Inveruno - 218mila euro chiesti dall'Agenzia delle Entrate
Discussione in consiglio comunale

school

Nuovo polo scolastico, l'Agenzia delle Entrate chiede oltre 218mila euro come imposta per l'atto di permuta con cui l'amministrazione ha acquisito l'area ex Belloli per realizzare il plesso scolastico. Il Comune anticipa la somma per evitare sanzioni dietro specifici accordi con la società immobiliare ormai ex proprietaria dell'area ed è già stata avviata la procedura per la richiesta di rimborso per l'intero importo all'Agenzia delle Entrate. Il tema è stato discusso in consiglio comunale attraverso un'interrogazione presentata dal gruppo di minoranza 'Insieme per Inveruno e Furato', che ha dato il via a un'ampia discussione in merito. L'interrogazione risale alla fine di gennaio scorso ma è stata discussa soltanto nel consiglio comunale di lunedì 6 luglio a causa del posticipo dei vari temi amministrativi per via del lockdown, periodo che ha visto un'attiva collaborazione tra maggioranza e opposizione. Ora lentamente si sta tornando alla normalità e si riprende anche il naturale dibattito politico sui temi lasciati in sospeso.

Un passo indietro

La vicenda che riguarda l'iter per la realizzazione della nuova scuola sull'area ex Belloli è complessa. L'Amministrazione acquisisce la struttura produttiva dell'ex oleificio attraverso una procedura di permuta. Un'area che occupa circa 20.000 metri quadrati, abbandonata dai primi anni Ottanta. Alla società immobiliare, ormai ex proprietaria dell'area, il Comune cede l'area di via Manzoni. La permuta avviene il 2 ottobre 2019. A dicembre viene pubblicata all'albo pretorio una determina in cui si fa riferimento al pagamento dell'imposta di registro in forma agevolata pari a 200 euro, anziché di 218.708,75 euro.

La richiesta dell'Agenzia delle Entrate

L'Agenzia delle Entrate richiede invece la somma di 218.508,75 euro con avviso di liquidazione indirizzato direttamente al notaio, il 4 dicembre 2019, come differenza tra la somma versata e quella dovuta secondo l'Agenzia delle Entrate. L'Agenzia impone il pagamento dell'intera somma entro un termine di 15 giorni. In caso contrario, sarebbe scattata una sanzione di altri 70mila euro. La notifica, come detto, arriva al notaio - garante della legittimità dell'atto - ma la responsabilità è in solido tra la ex proprietaria dell'area Belloli e Comune di Inveruno. A questo punto l'Amministrazione, in un'ottica di tutela per l'Ente, sigla un accordo con la ex proprietaria dell'area.

L'accordo

L'accordo prevede che il Comune anticipi la somma da versare tramite notaio all'Agenzia delle Entrate (operazione già effettuata) in modo da evitare sanzioni. Nel frattempo, il notaio avrebbe attivato la procedura di riesame in autotutela, procedura appunto avviata. In sostanza, si tratta di chiedere all'Agenzia delle Entrate di revisionare il tutto. La società si impegna a contribuire alla spesa del 50 per cento, spesa da liquidare dopo la vendita dell'area di via Manzoni (oggetto di permuta) oppure al momento di un'eventuale realizzazione, da parte sua, della parte residenziale e commerciale della stessa area, alla stipula della convenzione per l'attuazione del Piano Attuativo previsto sull'area come da PGT. Insomma, il Comune anticipa ma poi la quota è suddivisa al 50 per cento. Qualora poi l'Agenzia delle Entrate ritenesse di restituire la somma versata, allora il Comune di Inveruno restituirebbe l'eventuale quota già versata dalla società.

I dubbi della minoranza

A questo punto però il gruppo di minoranza esprime tutti i suoi dubbi, a partire dalla mancanza nella determina di una "data ultima come tempistica di rientro e con un'eventuale copertura assicurativa fideiussoria per tutelare l'ente nell'eventualità in cui tale cifra non venga restituita alI'Ente". E ancora il gruppo di minoranza sottolinea che: "La spesa complessiva di 218.508,75 euro si deve imputare nel bilancio di previsione 2019/2021, nell'annualità 2019 (...)", evidenziando che il capitolo del bilancio utilizzato per il pagamento del 50% spettante al Comune di Inveruno rientri nelle spese di investimento, "risultando di fatto una spesa discutibile vista la finality dello stesso", mentre iI capitolo del bilancio utilizzato per il pagamento del 50% spettante alla società "si identifica nelle uscite per partite di giro risultando di fatto un'entrata non certa e rischiosa per l'Ente".

