Castano Primo - La Don Guanella riapre le porte
Il primo dolce incontro dopo mesi di isolamento

incontro

Diego Colombo lavora alla RSA Don Guanella, a Castano Primo. Nessun contagio nella struttura. Un segnale forte della capacità di operatori e dirigenza di far fronte all'emergenza. Ora, dopo mesi di isolamento, la RSA riapre le sue porte, permettendo ai parenti degli ospiti di far loro visita. L'incontro tra il primo parente che fa visita a un'anziana degente è stato commovente. Divisi da una lastra di plexiglass, che però non è riuscita a spezzare le emozioni nate da quell'incontro. Emozioni che sono state colte dallo scatto fotografico di Diego e dal suo racconto, che riportiamo senza aggiungere ulteriori parole. Le emozioni sono belle così. Da respirare. (Sara Riboldi)

Le emozioni di un incontro

Il primo ingresso di un parente nella Casa di Riposo in cui lavoro, dopo mesi in cui i degenti non hanno potuto ricevere visite. Il protocollo da rispettare è rigido, ma non è qualcosa su cui si possa avere margine di discrezionalità. Il visitatore deve farsi misurare la temperatura corporea all'ingresso, indossare la mascherina, igienizzare le suole delle scarpe camminando su tappetini specifici, sanificare le mani con apposito gel, compilare svariati moduli di autocertificazione e liberatorie.. E soltanto allora può andare dinanzi alla porta in plexiglass oltre la quale lo attende il suo caro. Piccoli fori ad altezza di 1 metro e 50 cm per consentire un minimo passaggio di suono attraverso il plexiglass... Un operatore nella stanza in cui sta il degente, per mediare la conversazione a causa dell'ipoacusia, condizione comune negli anziani. Non si può toccare la barriera di plexiglass. 15 minuti di colloquio, poi il visitatore deve andar via, e per ritornare dovrà attendere che tutti gli altri degenti abbiano ricevuto le loro visite. A spanne quindi una visita ogni 3 settimane. È poco.. .e la modalità di visita è assai triste... Ma è tutto quello che ci è consentito fare per ora. Tuttavia, anche in questo contesto la gioia del ritrovarsi trova una via... Come quei fiori che si fanno strada perfino tra le crepe del cemento. Ci si sorride, ci si parla, ci si manda baci con le mani, si ride e si piange insieme, seppur divisi da una limite trasparente e invalicabile. Si avvicina lo smartphone alla barriera, per far vedere nipoti e pronipoti...perché si sa, a una certa età la memoria va tenuta in allenamento. "Ti trovo bene dai..."..."Mangi?"..."Fai la fisioterapia?"... "Canottiere ne hai abbastanza?". Sono queste le domande e gli argomenti, dietro ai quali si celano affetto, attenzione e desiderio di vicinanza. I 15 minuti trascorrono in un battito di ciglia... ed è già ora di andare. Il parente esce, tutta l'area viene sanificata, e avanti il prossimo. Nell'aria rimangono però parole sospese ed emozioni forti che saturano la stanza e che nessun gel battericida può cancellare.


Diego Colombo

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