Magnago - Esternalizzazione della scuola dell’infanzia, in campo i sindacati. Di fuoco la nota di Fp CGIL Ticino Olona: “No alla privatizzazione della scuola d’infanzia del comune di Magnago, no alla esternalizzazione del personale”. Proclamato lo stato di agitazione. Il capogruppo di maggioranza, Massimo Rogora: “Disponibili a rispondere a ogni dubbio”. Intanto, la questione sarà oggetto di discussione del consiglio comunale di lunedì 31 maggio. E proprio il 31 maggio, alle ore 18.00, sarà organizzato un flash-mob.
Dopo la notizia appresa come un fulmine a ciel sereno della esternalizzazione della scuola d’infanzia di Magnago e la raccolta firme lanciata on line e di presenza da alcune famiglie, sono scesi in campo i sindacati. In una nota scrive Fp CGIL Ticino Olona: “In data 17 maggio si è tenuto un confronto tra OO.SS e la delegazione di Parte Pubblica del Comune di Magnago che ha confermato la volontà dell’Amministrazione di esternalizzare il servizio di Scuola di infanzia comunale Coniugi Radice e il personale ivi operante. Come Fp Cgil Ticino-Olona abbiamo espresso netta contrarietà all’operazione, sia per ragioni di metodo sia per ragioni di merito. In un momento in cui, la pandemia ha disvelato, dopo anni di ricette miopi, il valore del pubblico ed è appena stato siglato con Cgil, Cisl e Uil il patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale in cui anche il Governo mette al centro la Pubblica Amministrazione, la Giunta comunale di Magnago compie una precisa scelta politica di non gestire più direttamente i servizi educativi 3-6. Non comprendiamo le cause di questa scelta e rimarcando la netta contrarietà all’esternalizzazione del servizio sottolineiamo il senso di ingratitudine dell’Amministrazione rispetto a un personale ancora nel pieno della capacità lavorativa che per circa venti anni ha gestito con dedizione e professionalità la scuola dell’Infanzia Coniugi Radice di Magnago”. E ancora: “Qual è il progetto? Immaginiamo forse che l’aggiudicatario della concessione, per rientrare dai costi di gestione metta tra le sue priorità quelle di innalzare la qualità dell’offerta educativa? A fronte di queste criticità a seguito del mandato ricevuto dall’assemblea dei lavoratori del Comune di Magnago il 17 maggio è stato la proclamato lo stato di agitazione. La procedura di raffreddamento del conflitto in Prefettura il 24 maggio 2021 si è conclusa con esito negativo, in quanto alla nostra richiesta di sospendere l’iter dell’esternalizzazione e di avviare un confronto a 360° per valutare ogni possibile soluzione, l’Amministrazione comunale ha escluso la possibilità di sospendere la procedura di esternalizzazione in corso. Chiediamo alla cittadinanza di sostenere con ogni mezzo possibile la battaglia delle lavoratrici e delle famiglie per far sì che l’Amministrazione Comunale torni sui propri passi e mantenga la gestione diretta del servizio”. Commenta sulla pagina web del sindacato Vera Addamo, segretaria generale Fp Cgil Ticino Olona: “Come categoria ci siamo subito fermamente opposti alle intenzioni dell’Amministrazione comunale, sia per una questione di metodo che di merito. La pandemia ha mostrato quanto mai il valore del lavoro pubblico, peraltro riaffermato nel Patto per l’innovazione e la coesione sociale siglato tra Governo e Cgil Cisl Uil e che mette al centro la Pubblica Amministrazione. Qui a Magnago ci si muove controcorrente, decidendo di non gestire più direttamente i servizi educativi 3-6 anni”. Aggiunge il segretario Fp Cgil, Roberto Nania: “Qual è il progetto dell’amministrazione e come intende garantire la qualità dell’offerta educativa? È così che si risponde alle lavoratrici e lavoratori (in tutto 5, di cui 3 insegnanti e 2 addetti ai servizi di supporto), pensando di esternalizzarli, quando con cura e professionalità hanno portato avanti per circa vent’anni il la scuola dell’infanzia comunale? Noi non ci stiamo!”. Lunedì 31 maggio a Magnago sarà organizzato un flash-mob di protesta, poco prima del consiglio comunale.
A replicare è il capogruppo di maggioranza, Massimo Rogora: “E’ normale che ci sia un tavolo di confronto con i sindacati in questo tipo di operazioni. Come amministrazione, abbiamo dato garanzie sia in merito al salario dei dipendenti sia riguardo alla mansione. Nello specifico, sono state considerate tutte le tutele necessarie per le maestre che sono in forza all’ente comunale, il quale continuerà a tutelarne il reddito e la mansione. Di conseguenza, siamo convinti di operare una scelta nell’interesse del servizio. Il passaggio al gestore resterà valido per nove anni, per cui vorrei rasserenare i dipendenti: potranno continuare a svolgere il loro mestiere senza avere perdite a livello di salario o di profilo professionale. Siamo comunque disponibili a rispondere a ogni dubbio. Di certo agiremo in un’ottica di collaborazione per cercare di tranquillizzare il più possibile famiglie e dipendenti”.
Sara Riboldi
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