Castano Primo - Moschea in città? Il TAR ha accolto il ricorso dell’associazione Madni nei confronti del Comune di Castano Primo per quanto riguarda il nuovo stop ai lavori della struttura in via Friuli per ospitare le attività dell’associazione, fra le quali anche quella di preghiera. Il provvedimento del Comune è dunque annullato e riprende validità il permesso di costruire originario. I gruppi di minoranza alzano la voce e chiedono conto all’amministrazione guidata da Pignatiello delle scelte fatte e delle numerose cause giudiziarie portate avanti. Il primo cittadino rimanda le ‘accuse’ al mittente. Gazebo della Lega domenica 20 giugno.
L’associazione Madni presenta il ricorso verso la determinazione del 2 ottobre 2020 che confermava l’annullamento del permesso di costruire n. 17 / 2015 rilasciato il 15 gennaio 2016 all’associazione culturale Madni per opere di ampliamento e cambio di destinazione d’uso (da residenza a servizi alla persona) di un immobile di sua proprietà nel Comune di Castano Primo, in Via Friuli n. 1. Il permesso di costruire del 15 gennaio 2016 era stato annullato in autotutela dal Comune già una prima volta con provvedimento del 13 marzo 2017, impugnato appunto dall’Associazione Madni. Il TAR, con la sentenza non definitiva, nel 2018 dichiara infondati tutti i motivi del ricorso, eccetto quello in relazione alla legittimità costituzionale dell’articolo 72 della legge regionale lombarda 12 / 2005 e affida la decisione alla Corte Costituzionale. La Corte, con sentenza del 5 dicembre 2019, dichiara l’illegittimità costituzionale dell’articolo 72 citato. Con una nuova sentenza, il 10 agosto 2020, il TAR si pronuncia definitivamente e accoglie il ricorso avverso il primo atto di annullamento in autotutela del permesso di costruire. L’assenza del piano delle attrezzature religiose non può costituire motivo ostativo all’insediamento di una struttura religiosa. Il Comune di Castano Primo però dispone un nuovo annullamento in autotutela del permesso di costruire per alcuni aspetti di criticità, come il numero indeterminato dei destinatari, l’area altamente residenziale, la carenza di parcheggi e in generale difficoltà legate alla viabilità. La Madni presenta un nuovo ricorso al TAR e lo vince. I lavori potrebbero ripartire anche subito.
L’associazione Madni ha già dichiarato di voler dialogare sia con il Comune sia con le persone. Per il momento, quindi, sta approfondendo la questione e i lavori sono momentaneamente fermi. Dal canto suo, anche l’amministrazione Pignatiello sta approfondendo la questione e sta cercando di valutare la possibilità di una scelta condivisa. Al momento non si sa ancora se il Comune deciderà di ricorrere al Consiglio di Stato o meno. Le strade sono dunque ancora tutte aperte.
Intanto, i gruppi di minoranza sono sul piede di guerra. Roberto Colombo, portavoce in consiglio comunale del gruppo Castano di Centrodestra, commenta a nome del gruppo del quale è portavoce: “Un clamoroso pasticcio, una serie infinita di errori e mistificazioni. In merito a tale faccenda questa amministrazione sta mettendo in luce il peggio di sé e ciò, a nostro giudizio, deriva dal comportamento ambiguo che la stessa sta tenendo. La fondata impressione che abbiamo è che il Sindaco stia giocando su più tavoli: ai cittadini dice che non consentirà la costruzione della moschea; a Madni - considerati i dati di voto della componente straniera alle tornate elettorali – evidentemente dice che li aiuterà a costruire la moschea. Insomma, un'amministrazione che non ha nemmeno il coraggio delle proprie idee e che si scontra con un Sindaco che necessita di consenso personale per la propria carriera politica”. Nette le dichiarazioni di Castano di Centrodestra: “Un'amministrazione che inizialmente ha dato la colpa a un errore del tecnico comunale (scaricandolo) e dicendo che la giunta non aveva mai visto il progetto (una dichiarazione assurda). Poi, in campagna elettorale 2019, la colpa è stata attribuita alla precedente amministrazione e a Regione Lombardia. Oggi sarà il TAR a sbagliare? Dovremo perdere anche davanti al Consiglio di Stato pur di non ammettere i gravi errori commessi da questa Amministrazione? In realtà, il regalo elettorale (il permesso di costruire rilasciato pochi mesi dopo l'elezione della I amministrazione Pignatiello) si è scontrato con le lamentele dei cittadini per quanto si voleva realizzare; in modo illecito (lo ha dichiarato il TAR lo scorso anno) l'Amministrazione ha fatto un dietrofront. Ad agosto dello scorso anno, appunto, dopo la sentenza che ha definito il primo giudizio, la seconda amministrazione Pignatiello ha avviato un nuovo procedimento di revoca del permesso di costruire, anche questo dichiarato illegittimo. Nel mezzo abbiamo lo sperpero di soldi comunali che, in base ai nostri calcoli sommari, si aggirano a oltre 30.000,00 euro di spese per consulenze, assistenza e patrocini legali, rimborsi alla Madni (ogni volta l'Amministrazione è stata condannata anche a rifondere le spese), senza considerare il tempo perso dagli uffici per seguire tale vicenda. Insomma, una vicenda incresciosa, che non pare trovare una conclusione a causa della mancanza di trasparenza di un'Amministrazione che non ha nemmeno il coraggio di definirsi di sinistra e che si nasconde dietro l'ombra della lista civica”.
Sulla questione dei costi per le spese legali interviene ance Alberto Moiraghi Comitato per Castano): “Chiediamo di essere informati tempestivamente appena l’associazione Madni e il Comune decideranno di incontrarsi e in seguito di essere informati su ciò che emergerà dall’incontro. Inoltre, chiediamo che l’amministrazione prepari un resoconto con tutte le spese legali e le sanzioni che il Comune ha dovuto sostenere dall’inizio della vicenda a oggi. Vogliamo, inoltre, capire in previsione di un possibile ricorso al Consiglio di Stato, le spese che si prevedono di sostenere. La vicenda è stata gestita male, ora però si tratta di uscirne e capire con quali modalità”.
Netta anche la posizione di Giovanni Griffanti, che sottolinea l’annullamento del permesso di costruire dopo anni dalla sua concessione: “La recente sentenza del TAR è molto chiara: in spregio ai termini di legge, l'Amministrazione Pignatiello ha cercato di revocare un permesso di costruire rilasciato all’Associazione Madni oltre cinque anni fa e sulla cui legittimità si era già espresso il Tribunale amministrativo. È singolare che il nostro Comune cerchi di annullare un permesso di costruire dopo anni dalla sua concessione e lo faccia incaponendosi in inutili diatribe giudiziarie. Mi auguro che il modus operandi dell'Amministrazione non influenzi le scelte di chi vorrebbe costruire a Castano Primo. Nel merito della questione, i timori dei cittadini e soprattutto di chi vive in via Friuli sono il risultato della incapacità di chi ci amministra di chiarire la propria posizione e, ancor prima, di spiegare che cosa sia questo ‘centro culturale’. .È chiaro che questa amministrazione è impreparata ad affrontare un tema così delicato come quello della libertà religiosa. Lungi dall’essere reale veicolo di conoscenza e di integrazione, il Sindaco sta cercando di prendere tempo nella speranza di lasciare ad altri il compito di risolvere il casus belli”.
Anche Daniele Rivolta (Lega) commenta in modo netto: “Di tutto ciò che viene detto, solo una cosa è importante. La concessione del permesso di Costruire della Moschea data da Pignatiello all’Associazione Madni. Un atto incomprensibile, con un Sindaco che da una parte augura ‘Buon ramadan’ e dall’altra finge di annullare il permesso. Deve essere chiaro a tutti che Pignatiello ha sbagliato e noi ne stiamo pagando le conseguenze”. La Lega ha già annunciato un gazebo per domenica 20 maggio dalle ora 9.30 in piazza Mazzini.
Rimanda le ‘accuse’ al mittente il sindaco, Giuseppe Pignatiello: “Attualmente stiamo ancora approfondendo la questione, particolarmente difficile e complicata. L’obiettivo dell’amministrazione resta quello di provare a trovare una collaborazione; l’obiettivo principale è quello di considerare quelli che sono gli interessi di tutti - sia dei cittadini residenti sia dell’associazione - in modo da creare una situazione che possa permettere a tutti di vivere in una realtà e in una comunità coesa e attenta ai bisogni di tutti. Naturalmente nel momento in cui non si riuscisse a ottenere questo obiettivo è aperta qualsiasi tipo di strada e quindi decideremo come muoverci ; la speranza resta quella della collaborazione, del rispetto reciproco e della condivisone. La nostra amministrazione non ha mai cambiato punto di vista, ha sempre cercato una collaborazione; fino a oggi forse non ci siamo riusciti come volevamo, ma speriamo che sia possibile raggiungere quella condivisione che riteniamo fondamentale nella comunità. Mi dispiace dover constatare che si va a cercare la pagliuzza nell’occhio altrui senza considerare trave nel proprio occhio. L’amministrazione Pignatiello credo che sia stata coerente dal primo giorno qui non si tratta di essere di destra o di sinistra, qui si tratta di diritti imprescindibili di tutti, quindi il diritto a professare la propria religione, naturalmente all’interno di determinate regole e nel rispetto di tutta quanta la comunità. Questo è il tentativo che l’amministrazione ha portato avanti dal primo giorno soprattutto con grande attenzione a quelle che erano le regole stabilite da Regione Lombardia che purtroppo non erano state gestite al meglio per mancanze al di là di quelle che sono le posizioni dell’amministrazione comunale. L’amministrazione con grande attenzione al consiglio comunale, alle regole e all’istituzione Regione Lombardia è intervenuta con un intervento in autotutela, il TAR ha evidenziato la bontà dell’intervento dell’amministrazione evidenziando anche nel merito la ragione totale da parte dell’amministrazione Pignatiello; nel frattempo è stato richiesto un intervento della Corte costituzionale e la corte costituzionale ha stabilito l’illegittimità della legge regionale rispetto a quei commi che andavano a rendere indispensabile il passaggio in consiglio comunale quindi il bisogno di stabilire uno strumento religioso rispandendo i diritti da parte dell’associazione Madni. Quindi se c’è un errore alla base è quello di regione Lombardia. Se c’è qualcuno che purtroppo parla politicamente non considerando quelle che sono le realtà dei fatti e quelli che sono gli interessi dei cittadini quelli legittimi è proprio Castano di centrodestra che prova a togliere una colpa di Regione Lombardia, non si capisce per quale motivo, che è evidente, chiara e trasparente. L’amministrazione dato che ha ritenuto dal punto di vista urbanistico sulla base di dei pareri della parte tecnica, delle problematiche collegate alla viabilità e parcheggi ha deciso di ricorrere ulteriormente in autotutela e la nuova sentenza del TAR ha stabilito che non fosse questa la modalità e che quindi aveva ragione l’associazione Madni. L’amministrazione non ha finto di intervenire contro una determinata situazione, è intervenuta dando delle motivazioni che non sono certo le motivazioni dei razzisti e degli estremisti ma sono le motivazioni di chi ritiene che alla base di una comunità che vive in condivisone ci debbano essere delle situazioni, chiare trasparenti e corrette. Rimando a Castano di centrodestra quelle che sono le loro istanze. Partendo poi dal presupposto che il tutto, senza dare alcuna colpa, parte dall’amministrazione di cui il consigliere Colombo era allora vice sindaco, che dà l’ok all’associazione Madni per avere proprio un centro in via Friuli. Questo è un dato di fatto, basta riprendere i documenti. La stessa Lega che fa l’accordo con Castano di centro destra che oi si dividono poi si riuniscono poi si dividono ancora è lo stesso gruppo che contrario ma al tempo stesso fa l’accordo con Colombo che era vice sindaco quando viene fatta questo tipo di scelta. Forse qui l’incoerenza non è quella dall'amministrazione che non ha mai cambiato il proprio punto di vista ma l’incoerenza è quella di chi da una parte dà l’ok mentre dall’altra parte si mostra contrario che castano dic entro destra al posto di parlare dell’amministrazione dica cosa avrebbe fatto al posto dell’amministrazione al posto di rispondere solo con silenzi e con attacchi sterili che nulla servono e nulla danno in più o in meno a tutta quanta la nostra comunità”.
Sara Riboldi
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