Magnago - Accam, approvato il nuovo piano industriale durante l'ultima Assemblea dei soci. Magnago è fra i Comuni ad aver votato contro. Ecco le motivazioni della giunta guidata da Carla Picco.
Durante l'assemblea dei soci è stato approvato il nuovo piano industriale. il no di Magnago è secco e deciso. Il sindaco Carla Picco spiega attraverso una nota stampa le motivazioni al voto contrario: "Il Piano industriale obbliga i Comuni Soci a concedere fidejussioni per sostenere i futuri investimenti. Il nostro regolamento di contabilità non consente, in tali casistiche, il rilascio di fidejussioni. Al di là di quanto previsto dal vigente regolamento comunale, non intendo, né ho mandato da parte del Consiglio comunale, procedere in tale direzione. Il Piano industriale, a parere mio e della mia Amministrazione, presenta un forte disallineamento dalla mission originale, ovvero quella di fornire servizi in primis ai Comuni Soci. La Società invece di perseguire un ritorno alla modalità in-house, orienta i propri servizi verso privati, perché in grado di garantire flussi di rifiuti con tipologie più remunerative. È comprensibile che si voglia tentare di salvare la Società puntando al massimo profitto, fino a raggiungere la quota del 43% sul totale dei rifiuti inceneriti, coperta dai rifiuti speciali conferiti dalla Società Ecoeridania. Con queste premesse nulla ci impedisce di pensare che il secondo socio di Accam, dopo il Comune di Busto Arsizio, diventerà proprio la Ecoeridania". Ma Picco precisa anche altre importanti questioni: "Scompare nel Piano industriale proposto qualunque riferimento alla possibile costituzione di una NewCo in grado di garantire un sistema integrato dei rifiuti, dalla raccolta allo smaltimento finale. Né sono indicati investimenti per nuove attività di trattamento dei rifiuti che indichino la volontà di trasformazione della Società nella direzione della gestione integrata. I colloqui con Aemme Linea Ambiente S.r.l. si sono interrotti e non abbiamo notizie di colloqui con Agesp S.p.A.. Grande è la stima per il Presidente Angelo Bellora e la considerazione per il gran lavoro svolto, ma non possiamo in alcun modo accettare questo proposta di Piano".
Picco va oltre e rende note alcuni elementi: "Mi preme sottolineare, come ho fatto altre volte, che il Comune di Magnago ha sempre mantenuto un comportamento di estrema correttezza nei confronti della Società Accam: regolarità dei contratti e regolarità e tempismo dei pagamenti. Tale correttezza non è stata perseguita da tutti i soci, tanto che ci siamo trovati a dover pagare gli interessi legati ai ritardati pagamenti di alcuni comuni. Per un certo periodo abbiamo perfino pagato tariffe più alte rispetto ad alcuni comuni, senza essere a conoscenza di questo trattamento differenziato che la Società Accam riservava ai suoi soci. Mai un centesimo di rimborso è stato riconosciuto al nostro comune! Né un albero ci è stato dato di compensazione ambientale! Eppure l’impianto sorge a confine del nostro territorio comunale e le ricadute ambientali non riguardano solo il comune di Busto Arsizio ma anche il nostro. A tutela e salvaguardia di Magnago mai cederemo le nostre quote societarie; non rinunceremo alla possibilità di sedere in Assemblea e poter esprimere le nostre opinioni, né rinunceremo a difendere il nostro territorio. Ci sembra infine più che mai forte il rischio che si perda il controllo pubblico di una società che occupa un ambito strategico per il comparto dell’Alto-milanese e basso varesotto".
Sara Riboldi
Sommario: