Magnago - Esternalizzazione della scuola d’infanzia comunale: continua la protesta di famiglie, dipendenti e sindacati attraverso un flash-mob. “L’infanzia non si appalta”, si legge sui cartelli. La questione è approdata anche in consiglio comunale. Emanuele Brunini: “Scelta inaccettabile”. Il sindaco Picco: “Tanto rumore per nulla”. Le difficoltà per le casse comunali sono alte: è stato infatti riscontrato un disavanzo finanziario che si assesta ai 210.000 euro annui.
Il flash-mob di genitori, bimbi, insegnanti e addetti ai servizi di supporto contro la scelta dell’Amministrazione comunale di esternalizzare il servizio della scuola d’infanzia Coniugi Radice a una società esterna è andato in scena poco prima del consiglio comunale, con il supporto della Fp Cgil Ticino Olona. “La scuola dell’infanzia di Magnago è un bene comune. No ai privati”; “L’educazione non si appalta”. “L’infanzia non si appalta”. Sono solo alcuni dei cartelli in mano ai partecipanti per gridare il loro no, forte e chiaro, all’esternalizzazione del servizio. Il video è disponibile sulla pagina social nata appunto per opporsi alla scelta comunale. Scrivono alcuni dei partecipanti sui social: “Vogliamo ricondividere il video del nostro Flash-mob di oggi per ringraziare si tutti quelli che ci appoggiano e sono stati lì presenti con noi oggi, ma anche a chi ha giudicato la nostra manifestazione fatta, si dice, strumentalizzando i nostri bambini e, a parer dire, creata per fare ‘solo rumore’. Vorremmo solo far presente che il nostro fare ‘solo rumore’ pare si l’unica cosa che ci è rimasta, data l’obiettiva consapevolezza che sono stati usati tempi e modi totalmente inappropriati e privi di senso civico e morale (e qui non si parla di politica!) neanche per poter prendere in considerazione e un confronto rispetto ad altre possibili alternative di scelta di un altro servizio (perché è proprio tardi a maggio per farlo, no?)”. E ancora: "Inoltre sì!! I nostri bambini sono sì ‘strumento’! E lo sono stati oggi perché sono parte di questa scuola, di quella che conosciamo, di quella che frequentiamo, di quella che vogliamo continuare ad avere, perché così ci è stata presentata e per questo l’abbiamo scelta! E a settembre cosa ci sarà?! Posso aspettare ancora un bando che non c'è per saperlo?! È una cosa che posso non sapere all’alba del 31 maggio?! Ma così ce la dobbiamo fare andare bene... direi di no!!! Ci è stata presentata, oltre che troppo tardi, la ‘squallida’ opera di Esternalizzazione. Allora come poter rispondere se non con una ‘squallida’ manifestazione?!”.
L’ira delle famiglie è supportata dai sindacati. Scrive in una nota Lucilla Pirovano, coordinatrice regionale Fp Cgil: “Non è purtroppo solo nel comune dell’area metropolitana milanese che si sta provando a privatizzare i servizi educativi 0-6 anni. In Lombardia al momento contiamo anche i tentativi a Como, Sondrio e Chiavenna, su asili nido, e Pavia sul nido Collodi e la materna Muzio. Rinunciare alla gestione diretta e scegliere la via dell’appalto significa togliere continuità pedagogica e quindi mettere in difficoltà le bambine e i bambini e quel rapporto di fiducia che, una volta interrotto, va ricostruito ogni volta daccapo. Esternalizzare significa levare al personale educativo tutele contrattuali, salario (per educatrici e insegnanti ben 230 euro in media in meno al mese) e ore da dedicare alla formazione e alla programmazione didattica e proprio questo tempo formativo traccia la differenza tra assistenza e diritto all’istruzione”. La battaglia dei sindacati a fianco di famiglie e lavoratori continua.
La questione è emersa anche durante il consiglio comunale di lunedì 31 maggio. Netto l’intervento di Emanuele Brunini (Movimento 5 Stelle): “Quello che ritengo estremamente grave è il percepire, da parte del Comune di Magnago, la nostra scuola dell’infanzia comunale non come una ricchezza per la cittadinanza, ma bensì come una criticità, un peso da cui liberarsi. Questo non lo posso accettare e spero che qualcuno della maggioranza possa schierarsi con me. Purtroppo questa scelta è l’ennesima riprova che il tema scolastico è stato sempre gestito politicamente in modo marginale e superficiale; lo dimostra per esempio come la Commissione Diritto allo Studio sia rovinosamente scomparsa dall’ultimo incontro del luglio 2019; commissione che se fosse stata presente avrebbe potuto dare un contributo per evitare questa situazione. E questa procedura si aggiunge a una serie di atti adottati nel corso degli anni volti a esternalizzare una serie di servizi comunali, il che ha indubbiamente determinato un aumento dei costi per i cittadini”. E ancora: “La scelta della esternalizzazione della scuola materna risulta del tutto inaccettabile sia la si guardi con gli occhi del cittadino sia la si guardi con gli occhi dell’amministratore; sono profondamente vicino ai genitori e insegnati che devono subire questo tipo di decisione, giunta esclusivamente a ‘fatto compiuto’, senza alcun preventivo confronto con le forze politiche, le famiglie, i sindacati e le lavoratrici per nulla avvisate nel sopraggiungere di tale scelta. Per il modo con cui vi siete rapportati, le famiglie hanno subito questa vostra scelta con estrema rabbia e rifiuto. Come aspettarsi altro visto l’atteggiamento indecente messo in atto nel comunicare a fatto compiuto l’esternalizzazione della scuola dell’infanzia attraverso una email? Avete adottato una modalità di comunicazione del tutto formale e distaccata, inopportuna e superficiale di fronte a una tematica così importante. Seppur a livello tecnico, come riportato nella proposta di delibera, la scuola dell’infanzia non rientra nelle funzioni e mansioni istituzionali spettati in via ordinaria agli Enti Locali, per un genitore di Magnago rappresenta un servizio vitale, importante, fondamentale ed è ovvio che ogni sua variazione viene percepita con estrema preoccupazione e serietà. Agire diversamente era doveroso e rispettoso per tutte le famiglie di Magnago e Bienate che si trovano costrette a subire questa importante modifica, senza nessun prematuro coinvolgimento. È evidente che applicando un minimo di atteggiamento empatico e di capacità politica, con un coinvolgimento prematuro della popolazione si potevano trovare soluzioni maggiormente condivise, senza creare questo totale dissenso. In passato mi avete accusato di creare allarmismi inutili ma mi pare proprio che in tale situazione siete stati voi stessi, in primis con il vostro atteggiamento a creare una tale situazione di malessere per molte famiglie”.
La critica di Brunini riguarda anche la questione dei lavoratori: “Anche nei riguardi del personale dipendente, vi siete comportati in modo estremamente superficiale, quasi con disprezzo, verso lavoratori rappresentano un patrimonio per il nostro comune e che subiranno ovviamente delle ripercussioni a seguito di questa scelta, la quale viene fatta passare come la ricetta di una criticità e invece rappresenta la solita scelta miope che nulla ha di innovativo e che non tende certo a innalzare la qualità del lavoro. Con l’esternalizzazione da voi immaginata i nostri lavoratori verranno sbattuti fuori dal pubblico impiego e perderanno salario accessorio, diritti, ore previste contrattualmente per la formazione e la programmazione didattica. Non c’è neanche un tentativo di sperimentalità. Resta solo il benservito. Questa è la gratitudine che mostrate loro? Credo fortemente che mettere in atto un'azione di questo tipo vada a ledere il riconoscimento della loro professionalità e del loro diritto di stabilità lavorativa; anche in questo caso la modalità di comunicazione adottata è una vera e propria mancanza di rispetto verso professioniste che hanno dedicato la loro attività lavorativa con passione e sacrificio per fornire un’alta risposta qualitativa ai bambini e agli stessi genitori. È questo il ringraziamento che l’amministrazione esprime verso professioniste che durante le fasi più acute della pandemia sono state sempre vicino alle famiglie e ai bambini? È questo l’atteggiamento da ottenere verso professioniste che hanno sempre garantito un altissimo livello di qualità percepita e che hanno sempre garantito il servizio?”.
Il discorso di Brunini fa anche riferimento alla scelta passata di affidare il coordinamento educativo a esterni. “Se il problema, come mi avete risposto in commissione è la mancanza di competenze, vi pongo una domanda: perché non avete programmato di sviluppare tali competenze considerato che esistono anche voci del bilancio comunale dedicate al potenziamento della formazione dello stesso? È evidente che tale situazione si è venuta a creare per una mancanza organizzativa e strategica, una evidente carenza del piano della formazione e di iniziative formative volte a sviluppare le competenze professionali del personale”. Ma Brunini punta il dito anche in merito al quadro economico: “Nella commissione avvenuta vi avevo chiesto di fornirmi dati inerenti al quadro economico degli anni precedenti, visto che dall’attuale analisi del servizio porta un disavanzo a carico del bilancio comunale di 208.000 circa. Mi sarebbe piaciuto conoscere il trend degli scorsi anni per avere l’andamento del disavanzo economico nel corso del tempo. Purtroppo tale informazione non mi è stata fornita, come non mi è stato fornito il trend del numero di iscritti per anno. In merito al lato economico intendo però effettuare una considerazione. Se come affermato in commissione la scuola presenta un disavanzo importante fin dal 2012, data di vostro insediamento, perché preoccuparsi solo ora? Perché non intervenire prima, visto la soluzione tutt’ora adottata, limitando evitando a questo punto una dissipazione di denaro pubblico difficilmente quantificabile ma ipotizzabile in circa 1 milione di euro dal 2012?”.
Anche il consigliere di minoranza Rocco Tavella dà supporto a Brunini: “Credo che i genitori avrebbero preferito qualche parola in più. Non capisco perché non dite niente. A fatti compiuti, come al solito, dobbiamo votare”. Tante le domande, fra le quali: “Cosa sono i servizi integrativi? Manutenzione viene fatta tutti gli anni? Cosa date di contributo alla parrocchia di Bienate alla scuola dell’infanzia? Quanti sono i bambini di Magnago e Bienate? E quanti bambini vanno a Vanzaghello alla scuola statale? A quanto ammonta attualmente la retta che pagano i ragazzi? Ma come mai vi siete decise a un anno dalle elezioni? Dopo 9 anni vi accorgete adesso che volete esternalizzare?”. A supportare Brunini anche Mario Ceriotti.
A dare una prima risposta è il capogruppo di maggioranza, Massimo Rogora: “Non è legato a un fattore di costi, anche se i costi ci sono e il servizio è in disavanzo. Ma per noi è sempre stato un investimento nella scuola. Noi nel 2012 non abbiamo esternalizzato anche se la via della precedente amministrazione era quella della esternalizzazione. Gli iscritti erano molto più di adesso: quasi 100 a Magnago e 100 a Bienate. Era una scuola molto più grande e l’abbiamo molto potenziata e abbiamo investito anche su servizi aggiuntivi, come pre e post. Negli anni c’è stato un calo delle nascite che ha portato a meno iscrizioni sia a Magnago sia a Bienate. Magnago si è trovata particolarmente svantaggiata anche di fronte alla scuola statale che è gratuita e è scuola del nostro istituto comprensivo. La nostra materna ha avuto meno iscritti mentre avrebbe bisogno di iniezioni di personale formazione ma diventa impossibile farlo con una scuola che conta 50 iscritti. Mentre in un processo più largo e articolato potrebbe esprimersi al meglio. Le nostre insegnanti hanno sempre lavorato bene ma non riusciamo più a essere al passo con altri servizi che possono essere assicurati in forma diversa. In questa forma qua non si può andare avanti. Ma il primo ragionamento che è stato fatto è sempre su un servizio. Per anni abbiamo sempre cercato di sostenere il servizio e migliorarlo, ma noi non rinunciamo al servizio. I primi paletti posti dall’amministrazione sono stati di garantire il reddito degli insegnanti che viene salvaguardato perché il comune metterà da parte delle risorse per integrare eventualmente disparità di salario, verrà garantita la mansione. Ci sarebbe anche la possibilità di maggiori sinergie e maggiori opportunità di formazione e volendo di carriera. Il comune di Magnago ha aperto un tavolo sindacale, c’è stato un incontro con le famiglie e con la Prefettura e non è arrivato nulla che il comune si stesse comportando in maniera non conforme o non rispettosa. Ci saremmo aspettati proposte per mantenere il servizio sul territorio, perché il nocciolo era la perdita del servizio o garantire il servizio. I numeri sono pubblici, appena pronti verranno consegnati. Alla scuola d’infanzia di Bienate il contributo è di circa 100mila euro annuo, quest’anno circa 70 a Bienate e 50 – 55 a Magnago. Il contributo è legato a quante classi vengono formate, non è una quota fissa. Gli utenti di Magnago e Bienate pagano la stessa retta e ognuno può scegliere di iscrivere il proprio figlio alla materna di paritaria di Bienate, a quella di Magnago comunale o a quella di Vanzaghello. Comunque se in futuro gli enti avranno una diversa capacità di gestire queste sciole, torneranno a gestire le scuole. Allo scadere della convenzione, tornerà in capo al comune. I fatti sono questi. In questo momento questa è la soluzione che può salvare migliorare il servizio”.
A fornire risposta in consiglio comunale è anche il sindaco, Carla Picco: “Nei giorni scorsi molte le parole, gli slogan, le frasi fatte sulla scelta dell’amministrazione comunale di modificare la forma di gestione della scuola dell’infanzia comunale, passando da gestione in economia mista a concessione. Parole e azioni poste in essere con l’unico scopo di confondere, mistificare e denigrare un progetto che fonda la propria ragione d’essere nell’assicurare anche alle generazioni future la possibilità di fruire di un servizio 3-6 anni comunale, ove scelto, in luogo di quello proposto dalla scuola statale e parrocchiale. Un progetto che si prefigge non solo di mantenere, ma potenziare il servizio in termini qualitativi e quantitativi. Se, scevri da pregiudizi, prese di posizione e/o rincorse alla visibilità di qualche organizzazione sindacale, si fosse prestata attenzione a quanto davvero si sostanzia nel progetto, ragionevolmente molte risposte avrebbero non solo dissolto i dubbi ma anche favorevolmente sorpreso chi davvero ha interesse al servizio. Con la nuova forma gestionale il servizio continuerà a essere erogato in continuità con quanto sin qui assicurato, salvo innesti implementativi di offerta sia in termini di potenziamento del POF che in termini di servizi integrativi che andranno a definirsi nei progetti presentati in sede di gara. Il personale sia educativo che ausiliario continuerà a operare con le medesime mansioni educative, profilo professionale ed emolumenti in godimento attuale, salvo possibili ed auspicate crescite professionali e salariali esprimibili dal ‘privato’ sulla scorta della qualità espressa nelle prestazioni rese. Per le famiglie i costi non cambieranno e il servizio sarà oggetto di puntuale controllo comunale rimanendo comunque riferimento per le famiglie, così come già avvenuto con il servizio nido e di ristorazione scolastica”. Il riferimento va anche al quadro economico: “Non da ultimo, questo progetto si prefigge in atti, di determinare economie sui costi del servizio per il bilancio comunale che si stimano in non meno di 100.000 euro annui. Attualmente il servizio presenta un disavanzo finanziario che si assesta ai 210.000 euro annui. La modifica della forma di erogazione del servizio ha preso forma così come previsto dalla norma, ovvero con i passaggi previsti in Consiglio Comunale e poi in Giunta: e così è avvenuto. Si è voluto al perfezionamento degli atti informare tempestivamente le famiglie e il personale coinvolto: la certezza che nessuna situazione peggiorativa per tutti gli attori interessati si presenterebbe con il nuovo anno scolastico, fa ritenere che la tempistica sia assolutamente e oggettivamente congrua. Solo per chi segue con interesse le azioni sindacali una precisazione: la norma fa obbligo di informare il Sindacato circa gli effetti dell’esternalizzazione a perfezionamento della procedura ovvero quando il nuovo soggetto gestore è individuato e non già in forma preventiva come invece per massima condivisione e trasparenza è invece avvenuto. A questo punto che dire: tanto rumore per nulla? Si. Tanto rumore per nulla e, ove la gara incontrasse il favore degli operatori nell’ambito dei servizi per l’infanzia, siamo certi, non verremo smentiti”.
Sara Riboldi
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