Magnago - Antenna 5G vicino alle case
Botta e risposta in consiglio comunale

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Magnago - Antenna 5G in via Lamarmora, vicina alle case. Botta e risposta in consiglio comunale. Emanuele Brunini (Movimento 5 Stelle) presenta un’interrogazione che chiama in causa diversi temi, alla salute al valore degli immobili. Non manca la risposta dell’assessore all’ambiente, Daniela Grassi, che alla fine del suo intervento puntualizza: “Smetterla col terrorismo ambientale e sanitario, che si fa forza delle paure e dei timori dei cittadini”.

Vicino al 5G le case valgono meno?

Le riflessioni di Emanuele Brunini nella sua interrogazione sono chiare. Brunini chiama in causa considerazioni sanitarie ma anche legate al valore immobiliare. Non riportiamo il testo dell’interrogazione, poiché avevamo già dedicato un articolo dettagliato con tutte le riflessioni del consigliere di minoranza. Brunini pone domande chiare alle quali l’assessore Grassi risponde punto per punto. Il primo tema portato alla luce da Brunini riguarda la potenziale svalutazione economica di un immobile con un’antenna di telefonia mobile realizzata a ridosso elle abitazioni. Replica la Grassi: “Siamo consapevoli che l’installazione di un’antenna di telefonia mobile può comportare una svalutazione economica dell’immobile o dell’area, così come ci sono edifici, ad esempio i palazzi nelle città o capannoni industriali su cui vengono collocate antenne, senza che questi subiscano alcuna svalutazione. Il deprezzamento del valore degli immobili potrebbe avere un fondamento di verità dovuto al crescente allarmismo che viene fatto sull’opinione pubblica da parte di varie associazioni no-5G, in contrasto con quella che è la posizione dei maggiori organismi scientifici nazionali e internazionali sull’argomento. Del resto il consigliere Brunini stesso, che con questa interrogazione vuole far passare l’idea che l’amministrazione comunale abbia in qualche modo responsabilità in un eventuale deprezzamento degli immobili, appartiene alla schiera di coloro che contribuisce a creare allarmismo. È alquanto imbarazzante essere interrogata sulla svalutazione di un immobile da chi lo ha di fatto causato, anche se indirettamente”.

Le antenne 5G e non a Magnago

Altro tema riguarda lo stato di installazione e diffusione della rete 5G sul territorio di Magnago e Bienate e lo stato di installazione e diffusione delle antenne di telefonia mobile sul territorio di Magnago e Bienate. Alle domande di Brunini, la Grassi risponde fornendo dei dati: “In riferimento alla sola rete 5G, allo stato attuale, è presente sul territorio di Magnago l’antenna di Via Lamarmora”. Per il secondo punto, la Grassi specifica: “Nel nostro comune sono presenti: una (stazione radio base) antenna di telefonia Via Carroccio su proprietà privata, una (stazione radio base) antenna di telefonia Via Picasso, all’ecocentro comunale, una (stazione radio base) antenna di telefonia Via Calvi su torre dell’acquedotto, una microcella (staz. radio base di piccole dimensioni) in prossimità dell’antenna di Via Calvi, un ponte radio (con funzione di ripetitore) in Via Calvino”. A Magnago non è presente un piano antenne e neanche un regolamento comunale riguardante l’installazione di antenne per telefonia mobile. “Le aree (o meglio luoghi) sensibili sono stabiliti dalla Legge Regionale n. 11 dell'11 maggio 2001”.

Nuovo impianto a Bienate

Le domande di Brunini si fanno via via più specifiche in merito alla situazione dell’antenna in via Lamarmora. Il consigliere chiede, infatti, “se e quando è stata presentata formale richiesta di installazione presso l’ufficio tecnico per l’antenna di Via Lamarmora” e “se esistono attualmente ulteriori richieste presso l’ufficio tecnico in merito all’installazione di antenne per telefonia mobile”. Anche in questo caso risponde la Grassi: “La domanda è stata presentata il 26/11/2020 dalla società ILIAD ITALIA spa allo Sportello unico attività produttive presso la struttura unica decentrata per i comuni di Arconate – Bernate Ticino – Buscate – Casorezzo – Cuggiono – Magnago – Villa Cortese – con sede in Legnano. Per quanto riguarda la tipologia di richiesta, si tratta di Autorizzazione ai sensi dell’art. 87 del Dlgs n. 259 del 16.9.2003”. In merito ai nuovi impianti la Grassi specifica che “è in itinere la realizzazione di un nuovo impianto, già autorizzato, a Bienate. Si tratta di una nuova antenna 5G, che sarà collocata su palo della luce alla rotatoria dopo il cimitero. In questo caso si è esplicata l’azione dell’amministrazione per portare l’antenna su un palo già predisposto ad accogliere impianti di telefonia, secondo lo schema di accordo di collaborazione con Città Metropolitana per la realizzazione di torri faro nelle rotatorie, deliberato in Giunta il 5/09/2019. Tengano presente i cittadini che le richieste delle compagnie telefoniche sono per aree centrali dei nuclei abitati di Magnago e Bienate”.

