Castano Primo - Unioni civili, la testimonianza a distanza di 5 anni dalla legge

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Castano Primo - 17 maggio 1990: l’Oms cancella l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali. 20 maggio 2016: viene approvata la legge numero 76 in merito alle unioni civili. Di passi avanti se ne sono fatti tanti ma la strada è ancora lunga. Per festeggiare la ricorrenza dell’Oms il sindaco Giuseppe Pignatiello ha pubblicato sui social l’immagine della prima unione civile a Castano Primo, tra Luca e Danilo, “perché l’amore è semplicemente amore”. Noi abbiamo raccolto la riflessione di Luca: “Abbiamo coronato un sogno”.

L'amore è semplicemente amore

Per celebrare la ricorrenza di 31 anni fa in cui l’OMS ha cancellato l’omosessualità dalla lista di malattie mentali e la giornata internazionale contro omofobia, lesbofobia, bifobia e transfobia, il sindaco di Castano Primo, Giuseppe Pignatiello, ha pubblicato sui social una fotografia della prima unione civile a Castano Primo: quella tra Luca e Danilo. Scrive il primo cittadino: “Esattamente 31 anni fa, l'OMS ha cancellato l'omosessualità dalla lista delle malattie mentali. Esattamente 3 anni fa, ho avuto l'onore di essere il Sindaco della prima Unione Civile celebrata a Castano Primo: mi emoziona ancora ripensare a quel meraviglioso SÌ all'Amore, alla Vita, pronunciato da Luca e Danilo nella nostra Villa Rusconi. Perché l'Amore è semplicemente Amore, e niente e nessuno al mondo può impedire questa straordinaria forza che ci rende vivi. E insieme, vinceremo le nuove battaglie civili che ci aspettano, come l’approvazione del DDL Zan: perché è una battaglia di civiltà, libertà e democrazia!”.

La testimonianza

Luca ricorda bene quel giorno: il 28 aprile 2018, il giorno della sua unione civile con Danilo, un riconoscimento ufficiale del loro amore. Racconta Luca: “Per me e per Danilo è stato un giorno speciale e indimenticabile. Abbiamo coronato un sogno, che fino a poco prima sembrava irrealizzabile in Italia. Ha avuto molta importanza il fatto che a celebrare sia stato un nostro caro amico, che ha fatto un discorso commovente. È stato bello avere le persone della nostra famiglia e i nostri più cari amici ad accompagnarci in questo momento. È stato tutto perfetto”. La perfezione di due cuori che battono all’unisono e che vogliono restare uniti per sempre. Un momento che Luca e Danilo porteranno sempre dentro di loro. Ma bisogna guardare al futuro: “Quello che mi auguro, e comunque già da allora sono state tante le unioni civili, è che la cosa non sia più da considerarsi un evento diciamo ‘eccezionale’, ma venga considerato come la normalità, la normalità dell'amore tra due persone che si amano e vogliono costruire una famiglia. Diciamo che qualche passo lo si sta facendo. Lentamente ma sono pur sempre passi avanti... Mi auguro che un giorno venga trattato il tema delle adozioni, che in paesi come la Spagna sono ormai consolidate, ma credo che l'Italia su questo sia troppo chiusa”.

Tra genere e stereotipi

La legge 20 maggio 2016, n.76 (entrata in vigore il il 5 giugno 2016) segna una svolta importante in Italia perché riconosce finalmente il diritto di unione a persone dello stesso sesso. Certo, non si riconosce ancora il diritto al matrimonio ma è un notevole passo in avanti per i diritti delle persone. Soprattutto in una società ancora fortemente caratterizzata dalla rigidità del concetto di genere, rigidità che condiziona le identità e le scelte degli individui. L’identità sessuale comprende infatti non solo il concetto di sesso biologico, ma anche l’identità di genere, l’orientamento sessuale e l’espressione di genere. Proprio l’espressione di genere è fortemente influenzata dalle aspettative e dagli stereotipi legati al genere. Un concetto rigido, dicevamo, che tiene spesso conto delle caratteristiche sessuali del corpo a cui sono legate appunto aspettative di comportamento, non lasciando spazio alla varietà legata all’identità sessuale di una persona. Ora però di passi in avanti se ne stanno facendo ma è necessario continuare a lavorare affinché, come sottolinea Luca, le unioni civili rientrino nella quotidianità delle persone e delle loro menti e che l’Italia si apra a una discussione seria anche in tema di adozioni. Perché l’amore è amore e basta, senza se e senza ma.


Sara Riboldi

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