Magnago - Esternalizzazione scuola dell’infanzia, il punto

scuola protesta

Magnago - Esternalizzazione della scuola d’infanzia, al via un bando di 909.594,00 euro, con una durata della concessione di nove anni, con decorrenza dal primo settembre 2021 fino al 31 agosto 2030. Una scelta amministrativa che sta facendo discutere, suscitando le proteste di sindacati, genitori e gruppi di minoranza. Intanto il capogruppo di maggioranza, Massimo Rogora, ribatte alle accuse dei sindacati e cerca di fare chiarezza.

La bozza del contratto

I termini della concessione sono già definiti nella bozza di contratto, che varrà fino alla fine dell’agosto 2030. Il concessionario, si legge nella bozza, “dovrà garantire, per conto dell’Ente, ma in nome proprio e a proprio rischio, la gestione educativa, ausiliaria, delle forniture necessarie alla completa ed efficace prestazione del servizio, la manutenzione ordinaria, la gestione diretta del personale, la gestione amministrativa in ordine all’introito a propria cura, rischio e spese del costo del servizio dovuto da parte delle famiglie dei fruitori, dovrà altresì gestire le domande di iscrizione, la relativa graduatoria e curare ogni aspetto legato al buon andamento del servizio”. Il concessionario dovrà provvedere anche alla manutenzione ordinaria di strutture e attrezzature, mentre I contatori delle utenze verranno volturati a cura e onere del concessionario.

Le rette

La retta mensile sarà definita dal concessionario e prevede come vincolo la definizione nel limite massimo mensile di 177,00 euro per gli utenti minori. “Saranno liberamente definite dal concessionario, previo confronto con il Comune, le rette relative ai servizi integrativi ed eventuali ulteriori servizi aggiuntivi”. L’ente assicura comunque un contributo alla spesa per i minori residenti che ne faranno richiesta a seconda dell’ISEE. Le rette non varieranno: 177 euro è la fascia massima ma chi paga meno continuerà a pagare secondo ISEE, senza variazioni.

Il punto sui dipendenti

Note anche per quanto riguarda il personale educativo. Si legge nel documento che per “il personale educativo e ausiliario attualmente dipendente dall’Ente che verrà posto in organico al concessionario, come stabilito dall’art. 12 del capitolato-progetto, l’Ente riconoscerà al concessionario una quota differenziale pari a 8.756,88 euro all’anno, atta a compensare la differenza salariale fra il contratto enti locali vigente alla stipula del contratto concessorio e quello di inquadramento del concessionario. Al personale comunale dovrà così veder garantito con assegni ad personam l’eventuale integrazione salariale atta a mantenere lo stipendio mensile in linea con quello erogato pari profilo al personale comunale.

La posizione dei sindacati

La scelta del Comune è in questi giorni contestata da gruppi di minoranza, famiglie e sindacati, che proprio nei giorni scorsi hanno espresso posizioni nette nei confronti del Comune. La Fp Cgil Ticino Olona aveva infatti dichiarato: “Negli unici due incontri avuti, di cui uno convocato dalla Prefettura per l’apertura dello stato di agitazione, ci è stato chiesto di prendere atto che non esistono alternative alla esternalizzazione della scuola, se non la chiusura della stessa per ragioni non solo economiche, ma per sopravvenute criticità che non permettono la gestione comunale del servizio. Quali siano le cause di questa impossibilità di gestione non è dato saperlo; né nei mesi precedenti abbiamo ricevuto convocazioni rispetto a queste presunte criticità. Contrariamente a quanto affermato nel consiglio comunale, la Fp Cgil Ticino Olona – pur ribadendo più volte la contrarietà del metodo e nel merito usato dall’amministrazione, non si è mai sottratta né intende sottrarsi a un confronto nel dettaglio sulle soluzioni economiche e organizzative che permettano il mantenimento nel perimetro pubblico della scuola e delle lavoratrici. Per queste ragioni la vergogna è in capo a chi amministra il comune di Magnago che con faciloneria e superficialità opera scelte che sviliscono e svendono il servizio pubblico e gli interessi di cittadinanza, senza alcuna remora e rispetto per i dipendenti che da anni prestano attività in favore della colletttività.se non avremo risposte proseguiremo con le nostre rivendicazione iniziative di mobilitazione e di lotta per affermare che l’infanzia non si appalta!”.

La spiegazione di Rogora

Alle accuse ribatte il capogruppo di maggioranza, Massimo Rogora: “L’ultimo consiglio comunale ha approvato la relazione tecnica per il cambio di modalità della gestione del servizio per l’infanzia del comune di Magnago: il procedimento per la gara ad evidenza pubblica ha visto la pubblicazione del bando di gara già dalla scorsa settimana. In questo momento l’attenzione è quindi rivolta a delineare l’operatore che garantirà il servizio. Proprio la qualità e la composizione del servizio sono l’obiettivo che si ha in animo di perseguire, a vantaggio dell’utenza ovvero le famiglie. La presenza e il rafforzamento della scuola dell’infanzia sul territorio sono premessa di continuità per le famiglie stesse e per le nostre insegnanti. Preme sottolineare che assicurare il lavoro porta sicuramente vantaggi in termini di continuità e solidità del rapporto di lavoro stesso. Non porre alcuna soluzione a problemi che si sono evidenziati non rappresenta infatti una vera soluzione ma solo un indebolimento del servizio stesso con conseguenze nel medio termine sull’utenza e sulle lavoratrici. La questione non è mai stata posta identificando ‘colpe’, ma cercando, e così è stato negli ultimi anni, nuove soluzioni, allontanando e respingendo il rischio di chiusura e focalizzandosi sul servizio da erogare. Il concetto è stato ampiamente illustrato nei vari incontri; non ci aspettiamo che le posizioni possano convergere nell’immediato ma, quando l’attenzione ritornerà su temi quali infanzia, formazione, lavoro, qualità e famiglie tutto (o quasi) potrà essere ricondotto a maggior concretezza e confronto. Preme rassicurare i cittadini che, al di là del dibattito seguito da questa operazione, tutto il procedimento sin qui seguito non ha violato alcuna norma che regola le procedure dell’ente e tanto meno del rapporto di lavoro. È assicurato il massimo impegno da parte dei tecnici dell’ente e degli amministratori affinché si possa identificare già nelle prossime settimane, a chiusura della gara, un soggetto gestore e quindi un piano gestionale articolato ed un piano dell’offerta formativa in linea con i più alti standard di qualità”.


Sara Riboldi

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