EDITORIALE Castano Primo - Coronavirus e vaccini, due parole:
collaborazione e silenzio

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EDITORIALE Castano Primo - Quando si muore, il vuoto che provano famiglie, parenti e amici è enorme. Non si è mai pronti quando un nostro caro ci lascia. Può essere d'improvviso o ci si può cercare di prepararsi ma quando accade, il dolore sembra fagocitare ogni goccia della nostra anima. Con il Coronavirus, tutto questo vuoto è diventato ancora più pressante. Nessun saluto, nessun ultimo abbraccio. Solo un tremendo e terribile vuoto. A Castano Primo sono stati giorni particolarmente difficili, segnati da decessi. La scomparsa di due persone anziane ha spezzato la speranza di molti di riprendere il percorso verso la normalità, sindaco incluso. In particolare, il primo cittadino ha segnalato un fatto grave: la morte di un'anziana rimasta senza vaccino, sottolineando le criticità che ha ravvisato nella gestione vaccini lombarda e ribadendo le sue richieste a Regione di far intervenire i Comuni. Una linea che ha provocato un forte disappunto da parte di alcune minoranze. Al di là però delle considerazioni politiche, resta una sola e unica verità: il Coronavirus ha strappato via un'altra vita. Siamo a conoscenza di alcuni nomi di persone che non ce l'hanno fatta. Sarebbe dunque forse 'semplice' riportare un nome o chiedere alla famiglia una foto. Ma non è giusto farlo. Non è giusto perché queste morti, assurde e tremende, meritano solo un rispettoso silenzioso, senza troppe parole. Così come i cari di queste persone meritano di poter vivere il loro dolore nella loro intimità. Giusto o sbagliato segnalare i casi di anziani rimasti senza vaccino? Non abbiamo una risposta e lo diciamo con molta onestà e trasparenza. Forse il parlarne, con i dati alla mano, potrebbe servire a migliorare la situazione. Forse invece più che parlarne bisognerebbe intensificare le azioni concrete, a tutti i livelli, per evitare che i più fragili rischino di restare senza vaccino e siano dunque più vulnerabile. Tutte le comunità, in genrale, devono trovare la forza di attivarsi per proteggere le persone più fragili e anziane, a partire dall'indossare la mascherina e dal distanziamento. Le istituzioni però devono per prime dare l'esempio - a ogni livello - e attivarsi in un'ottica di collaborazione. Il tempo non può tornare indietro. Lo sapeva bene Seneca nelle sue delicate riflessioni. Ma noi possiamo usare il tempo anostra disposizione per stare con i nostri cari e per proteggerli il più possibile, collaborando. Non è tempo questo per altro tranne che collaborare. E le istituzioni pe rprime devono collaborare, a tutti i livelli. Per il resto, silenzio. Le parole non servono.


Sara Riboldi

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