Vanzaghello - CSE in via Albarina? No secco da associazioni e famiglie

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Vanzaghello - Spostare il CSE nello stabile di via Albarina? No secco dalle associazioni e dai parenti degli ospiti. Dopo un incontro del 23 giugno con il sindaco di Castano Primo e Azienda Sociale, parenti e associazioni del territorio, l’associazione Volare Insieme di Vanzaghello, l’associazione Ditutticolori di Turbigo, l’associazione A.P.D.A. di Arconate, Fiore che ride di Castano Primo e una rappresentanza dei genitori/parenti degli ospiti del CSE diffondono agli organi di stampa un comunicato di fuoco e dichiarano battaglia.

No al trasferimento da associazioni e famiglie

“Ci vogliono mandare via contro la nostra volontà e senza neanche un motivo valido” esordiscono così le associazioni nella nota divulgata agli organi di stampa: “Immaginate di avere una casa ampia con un giardino spazioso, situata nella zona centrale del paese, così che ogni volta che uscite a fare una passeggiata avete la possibilità di incontrare diverse persone e costituire, insieme a loro, parte integrante della realtà cittadina. Un giorno un signore bussa alla porta e vi comunica che dovete traslocare, dai comodi spazi che avete ora, a una villetta su tre piani, spazio esterno risibile e per di più con nient’altro di fronte se non il muro di cemento della ferrovia. Ovviamente la vostra risposta è un secco no, ma il vostro ospite non demorde, anzi rilancia sostenendo che la nuova casa sarà all’avanguardia dal punto di vista tecnologico, nonostante al momento la villetta giaccia in uno stato di abbandono. In pratica, siete sfrattati da casa vostra e non si sa bene per quale motivo. Questa storiella può sembrare assurda, ma è esattamente ciò che sta succedendo con il CSE di Vanzaghello, che il Comune vorrebbe spostare dall’attuale sede (ex-scuola materna e pertanto perfettamente idonea ai progetti socio-educativi del Centro) a una villetta ad uso civile in Via Albarina”.

Le motivazioni delle associazioni

Associazioni e famiglie degli ospiti ribadiscono il loro no, elencando le motivazioni favorevoli a restare nello stabile attuale: “Il progetto di trasferimento è stato delineato dall’Amministrazione Comunale senza il coinvolgimento delle famiglie degli ospiti e delle Associazioni del Terzo Settore presenti sul territorio. Solo tardivamente, e a seguito delle nostre reiterate proteste, è stato annunciato un percorso di co-progettazione, ma le famiglie considerano l’attuale sede totalmente adeguata! E allora perché dovrebbero cooperare alla realizzazione di qualcosa che hanno già chiaramente dichiarato di non volere? L’attuale sede ha infatti tutte le carte in regola per garantire un servizio di qualità: assenza di barriere architettoniche e organizzazione di ampi spazi interni su un unico piano, ubicazione in zona centrale del paese per favorire percorsi di integrazione e vicinanza alle scuole per facilitare progetti di educazione reciproca. Inoltre, la collocazione in zona a traffico limitato e la presenza di un’ampia area verde consentono ai ragazzi di non vivere in uno spazio chiuso ma di godere pienamente dell’aria aperta. Infine, la presenza di un parcheggio adeguato ai pullmini per disabili e la vicinanza alla stazione ferroviaria rende la posizione della sede ottimale anche dal punto di vista dei trasporti”.

I motivi del no allo stabile di via Albarina

I firmatari della nota stampa spiegano il perché non vogliono assolutamente cambiare sede: “Al contrario, la nuova sede è un’abitazione civile che si sviluppa su tre piani, decisamente non progettata a fini didattici e ancor meno adatta a ospitare persone con difficoltà motorie. Oltre all’evidente riduzione degli spazi a disposizione sia per quanto riguarda la metratura che lo spazio all’aperto, la nuova sede è marginalizzata rispetto al centro del paese, trovandosi a ridosso della ferrovia e lontano da qualunque tipo di servizio o luogo di socializzazione. Inoltre, mancano totalmente gli spazi che consentirebbero un trasporto agile, per esempio attraverso pullmini. La decisione dell’Amministrazione Comunale appare totalmente priva di senso, da qualunque punto di vista la si guardi, tant’è che nello stesso progetto di trasferimento non è ben chiaro cosa il Comune voglia fare degli spazi liberati in via Trieste. Qual è, allora, il vero scopo di questo trasferimento, avversato dagli utenti (gli unici che dovrebbero avere voce in capitolo) e promosso solo dall’Amministrazione in carica? Infine, fa sorridere il fatto che il Sindaco dica che gli interventi di ristrutturazione alla sede attuale del Centro sarebbero troppo impegnativi economicamente, dal momento che i fondi richiesti per il trasferimento ammontano a circa mezzo milione di euro (vedi adesione al bando regionale per il finanziamento legato a ‘interventi finalizzati all’avvio di processi di rigenerazione urbana’ D.D.U.O. del 15.01.2021-n.245)”. E ancora: “Quante volte, camminando nei pressi delle scuole elementari, ci siamo imbattuti nei ragazzi del Centro e nel loro sorriso sincero e aperto? Il CSE è uno dei tanti fiori all’occhiello di Vanzaghello, apprezzato da tutti i Comuni del circondario. Davvero vogliamo distruggere questa splendida realtà, senza nemmeno avere in mente una chiara e trasparente destinazione per l’immobile liberato?”.

La palazzina

Lo stabile di via Albarina è una palazzina edificata nel 1967, costituita da due piani fuori terra e da un piano seminterrato. C’è anche un cortile e un edificio indipendente con funzione di locali accessori o deposito. L’immobile era stato donato al comune nel 2011. Nel tempo un incendio ha coinvolto il secondo piano e la copertura.

Il progetto

L’intervento proposto è incentrato sulla riqualificazione dello stabile di via Albarina. Al suo interno si prevede di trasferire il centro socio educativo Molecole, che attualmente offre un servizio diurno a 30 ragazzi con disabilità. La sede attuale del centro - l’ex scuola d’infanzia - accoglierebbe un centro diurno per anziani e un polo locale di servizi sanitari di prossimità. Le rassicurazioni del sindaco sul rinnovamento dei locali non convincono, dunque, le associazioni. Il primo cittadino avrà in ogni caso lo spazio a disposizione per spiegare le sue intenzioni e le motivazioni.


Sara Riboldi

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