Il tema dei bambini e dei portatori di pacemaker

Altra domanda riguarda la possibile presenza nelle abitazioni vicino all’antenna di bambini, donne in gravidanza o portatori di pacemaker. Sottolinea la Grassi: “La particolare natura degli impianti di radio-telecomunicazione rende l’installazione di tali manufatti compatibile con qualunque destinazione di zona, comprese le aree residenziali. La specifica normativa di settore non prevede valutazioni di tipo sanitario in capo ai comuni, che sono invece valutazioni di esclusiva competenza dello stato. Ricordo, tra l’altro, che in Italia è stato abbondantemente applicato il principio precauzionale di riduzione dei limiti di esposizione”.

Non previsto un tavolo di lavoro con la compagnia

Un tavolo di lavoro con la compagnia? Non previsto. I motivi sono espressi dalla Grassi: “L’installazione è compatibile con qualunque destinazione di zona, comprese le aree residenziali. Aggiungo che gli impianti in questione non possono essere assimilati agli edifici sotto il profilo edilizio-urbanistico e, quindi, non possono essere assoggettati ai limiti di altezza o di distanze proprie delle costruzioni. Non ci sono limiti di altezza o di distanza, se non quelli dettati dal superamento dei limiti di esposizione”. E ancora: “Le compagnie contattano i comuni, manifestando le proprie esigenze e richiedendo la disponibilità di aree pubbliche per l’installazione di nuovi impianti. In assenza di disponibilità di aree pubbliche, le compagnie si rivolgono ai privati. Le compagnie si rivolgono ai comuni preliminarmente, in virtù dell’accordo sottoscritto dalle stesse con Anci. È un accordo di cortesia. Potrebbero rivolgersi direttamente ai privati, senza nemmeno interrogare i comuni sulla disponibilità di aree pubbliche. I comuni non possono assolutamente concertare la localizzazione di un’antenna su un’area di proprietà di un privato, in virtù del fatto che il proprietario dell’area riceve un affitto dalla compagnia”.

Grassi: “Smetterla col terrorismo ambientale e sanitario”

Infine la Grassi puntualizza: “I cittadini vengono continuamente sottoposti a informazioni sbagliate e allarmati sull’inquinamento elettromagnetico. Sono informazioni che circolano in rete e che sono volutamente fuorvianti e volutamente allarmanti. Invito tutti a reperire informazioni sui siti di enti ufficiali, che sono: l’ISS per le valutazioni sanitarie e ICNIRP (International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection), ARPA per le valutazioni tecniche. Non ci sono attualmente prove scientifiche sufficienti a sostenere un rapporto diretto di causa ed effetto tra l’esposizione a campi elettromagnetici e il cancro, ma la comunità scientifica concorda sul fatto che sono necessari ulteriori studi. Proprio per questo motivo la legge italiana prevede limiti di esposizione che sono molto al di sotto dei valori soglia; se tali limiti sono rispettati, non vi sono prove scientifiche di rischi per la salute. Siamo continuamente esposti a campi elettromagnetici di ogni genere. L’utilizzo del telefono cellulare ci espone a un campo elettromagnetico. Anche se non ci sono correlazioni scientificamente provate tra uso del cellulare e cancro, sicuramente può essere una buona abitudine, limitarne l’utilizzo e tenerlo a distanza quando non utilizzato”. E infine una frecciata: “Concludo dicendo di smetterla col terrorismo ambientale e sanitario, che si fa forza delle paure e dei timori dei cittadini”.


Sara Riboldi

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