Magnago - Esternalizzazione scuola dell’infanzia, lunedì 17 maggio c’è stato l’incontro tra Comune e famiglie. Alla notizia dell’esternalizzazione del servizio, è partita una raccolta firme on line per opporsi alla scelta comunale che al momento vede già 132 firme. L’ira delle famiglie è alta.
Le famiglie non hanno gradito la scelta effettuata dall’Amministrazione e su Facebook è comparsa immediatamente una pagina social dedicata denominata “L’infanzia non si appalta”. Le ragioni al no sono nette: “Esternalizzare un servizio rende impossibile garantire continuità didattica, pedagogica e soprattutto relazionale ai bambini; depotenziare la scuola, esternalizzandola, significa depotenziare il proprio Comune”. E ancora: “Non abbiamo bisogno di sperimentare sui bambini un nuovo progetto educativo. Se serve, aiutiamoci a migliorare quello attuale”. A supporto c’è anche una raccolta firme on line che al momento ha raccolto ben 132 firme.
Il Comune ha dato le sue motivazioni. Aveva già dichiarato il capogruppo di maggioranza, Massimo Rogora: “Più che di una scelta credo si possa definire una necessità per mantenere il servizio di scuola materna comunale”. E ancora: “Una gestione diretta non risulta più lo strumento più adeguato a garantire il servizio stesso. La gestione è ovviamente affidata a società ben referenziate e che al loro interno possiedono tutte le competenze per garantire un servizio in linea con i più elevati standard, sia in termini educativi sia per quanto concerne il piano dell’offerta formativa. L’eventuale esternalizzazione terrebbe ovviamente conto delle attuali rette, deliberate dalla giunta che non subiscono aumenti da anni e che rimarranno tal quali”. Insomma, il Comune ha cercato di rassicurare le famiglie.
Ma cosa è accaduto durante l’incontro di lunedì 17 maggio? In sostanza, l’amministrazione ha ribadito le cose già dichiarate in precedenza: l’esternalizzazione sembrerebbe essere l’unica soluzione possibile. Non sono ancora chiare quali siano nel concreto le problematiche, sebbene emerga la difficoltà. Sull’albo pretorio è già presente l’atto di indirizzo. Si legge: “Da anni i servizi a supporto della funzione educativa e delle attività connesse al funzionamento operativo e amministrativo sono stati affidati in house providing ad Azienda Sociale, ovvero le azioni di supporto ed integrazione, quali progettualità specifiche e atelier e coordinamento pedagogico; lo scorso anno in via sperimentale sono state affidate ad Azienda Sociale anche le attività di coordinamento educativo ed organizzativo; le funzioni di gestione amministrativa del personale comunale e di gestione della spesa nonché di controllo sul servizio sono state invece poste in capo alla posizione organizzativa del Settore servizi alla Persona”. E poi: “Dato atto che dopo l’avvio della sperimentazione si è constatato come la stessa non abbia portato al risultato atteso - come evidenziato sia in confronti con Azienda Sociale e con la società che gestisce i servizi sia con tutti i soggetti convolti (personale comunale) - in termini di positiva interazione e svecchiamento dei processi educativi, delle modalità operative e comunicative rese necessarie dall’evolversi dei modelli socio educativi sopravvenuti del personale comunale e del servizio nel suo complesso, con un appesantimento di azioni e costi diretti e indiretti in capo al Comune […] Visto altresì il quadro economico del servizio e accertato che lo stesso risulta troppo oneroso per l’Ente e che il rapporto costo - benefici risulta estremamente negativo, con importanti ricadute sulla fiscalità generale […]”, la scelta del Comune è di confermare l’esternalizzazione.
Intanto alla vicenda ha alzato la voce anche la politica. I consiglieri di minoranza Emanuele Brunini, Paolo Bonini e Rocco Tavella hanno richiesto la convocazione di una commissione urgente sulla vicenda, commissione convocata proprio per oggi, giovedì 20 maggio. Commenta Emanuele Brunini: “Tutto ciò è veramente assurdo. Il 3 maggio le famiglie e il personale vengono avvisati via email della azione di esternalizzazione della scuola di infanzia. Solo qualche ora prima i consiglieri di minoranza hanno avuto modo di saperlo. Ovviamente, il tutto a giochi fatti. Non viene fornito nessun documento a supporto, nessun documento economico, niente di niente; nessun dialogo o tentativo di confronto intavolato in precedenza con noi, poveri idioti della minoranza, con i genitori e con il personale. Sollevo il problema, mediante telefonata con gli uffici comunali, della mancanza di documentazione e, come per magia, qualche ora dopo spunta la delibera di giunta. Ma è possibile comportarsi così? È questa amministrazione che va esternalizzata, non la scuola”.
Sara Riboldi
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