71 Medici morti, 10.657 operatori sanitari contagiati. Questo è il triste bollettino aggiornato tra il 2 e il 3 aprile con i dati diffusi rispettivamente da FNOMCeO (3 aprile), Federazione Nazionale Ordine Medici Chirurghi e Odontoiatri e dall'Istituto Superiore di Sanità (2 aprile). Nei giorni scorsi alla RSA Sant'Erasmo di Legnano è deceduto un infermiere di soli 50 anni. Una situazione che lascia senza parole. Intanto, Medicina Democratica lancia un appello alla mobilitazione.
Qualid Ayachi aveva solo 50 anni. Era un infermiere alla RSA Sant'Erasmo di Legnano ma viveva a Novara. A dare il triste annuncio della sua scomparsa è stata la stessa Fondazione, tramite il sito. "Con costernazione e rammarico - scrivono - ci è giunta notizia della scomparsa di un nostro dipendente. Lavorava da 10 anni presso la nostra RSA". Un infermiere che - come tutti i suoi colleghi - con dedizione si occupava delle persone più fragili. Era stato colpito dal nemico invisibile, questo terribile virus che può strapparti alla vita senza permetterti neppure di dire addio ai tuoi cari. Scrive la Fondazione sul sito: "Negli ultimi giorni eravamo stati informati dell’aggravamento del suo stato di salute, ma nulla lasciava presagire che si potesse arrivare a questo esito. Tutta la Fondazione, i lavoratori, i colleghi si stringono a lui e alla sua famiglia in questo triste momento. La Fondazione garantirà assistenza legale ai familiari del Collega per ogni adempimento necessario e conseguente alla prematura dipartita. Il Presidente Godano ha, inoltre, deciso di destinare alla famiglia una parte dei contributi che verranno raccolti per la campagna 'Aiuta il Sant’Erasmo' lanciata nei giorni scorsi".
Secondo i dati diffusi dall'Istituto Superiore di Sanità al 2 aprile, sono 10.657 gli operatori sanitari contagiati. Il portale di FNOMCeO racchiude invece un triste elenco di medici deceduti, in loro ricordo. Fra i nomi, anche Roberto Stella, Presidente dell’Ordine dei Medici di Varese, Responsabile Area Strategica Formazione FNOMCeO, Presidente nazionale della SNaMID, Società Nazionale Medica Interdisciplinare Cure Primarie. Un altro eroe morto sul campo di battaglia, così come l'infermiere di Legnano e tutti i medici morti con lui. 'Non gridate più' è la struggente poesia di Giuseppe Ungaretti che chiude il triste elenco del portale FNOMCeO: "Cessate d’uccidere i morti, non gridate più, non gridate. Se li volete ancora udire, se sperate di non perire. Hanno l’impercettibile sussurro, non fanno più rumore del crescere dell’erba, lieta dove non passa l’uomo".
Medici, infermieri, operatori sanitari. Tutti eroi che combattono, giorno dopo giorno, per aiutare chi ha bisogno, anche al punto di sacrificare la propria vita. Veri e propri angeli che sono pronti a portare il loro aiuto e sostegno. Per loro si è attivata anche Medicina democratica, da anni impegnata per la difesa della salute dei lavoratori. Così si è espresso Marco Caldiroli, presidente di Medicina democratica: "Esprimiamo il nostro più profondo cordoglio e vicinanza ai familiari dei medici deceduti per l'epidemia del coronavirus Covid-19. Si tratta di vittime del lavoro, una vera e propria strage di persone impegnate, oltre ogni limite, contro un temibile nemico. Una strage a cui occorre porre argine con ogni mezzo". E ancora: "Fra il 2010 e il 2019 il SSN 'ha perso' 45.000 posti letto e 43.386 dipendenti, di cui 7.625 i medici e 12.556 infermieri: questo è i risultato del definanziamento del SSN cumulato in questo decennio, pari a 37 miliardi di euro. Carenze e inadeguatezze strutturali, chiusura di reparti e/o ospedali pubblici, gravi carenze strumentali, completano il quadro. Si tratta di dati spaventosi, elaborati da Medicina Democratica su dati Fondazione GIMBE e Istituto di Ricerca NEBO. Siamo consapevoli di tutto ciò e per questo siamo infinitamente grati a quanti, negli ospedali e nelle strutture pubbliche si stanno adoperando per salvare vite umane, oltre ogni limite, nonostante le gravi carenze e inadeguatezze". Caldiroli poi sottolinea la necessità di invertire la rotta: "E' necessario far sì che ogni spesa in campo sanitario diventi un vero investimento sulla salute collettiva, recuperando le risorse a partire dalla riduzione delle spese militari. Occorre dotare il SSN di un finanziamento adeguato, a livello almeno dei Paesi più avanzati dell’OCSE, con l'obiettivo di adeguare la dotazione di personale e portare il numero di posti letto dagli attuali 3 per mille abitanti a 8 per 1.000, garantendo nel contempo una modulazione congrua dei posti letto in terapia intensiva". Fra le richieste, Medicina democratica pone l'attenzione sulla necessità di potenziare il ruolo dei medici di base e favorire la partecipazione delle comunità locali.
Sara Riboldi
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