Accam, documenti non consegnati alla minoranza dal Comune prima di votare la nuova società: la minoranza scrive al Prefetto di Milano. Intanto, l’avvocato Franco Brumana denuncia i vertici di Accam.
La questione è scoppiata durante il consiglio comunale del 19 marzo per votare l’atto di indirizzo in merito alla situazione ACCAM Spa e alla partecipazione di AMGA Spa al progetto di rilancio e valorizzazione delle società pubbliche interessate al ciclo integrato dei rifiuti. In pratica, è stato chiesto alla minoranza di votare sulla base della delibera proposta al consiglio comunale ma senza aver inviato ai gruppi il documento specifico di ACCAM con il piano di ristrutturazione, protocollato al Comune. Piano che prevede tre fasi: l’attuazione di un Piano di messa in sicurezza e rilancio industriale dell’Impianto ACCAM; l’attuazione di un piano di sviluppo di area vasta dell’impianto e la costituzione di una New Co. Risultato: Bonini, Tavella, Ceriotti e Brunini non partecipano alla votazione finale.
Ma qual è il motivo per il quale i documenti non sono stati consegnati alla minoranza? Il sindaco Carla Picco in consiglio comunale ha fatto riferimento alla richiesta di Accam di mantenere riservatezza sui dati forniti ai Comuni. Cosa presa alla lettera dall’amministrazione di Magnago, che non ha mandato i documenti necessari per il voto neppure ai gruppi di minoranza, facendoli infuriare. La Picco in consiglio ha spiegato laconicamente: “E’ stato chiesto di gestire i dati forniti con una certa riservatezza, mi sembra corretto fornire questa indicazione. Ognuno poi è libero di fare come meglio credere”. Di tutta risposta, Emanuele Brunini, Rocco Tavella e Paolo Bonini hanno scritto al Prefetto di Milano, Renato Saccone.
La lettera scritta dai membri di opposizione recita: “Eccellenza, purtroppo ci vediamo costretti a contattarla per segnalare la situazione verificatasi nel consiglio comunale del 19 marzo 2021 del Comune di Magnago. Tale evento sussegue a ulteriori episodi che perdurano da diversi mesi”. I tre membri di minoranza spiegano poi il tema del consiglio comunale e fanno riferimento alla proposta di deliberazione in cui si parla del parere preliminare formulato da Accam per lo studio della procedura di ristrutturazione per far fronte alla crisi d’impresa. E scrivono: “Malgrado l’importanza del punto all’ordine del giorno, la documentazione in questione non è stata fornita a noi consiglieri di minoranza, sebbene il consiglio comunale fosse stato anticipato da una conferenza di capigruppo nella giornata di lunedì 15 marzo e dall’invio della proposta di deliberazione citata solo il 18/03/2021, dove si afferma l’assenza di ulteriore documentazione”. E ancora: “Durante la discussione del punto nel consiglio comunale abbiamo fin da subito richiesto di poter visionare la documentazione citata nella stessa proposta di deliberazione, per poter valutare al meglio il punto in oggetto visto la natura e la delicatezza del contenuto e per assolvere coscienziosamente il nostro ruolo di consigliere comunale. Nonostante le ripetute richieste, la nostra richiesta è stata negata, appellandosi al dovere di riservatezza nel trattamento delle informazioni fornite dalla Società partecipata Accam S.P.A, travisando la espressa richiesta del presidente Angelo Bellora. A fronte di tale comportamento, siamo stati costretti a rinunciare, nostro malgrado, a esprimere il voto nella stessa seduta, e reputiamo sia stato svolto in piena violazione dei nostri diritti”. Bonini, Brunini e Tavella chiudono con una segnalazione generale: “Questo è purtroppo l’ultimo di una lunga serie di atteggiamenti di mancanza di trasparenza già più volte segnalati alla stessa amministrazione. A causa della problematica Covid le commissioni consigliari pubbliche sono state sospese, privilegiando le conferenze di capigruppo, delle cui ultime 4 non è stato redatto e consegnato il verbale nonostante le nostre ripetute sollecitazioni”.
Le richieste al Prefetto sono spontanee: “Visto che in alcune situazioni locali tale documentazione è stata fornita ai consiglieri comunali di minoranza e in ragione di quanto citato precedentemente, chiediamo rispettosamente di valutare anche mediante l’acquisizione delle registrazioni del consiglio comunale se si è rispettato il corretto adempimento delle funzioni della giunta comunale o, come invece è nostra opinione, se l’atteggiamento sostenuto ci abbia impedito e comunque ostacolato nell’adempimento del nostro ruolo di opposizione. Inoltre le chiediamo parere se tale comportamento abbia rilevanza ai fini della validità della delibera sia per Magnago che per gli altri comuni inadempienti”. Ora resta da attendere la risposta del Prefetto.
Nel frattempo, ormai è noto, l’avvocato Franco Brumana denuncia i vertici di Accam. Il testo della denuncia è lungo e riportato integralmente sulla pagina pubblica dell’avvocato. In questa sede basterà citare i reati ipotizzati dall’avvocato e contenuti nella denuncia ai Carabinieri: “I reati ipotizzabili sono l’art. 328 primo comma c.p. a carico delle pubbliche autorità che avrebbero dovuto intervenire per la bonifica, per la prevenzione e per l’indagine ambientale, l’art. 257 d.lgs. 152/2006 per l’omessa bonifica nel caso in cui risultino superati i limiti delle concentrazioni della soglia di rischio, l’ art. 452 bis per l’inquinamento ambientale, l’art. 452 ter c.p. nel caso di accertamento di lesioni personali con malattia superiore a 20 giorni o di decessi conseguenti all’inquinamento, l’art.452 quater c.p. per l’esposizione a pericolo di effetti lesivi di un numero considerevole di persone, e l’art.452 terdicies c.p. per l’omessa bonifica di un sito inquinato, l’art. 635 c.p. per il danneggiamento ambientale, e l’art.674 c.p. per il reato di getto pericolo di cose, nella fattispecie dei fumi dell’impianto”. La denuncia riguarda in generale gli “amministratori e dei dirigenti di ACCAM che risultassero responsabili e di coloro che per qualsiasi ragione abbiano concorso, per i reati sopraindicati e per quelli che verranno ravvisati nei fatti esposti”. Ora bisognerà attendere.
Sara Riboldi
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