Parabiago - Presidio all'Albergo del Nonno
Esposti e controlli di ATS E NAS

hands anziani

Parabiago - Presidio di parenti e cittadini lo scorso sabato 13 giugno davanti all'Albergo del Nonno di Parabiago, che chiedono di sapere la verità sulla gestione del Coronavirus nella struttura. A sostenerli anche anche alcuni rappresentanti del Comitato parenti della RSA Accorsi di Legnano e del Comitato Verità e giustizie per le vittime del Pio Albergo Trivulzio. L'idea è di presentare un esposto collettivo da parte di un'associazione unica, che riunisca tutti i parenti delle RSA a livello nazionale, per capire se ci sono stati ritardi o negligenze nella gestione del Coronavirus. Intanto, all'Albergo del Nonno sono stati presentati alcuni esposti e sono già stati effettuati due sopralluoghi, uno da parte di ATS e uno da parte dei NAS.

L'interrogazione in consiglio comunale

Il tema dell'Albergo del Nonno di Parabiago è stato oggetto di discussione del consiglio comunale dello scorso 11 giugno. A sollevare la questione è stata una interrogazione presentata dal gruppo di minoranza di Centrosinistra. A darne lettura è stato il consigliere Alessandra Ghiani: "Conosciamo la situazione della RSA Albergo del Nonno che è stata e rimane complessa". Per questo motivo il gruppo di minoranza ha chiesto di conoscere se sono stati effettuati sopralluoghi e di conoscerne gli esiti.

Controlli di NAS e ATS

A rispondere è l'assessore ai Servizi Sociali, Elisa Lonati, che ha sottolineato come già siano stati effettuati due controlli, uno da parte di ATS e uno da parte dei NAS: "In data 8 maggio è stato effettuato un sopralluogo da parte di ATS dall'Unità Operativa di Vigilanza. All'esito di questo sopralluogo è stato richiesto alla struttura di inoltrare della documentazione, più nello specifico delle relazioni inerenti la formazione del personale, le modalità e la gestione dei rapporti con i familiari degli ospiti, le modalità alternative di contatti tra gli ospiti e i familiari che sono state attivate all'interno della struttura. Questa documentazione è stata prontamente inoltrata la settimana successiva e non ci è pervenuta ulteriore comunicazione e o richiesta da parte di ATS. In data 11 maggio è stata effettuata un'ispezione da parte dei NAS, all'esito della quale hanno rilasciato un verbale in cui anche qui come esito chiedono di inoltrare documentazioni, tra cui la copia del contratto di appalto, la visura societaria , l'organigramma, l'elenco degli ospiti e degli operatori facendo il distinguo in base a se positivi o no, i fascicoli sanitari , i protocolli adottati e l'elenco dei deceduti. Tutte queste documentazioni sono state consegnate non abbiamo ricevuto altre comunicazioni. Come amministrazione comunale restiamo in pieno spirito di collaborazione e trasparenza a disposizione per qualsiasi altra richiesta".

Il presidio e la testimonianza

Nel frattempo, sabato 13 giugno i parenti degli ospiti della struttura hanno organizzato un presidio davanti all'Albergo del Nonno. "Vogliamo sapere la verità". Questo è lo slogan che ha accompagnato il presidio. I parenti chiedono di conoscere come è stata affrontata l'emergenza Coronavirus nella struttura. A sostenerli anche anche alcuni rappresentanti del Comitato parenti della Rsa Accorsi di Legnano e del Comitato Verità e giustizie per le vittime del Pio Albergo Trivulzio. L'idea è di presentare un esposto collettivo alla magistratura da parte di un'associazione unica, che riunisca tutti i parenti delle RSA, per capire se ci sono stati ritardi o negligenze nella gestione del Coronavirus. Oltre a questo esposto sono già stati presentati alcuni esposti da parte di alcuni parenti di persone decedute all'interno della struttura. A spiegare la situazione è Ivan Schiavi, con una voce che lascia trapelare un'enorme sofferenza ma anche un desiderio di avere delle risposte. Motivo per il quale ha presentato un esposto. Il padre di Ivan è deceduto all'interno della struttura lo scorso aprile. "In due mesi - dai dati in mio possesso - circa il 40 per cento degli ospiti è deceduto, mentre circa il 70 per cento è risultato positivo. Io non voglio accusare nessuno ma voglio capire. Dal 23 febbraio, giorno in cui è stata chiusa la struttura alle visite a causa dell'emergenza, fino alla morte di mio padre non ho avuto informazioni chiare dalla struttura e sono riuscito a fare solamente due video chiamate con mio padre. Non si può immaginare cosa mi sto portando dentro e cosa ho passato in questi due mesi. Mesi di ansia, tristezza, angoscia. Ho perduto mio padre e anche altre persone alle quali mi ero affezionato. Noi parenti siamo stati lasciati in balia degli eventi e fa male vedere che non si hanno risposte". Le risposte che Ivan e altri parenti vogliono riguardano molti elementi: il personale presente nella struttura, i tamponi, la comunicazione con i parenti, i dispositivi di protezione, la suddivisione degli spazi. Tutti elementi per i quali Ivan e altri parenti chiedono maggiore chiarezza. "Non sapevamo neppure del sopralluogo dei Nas. Vogliamo chiarezza e trasparenza! E' un nostro diritto!". L'organizzazione del presidio degli scorsi giorni è stato allora un gesto per comunicare a tutti la ferma volontà di avere risposte. Continua Ivan: "Al presidio c'erano circa 60 persone, molti giornalisti - che ringrazio - ma non ho voluto che fossero presenti politici di alcun partito. Io voglio solo risposte e spero a breve di averne".

I dati

La situazione sanitaria comunicata dal Comune di Parabiago al 13 giugno 2020 è la seguente: su 40 ospiti, uno è in ospedale e 39 in struttura. Dei 40 ospiti ci sono 6 positivi e 34 negativi, ma tutti gli ospiti sarebbero asintomatici. I 39 ospiti alla RSA sono così stati suddivisi: 2 nel nucleo di isolamento ad alata intensità assistenziale, 5 nel nucleo isolamento preventivo, 32 nel nucleo negativi, isolati dai restanti ospiti in area a loro dedicata. Tutti e 39 gli ospiti sono - secondo quanto riportato dal Comune - in condizioni stabili. Sono però necessarie delle risposte per restituire un minimo di pace ai parenti dei cari perduti.


Sara Riboldi

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