Legnano - Abusi sessuali su minore
Prete condannato in appello ma con attenuanti generiche
L'Arcidiocesi di Milano conferma la sospensione
Parla la madre del ragazzo

altalena

Condannato in appello don Mauro Galli, accusato di aver abusato sessualmente nel 2011 di un ragazzino di 15 anni a Rozzano, in provincia di Milano, ma con uno sconto di pena dovuto alla concessione delle attenuanti generiche. La condanna è dunque pari a 5 anni e 6 mesi. L’Arcidiocesi di Milano conferma la sospensione da ogni incarico pastorale. La mamma del ragazzo: “Ho ripreso a respirare”. Il parroco era noto anche a Legnano, in quanto dopo il trasferimento da Rozzano, era stato assegnato per alcuni mesi alla pastorale giovanile.

Condanna in appello a cinque anni e sei mesi

I giudici hanno concesso all’ex parroco di Rozzano, don Mauro Galli, le attenuanti generiche. Così, in parziale riforma della condanna in primo grado a sei anni e quattro mesi, per aver abusato sessualmente di un ragazzo di 15 anni, la Corte d’Appello di Milano ha condannato il don, noto anche a Legnano poiché per alcuni mesi era stato assegnato alla pastorale giovanile dopo il trasferimento da Rozzano, a una pena pari a cinque anni e sei mesi.

La vicenda in breve

La vicenda risale al 2011, a Rozzano, in provincia di Milano. Il ragazzo, di 15 anni, trascorre la notte a casa del parroco, dormendo nello stesso letto a due piazze, in vista delle attività previste per il giorno successivo. Dopo l’accaduto, don Mauro Galli è spostato da Rozzano a Legnano, assegnato alla Pastorale giovanile. Dopo poco il parroco viene nuovamente trasferito a Milano e poi a Roma. Durante gli anni e durante il processo di primo grado le posizioni sono state diverse: da un lato, il ragazzo racconta di aver subito abusi sessuali, dall’altra il parroco conferma di aver dormito nello stesso letto ma di non averlo toccato.

L’Arcidiocesi di Milano conferma la sospensione

In una nota pubblica l’Arcidiocesi di Milano conferma la sospensione del prete da ogni incarico pastorale: “Nel prendere atto della sentenza, l’Arcidiocesi di Milano conferma che don Galli resta sospeso da ogni incarico pastorale e non può esercitare pubblicamente il ministero sacerdotale. Per quanto riguarda il processo canonico, si è conclusa la valutazione da parte del Tribunale ecclesiastico regionale lombardo ed esso prosegue secondo le disposizioni date dalla Sede Apostolica. In attesa di conoscere l’esito finale di questi procedimenti, l’Arcidiocesi desidera ancora una volta esprimere la propria vicinanza alla vittima, alla sua famiglia e a tutti coloro che hanno ingiustamente sofferto”.

La mamma Cristina: “Ho ripreso a respirare”.

La madre del ragazzo, Cristina Balestrini, era presente in aula, durante la lettura della sentenza. Dopo anni di dolore e di battaglie, ha ritrovato un po’ di serenità nella decisione dei giudici: “Una sorta di liberazione da un incubo. La conferma della condanna era scontata per la maggior parte delle persone che ci conoscono e che hanno seguito tutta la vicenda. Razionalmente questo era il pensiero, ma emotivamente era tutta un’altra storia. Al suono della campanella per l’entrata dei Giudici in aula ci siamo alzati in piedi tutti, come a ogni udienza. In quel momento non sentivo più il battito del mio cuore, mi sembrava che anche il tempo si fosse fermato, anche il respiro era in sospeso. Avevo in mano un blocchetto sul quale ho potuto scrivere poche note, non potevo rischiare di non ricordare: 5 anni e 6 mesi, concesse le attenuanti generiche di cui all’art. 62 n. 6. In quel momento ho ripreso a respirare”. Un respiro colmo di fede, la stessa che l’ha accompaganta in tutto questo tempo. Continua Cristina. “Subito ho rivolto lo sguardo a Colui che si trovava in fondo all’aula: appeso sopra la porta, nascosto, un Crocifisso. Ho finalmente potuto dire un ‘Grazie!’, in silenzio”.


Sara Riboldi

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