Castano Primo - Luogo di culto a Castano Primo, parla il segretario dell’associazione Madni, Hafiz Dildar: “I lavori inizieranno presto; tutti potranno entrare e l’area sarà videosorvegliata”. Intanto al primo congresso a Magenta di ‘La nuova Italia’, il presidente dell’associazione islamica castanese annuncia di aver avuto il permesso ufficiale per “l’inizio dei lavori per la moschea, per il luogo di culto a Castano Primo”. Si fa riferimento anche a uno spazio nel cimitero comunale. Il sindaco, Giuseppe Pignatiello, precisa: “Il permesso di costruire riguarda solo i servizi alla persona”.
Tutto inizia con la diffusione di un video del primo congresso del movimento ‘La nuova Italia’, a Magenta. Durante l’evento, il presidente dell’Associazione islamica castanese, Rizwan Naeem, annuncia: “Il nostro sogno era di realizzare un luogo di culto e non siamo mai riusciti a farlo. Dopo tanti sforzi siamo riusciti ad avere il permesso ufficiale per l’inizio lavori per la moschea, per il luogo di culto a Castano Primo e a breve inizieremo i lavori”. E aggiunge: “A Castano Primo stiamo anche lavorando per uno spazio all’interno del cimitero per le culture diverse”. Infine, promette in merito al nuovo luogo di culto: “Non sarà solo per i musulmani: potrà entrare chiunque perché dobbiamo essere tutti uniti”.
La dichiarazione rilasciata ha provocato scompiglio nella politica castanese, tanto che c’è stata anche la convocazione di una capigruppo. Forze politiche come Castano di centrodestra e Lega stanno da mesi sostenendo la loro posizione contraria a realizzare un luogo di culto in una zona già trafficata e con varie problematiche, puntando il dito verso l’ormai noto permesso di costruire del 2016 e chiedendo al primo cittadino di essere aggiornati sulla questione. La dichiarazione rilasciata al convegno ha dunque causato perplessità. In primis alla Lega. Commenta il segretario del Carroccio, Daniele Rivolta: "Dal 2015 stiamo cercando di fare capire in ogni luogo e in ogni istituzione che in Via Friuli ci sarà una moschea. Ci siamo presi insulti, diffamazioni, minacce e intimidazioni da parte di tutti perché, come il Sindaco stesso sostiene, ‘quella non sarà una moschea’. A fronte della sfortunata uscita del rappresentante Castanese degli islamici, siamo curiosi di sapere se Sig. sindaco e il Comitato per Castano, che continuano a sostenere che le nostre affermazioni siano ‘razziste, esagerate e folkloristiche’, a fronte del mutismo con cui hanno affrontato al situazione si stiano rendendo conto della situazione." Il sindaco, Giuseppe Pignatiello, precisa: “L’amministrazione sta lavorando per trovare una soluzione condivisa che possa essere positiva per tutti; spero che ci sarà la volontà di trovarla: purtroppo gli accordi si fanno almeno in due; speriamo che alle parole di assemblee pubbliche e articoli di giornale seguano i fatti. Le dichiarazioni fatte nel video sono evidentemente non corrette e non rappresentano la realtà. Non esiste alcun permesso per la costruzione di una moschea e non ci sono permessi per un cimitero islamico. Il permesso di costruire alla Madni riguarda servizi alla persona”.
Che tra l’associazione e l’amministrazione ci siano degli incontri in corso è fatto confermato anche dal segretario dell’associazione Madni, Hafiz Dildar. Incontri volti a cercare una soluzione quanto più possibile condivisa. Spiega Hafiz: “Per quanto riguarda i lavori, inizieremo molto presto anche perché dopo la sentenza di TAR sono passati due mesi in attesa di trovare un accordo con il comune per i servizi offerti nel nostro futuro centro culturale; non siamo riusciti ad accogliere le richieste del comune, poiché le stesse facevano cambiare completamente il nostro progetto”. Ma dovrebbe esserci un altro incontro. E per quanto riguarda i termini utilizzati dal presidente dell’associazione Islamica? Spiega Hafiz “I termini sono stati utilizzati (moschea, luogo di culto e centro culturale) dal presidente dell'associazione islamica castanese per un semplice motivo: nelle nostre circostanze abbiamo notato che ci sono questi tre tipi di categorie che hanno dentro di sé molta paura soprattutto, quelle che chiamano Moschee. Fino adesso ‘moschea’ è stato inteso sempre un luogo molto pericoloso, quando in realtà non è cosi”. L’impegno della Madni è cercare di togliere alcuni stereotipi e pregiudizi: “Vogliamo dimostrare e aiutare a queste persone che hanno paura che il nome non ha importanza, ma è importante quello che viene fatto lì dentro. Il giorno che sarà tutto completato, le stesse persone potranno entrare per visitare e si accorgeranno da soli, tirando fuori tutta la loro paura, quando vedranno che nel luogo chiamato moschea, culto o centro culturale ci sono bambini, donne e uomini che studiano italiano, urdu e arabo; poi arriverà il momento della preghiera: tutti pregheranno in tranquillità e automaticamente migliorerà la vita quotidiana di tutti noi, senza odio e paura. Poi nessuno crederà alle parole false di alcuni politici che vorranno seminare paura e odio. Il nostro obiettivo è proprio questo. Il presidente dell'associazione islamica castanese ha precisato che sarà di tutti e tutti posso entrare”. Infine, Hafiz precisa: “Addirittura tutta l'area sarà videosorvegliata: se le Forze dell'Ordine vorranno fare controlli, potranno tranquillamente”.
La vicenda dura da anni. L’associazione Madni presenta il ricorso verso la determinazione del 2 ottobre 2020 che confermava l’annullamento del permesso di costruire n. 17 / 2015 rilasciato il 15 gennaio 2016 all’associazione culturale Madni per opere di ampliamento e cambio di destinazione d’uso (da residenza a servizi alla persona) di un immobile di sua proprietà nel Comune di Castano Primo, in Via Friuli n. 1. Il permesso di costruire del 15 gennaio 2016 era stato annullato in autotutela dal Comune già una prima volta con provvedimento del 13 marzo 2017, impugnato appunto dall’Associazione Madni. Il TAR, con la sentenza non definitiva, nel 2018 dichiara infondati tutti i motivi del ricorso, eccetto quello in relazione alla legittimità costituzionale dell’articolo 72 della legge regionale lombarda 12 / 2005 e affida la decisione alla Corte Costituzionale. La Corte, con sentenza del 5 dicembre 2019, dichiara l’illegittimità costituzionale dell’articolo 72 citato. Con una nuova sentenza, il 10 agosto 2020, il TAR si pronuncia definitivamente e accoglie il ricorso avverso il primo atto di annullamento in autotutela del permesso di costruire. L’assenza del piano delle attrezzature religiose non può costituire motivo ostativo all’insediamento di una struttura religiosa. Il Comune di Castano Primo però dispone un nuovo annullamento in autotutela del permesso di costruire per alcuni aspetti di criticità, come il numero indeterminato dei destinatari, l’area altamente residenziale, la carenza di parcheggi e in generale difficoltà legate alla viabilità. La Madni presenta un nuovo ricorso al TAR e lo vince. I lavori partiranno a breve.
Sara Riboldi
Sommario: