantice, l’informatore parrocchiale, che però era già stato diffuso sul web.
Il DDL è stato approvato alla Camera nel 2020 ed è al momento bloccato al Senato. Nei giorni scorsi il senatore del Carroccio Andrea Ostellari ha evitato la calendarizzazione per motivi tecnici, come spiega lui stesso sul suo profilo social: “La calendarizzazione del DDL Zan non è tecnicamente procedibile. Lo avevamo segnalato sin da novembre. Evidentemente qualcuno non aveva letto bene le carte. Ora si rimanda quel testo, con altri 4, al presidente del Senato per la riassegnazione. 
Quante polemiche inutili e quanti commenti in questi giorni… bastava studiare”. L’attenzione resta alta e anche dei sindaci del nostro territorio sono intervenuti pubblicando sui social una fotografia dei loro stessi con scritto sulla mano ben visibile ‘DDL ZAN’. Sui social scrive Giuseppe Pignatiello: “L'Amore è Amore, sempre. Non ci sono più scuse”, mentre il sindaco di Inveruno, Sara Bettinelli, scrive: “Che cosa è il #ddlZan? È il provvedimento che, se approvato, prevede misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità. Manca solo un passaggio, al Senato, per avere una legge contro i crimini d’odio. Di fronte ad un tema così importate e che riguarda tutti... il momento giusto è adesso”.
Il disegno di legge proposto da Alessandro Zan prevede in sostanza il carcere per chi commette atti di discriminazione basati sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale, sull’identità di genere o sulla disabilità. Sono previste modifiche all’articolo 604 bis e 604 ter del codice penale con l’aggiunta dei termini in riferimento al genere, all'orientamento sessuale, all'identità di genere o alla disabilità. In sostanza, con l’aggiunta dei nuovi termini, per chi commette o istiga a commettere comportamenti di discriminazione è prevista la reclusione fino a un anno e sei mesi o una multa di 6mila euro, mentre per chi commette violenza o atti di provocazione alla violenza, è prevista la reclusione dai sei mesi ai quattro anni. La reclusione dai sei mesi ai quattro anni è prevista anche per chi partecipa a organizzazioni, movimenti, associazioni che hanno fra gli scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per i motivi espressi dal codice, che vedrebbe l’aggiunta dei nuovi motivi del disegno di legge. Viene modificato anche l’articolo 604-ter del codice penale, che prevede le aggravanti: “Per i reati punibili con pena diversa da quella dell'ergastolo commessi per finalità di discriminazione o di odio etnico, nazionale, razziale o religioso, ovvero al fine di agevolare l'attività di organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi che hanno tra i loro scopi le medesime finalità la pena è aumentata fino alla metà”.
Nel disegno di legge viene salvaguardata la libera espressione delle opinioni e scelte, “purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti”. Viene poi istituita la Giornata mondiale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia, “al fine di promuovere la cultura del rispetto e dell'inclusione nonché di contrastare i pregiudizi, le discriminazioni e le violenze motivati dall'orientamento sessuale e dall'identità di genere, in attuazione dei princìpi di eguaglianza e di pari dignità sociale sanciti dalla Costituzione”. In questa giornata possono essere messe in atto tutte le iniziative a favore dell’inclusione, nelle amministrazioni pubbliche e nelle scuole. Si prevedono anche statistiche triennali sulla discriminazione e sulla violenza.
L’informatore parrocchiale di Vanzaghello, Il Mantice, ha pubblicato un articolo scritto da Alessandro Rico per www.nicolaporro.it
Non entrando nel merito della legge in sé, vengono due parole da spendere per il concetto di cambiare la cultura nella scuola. Chi scrive non ha mai nascosto le sue posizioni. In una società pluralistica e democratica, bisogna fare di tutto, secondo chi scrive, per evitare comportamenti discriminatori per l’identità di genere, l’orientamento sessuale, il sesso o la disabilità. Ognuno ha il diritto di esprimere se stesso e in questo la scuola ha un ruolo chiave. Non si tratta, secondo chi scrive, di fare un ‘lavaggio del cervello’. Si tratta di diffondere la consapevolezza fin da piccoli che ognuno ha il diritto di essere se stesso e di amare chi vuole, senza per questo dover pagare conseguenze non solo in termini di violenza o discriminazione fisica ma anche verbale e non verbale. Va detto che non è possibile cancellare i pregiudizi dalla società. Ci sono e sono inevitabili. Nella società attuale sono forse più ‘nascosti’ rispetto a prima. Non a caso in psicologia si parla di pregiudizio latente. In una società basata sul riconoscimento dell’uguaglianza e delle pari opportunità, come è giusto che sia, le persone con un alto pregiudizio tendono a celarlo agli occhi degli altri e spesso anche a loro stessi. È importante allora che a scuola si cerchi di ridurre i possibili pregiudizi trasmessi e favorire l’inclusione e il rispetto per tutti. Molti studi psicologici anno evidenziato l’efficace delle strategie di contatto - diretto, indiretto o immaginato – per ridurre il pregiudizio, anche nei bambini. Bisogna allora puntare, con il rispetto per chi non la pensa come chi scrive, a mettere in atto, con il supporto di educatori, pedagogisti e psicologi, tutte quelle attività basate sul contatto positivo fra gruppi differenti, in modo da ridurre il pregiudizio e favorire una società davvero inclusiva e libera di amarsi, nel senso più vero e importante del termine.
Sara Riboldi
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