Le domande della minoranza

Le domande sono chiare. La minoranza chiede se il 50 per cento spettante alla società sia stato a oggi "versato nei confronti del Comune di Inveruno per contribuire alla spesa sostenuta e nel caso opposto se si conosce una data comunicata dalla società per il rientro di tale cifra; per quale motivazione non sia stato inserito nel testo della determina una data in cui si obbligava la società a contribuire alla spesa sostenuta senza invece vincolare il pagamento subordinato a due vincoli imposti all'Ente; per quale motivazione non è stato inserito nel testo della determina la richiesta di una copertura assicurativa fideiussoria affinché si tutelasse l'ente nell'eventualità in cui tale cifra non venga restituita all'ente". E ancora: "Per quale motivazione l'Amministrazione comunale non ha provveduto all'eventuale spostamento dei fondi necessari per il pagamento dell'imposta poi richiesta dall'Agenzia delle Entrate nella variazione di bilancio dello scorso venerdì 29 novembre 2019 invece di optare a una determina di settore; se il capitolo di spesa utilizzato per pagare la quota spettante al Comune di Inveruno sia finanziato esclusivamente dal contributo finalizzato ricevuto per la costruzione del nuovo plesso scolastico oppure anche con fondi comunali". Infine, la minoranza chiede se l'Amministrazione si sia informata e con quali modalità all'Agenzia delle Entrate "per avere una certezza sull'importo dovuto" e secondo quali criteri è stato scelto il notaio per espletare l'atto di permuta.

La spiegazione del sindaco

A rispondere punto per punto è il sindaco, Sara Bettinelli: "A oggi la società non ha versato la quota del 50 per cento per  i motivi indicati nella Pec del 13 dicembre 2019 nella quale la società si impegna a contribuire alla spesa ella misura del 50 per cento di quanto dovuto all'Agenzia delle Entrate da liquidarsi al Comune di Inveruno al verificarsi della vendita dell'area di via Manzoni, oggetto di permuta, o nel caso la società realizzasse direttamente l'intervento sull'area alla stipula della convenzione per l'attuazione del piano attuativo previsto come da PGT. La società non dispone di una data certa per le tempistiche subordinate agli eventi di cui al punto precedente. L'Ente ha ritenuto adeguato l'impegno sottoscritto, evidenziando che l'obbligo sopraggiunto improvvisamente è in solido tra le parti, quindi la sottoscrizione dell'accordo tutela l'Ente rispetto al recupero, non automatico, del 50 per cento della somma. Si evidenzia altresì che il mancato pagamento della somma richiesta entro i termini indicati dall'Agenzia avrebbe esposto l'Ente a un danno economico certo determinato dalla sanzione che sarebbe immediatamente scattata di circa 70 mila euro che sarebbe aumentata nel tempo e non ristorata nel caso di accoglimento della richiesta di restituzione". E riguardato alla mancata attivazione di una polizza fideiussoria? Risponde la Bettinelli: "I tempi strettissimi concessi dall'Agenzia delle Entrate non hanno permesso l'attivazione di una polizza fideiussoria. Si evidenzia che altresì che è già stata avviata la procedura per la richiesta all'Agenzia delle Entrate di rimborso per l'intero importo. Le tempistiche si sono dilatate a causa della chiusura dell'Agenzia delle Entrate per l'emergenza Coronavirus". In merito alla variazione di bilancio, il sindaco replica: "Alla data del 29 novembre 2019 l'Ente non era a conoscenza dell'avviso di pagamento emesso e inoltrato al notaio e quindi non poteva prevederlo. La comunicazione è pervenuta il giorno 4 dicembre 2019 ormai troppo tardi per procedere a una variazione di bilancio". Per le altre due domande, le risposte sono brevi: "La spesa per pagare la quota di spettanza del comune è stata finanziata con fondi propri comunali essendo il contributo finalizzato alla progettazione e realizzazione del nuovo polo scolastico. I tempi concessi dall'Agenzia delle Entrate - 15 giorni - hanno permesso una interlocuzione informale tra il notaio e l'Agenzia delle Entrate stessa dove si è evidenziato che l'Agenzia non avrebbe potuto prendere in considerazione le eccezioni sollevate se non a seguito di una richiesta formale di rimborso adeguatamente argomentata". Infine, per quanto riguarda i criteri di selezione del notaio, l'Ente ha avuto il nominativo a seguito di indagine informale fra diversi professionisti del settore e "dopo aver verificato le capacità professionali in materia è stato chiesto un preventivo di spesa che l'Ente ha accettato dopo averlo ritenuto congruo".

Replica della minoranza

Non soddisfatto del contenuto delle risposte è il membro del gruppo di opposizione Yuri Garagiola: "Sono soddisfatto per le risposte ma non sono soddisfatto per i contenuti delle risposte. Non contesto i motivi della scelta. Ovvio, il Comune ha dovuto preservare l'Ente affinché non si pagasse una sanzione, quindi quell'aspetto non è mai stato messo in dubbio ma la modalità con cui stata fatta a scelta. Per il fatto che la società non abbia versato, non lo trovo rispettoso nei confronti dell'Ente. Trovo assurdo che l'Ente debba sottostare ai due vincoli sottoposti dalla società, io non lo trovo corretto. Per quanto riguarda il fatto che non ci sia una data certa, anche questo aspetto non lo trovo corretto nei confronti dell'Ente perché l'Ente si è impegnato a coprire la parte della società di 109 mila euro che in questo momento storico per Inveruno erano una cifra molto importante sia per l'Ente sia nei confronti dei cittadini di Inveruno. Per quanto riguarda la copertura assicurativa, non vorrei sbagliarmi, ma per stipulare una copertura assicurativa fideiussoria si parla dalle 24 alle 48 ore. Quindi non tempi biblici. Volendo si poteva trovare una soluzione o almeno cercare di tamponare la questione con eventuali dati di rientro o comunque impegnare la società in maniera differente. Per quanto riguarda la variazione di bilancio, posso capire che l'Ente non poteva essere a conoscenza della cifra totale però avendo l'ampiezza del terreno si poteva ipotizzare una cifra nel caso in cui non si fossero accolti i 200 euro. Avrei preferito una variazione piuttosto che una determina di settore. Non contestiamo la scelta fatta, ma trovo molti più vincoli per l'Ente e pochissimi per la società. A oggi non vedere un vincolo temporale  o una eventuale copertura nei confronti dell'Ente mi ha preoccupato".

Bettinelli: "Modo di procedere anomalo da parte dedell'Agenzia delle Entrate"

Precisa la Bettinelli: "Rispetto alla variazione di bilancio, il percorso che è stato avviato è stato quello di riconoscere all'Agenzia delle Entrate una tassa di 200 euro. Se fossero stati messi nella variazione di bilancio 200 mila euro voleva dire che prima della decisione da parte dell'Agenzia delle Entrate già noi si sosteneva di aver sbagliato la procedura; B nel qual caso in cui invece la procedura fosse stata dichiarata corretta - come noi riteniamo corretta, tanto è che chiediamo il rimborso di quei solidi - quei 200mila euro sarebbero andati in avanzo". La Bettinelli poi sottolinea l'iter seguito da parte dell'Agenzia delle Entrate: "Si sottolinea che il modo di procedere da parte dell'Agenzia delle Entrate è stato anomalo rispetto alla consuetudine, eccependo essa un vizio di forma direttamente al notaio e non invece mettendo in discussione le questioni di sostanza. Tale percorso adottato ha impedito all'Ente di poter anticipare una mera quota - parte del richiesto - per poi ricorrere, imponendo invece in solido alle parti di anticipare il pagamento della totalità della somma per poi poterne chiedere la restituzione dopo verifica". Incalza il sindaco: "Tu, Agenzia delle Entrate, a nostro modo di vedere non puoi contestare un vizio di forma e notificare solo al notaio non notificando alle parti, mettendo nella condizione le parti di essere obbligate in solido e obbligando almeno una delle parti entro 15 giorni a dover pagare la totalità dell'ammontare della cifra rivendicata per poi discuterne. Se tu invece, Agenzia, contesti il fatto che noi abbiamo sostenuto un'argomentazione sbagliata allora a quel punto l'argomentazione me la devi fare nella sostanza della questione non nella forma. Nel caso tu me l'avessi contestata nella sostanza cosa sarebbe accaduto? Che la notifica da parte dell'Agenzia delle Entrate sarebbe arrivata direttamente alle parti interessate. Questo avrebbe messo le parti interessate nella condizione di dover anticipare solamente 1 terzo del dovuto per poi fare ricorso. Esprimiamo il atto che anche questa modalità operata da parte delle Agenzie delle Entrate ci fa essere ancor più forte nella nostra idea di aver seguito la strada giusta e che noi andremo avanti sostenendo la nostra posizione". Ora resta da attendere la risposta dell'Agenzia delle Entrate.


Sara Riboldi

Condividi questo articolo su:

Sommario: