Castano Primo - Una storia di pedofilia che non avremmo mai voluto scrivere che ora è di dominio pubblico. Tutto inizia con un servizio mandato in onda martedì 16 marzo dalla nota trasmissione televisiva, ‘Le Iene’, che mostra le immagini di messaggi telefonici dal contenuto esplicitamente sessuale a una bambina di soli 10 anni che secondo i giornalisti della trasmissione sarebbero stati inviati da un noto politico locale e dipendente comunale. Il sindaco di Castano Primo, Giuseppe Pignatiello, ha interdetto l’uomo dal servizio in via cautelare in attesa di definire il procedimento disciplinare in corso. Il commento dei politici castanesi e di Roberto Mirabile, presidente della nota associazione anti pedofilia, La caramella Buona Onlus. Le indagini sono in corso.
“Salve Iene, ieri sera mia figlia di 10 anni è stata contattata al suo Instagram da un signore anziano. La cosa mi preoccupa e vorrei una mano per capire meglio le sue intenzioni”. Questo il testo della mail ricevuta dalle Iene e mandata in onda nel servizio di martedì 16 marzo 2021. Una richiesta di intervento che non si poteva ignorare. Da lì gli autori della trasmissione iniziano le loro indagini e leggono i messaggi inviati alla bimba, che dichiara subito di avere 10 anni, dal profilo Instagram che poi i giornalisti delle Iene collegheranno a un dipendente comunale e politico locale, P. B. “Ciao, grazie per aver accettato il mio invito” si legge su uno dei messaggi mandati in onda. “La tua bellezza è impareggiabile; è la prima volta nella mia vita che una ragazza giovane mi lascia sbalordito”. E ancora: “Non riesco a credere che tu possa avere solo 10 anni. Fai rimanere senza respiro mentre guardo le foto”. “Di anni io ne ho molti ma spero di non crearti problemi”. L’uomo manda foto e si legge: “Per il gusto di parlare con te ma senza nessun secondo fine fidati”. Poi però gli autori del servizio mandano in onda messaggi sempre più espliciti, ora vocali ora scritti, sottolineando che sarebbe stata inviata anche una foto di genitali: “Ovvio che se dessi retta al mio istinto per la tua bellezza immaginerei di accarezzare il tuo corpo fantastico un viso bellissimo, le gambe stupende e già un piccolo seno fantastico”.
La madre consegna il telefono della figlia alle Iene e sono loro a continuare a chattare con l’uomo attraverso il telefono: “Immagino di guardarti, di guardare le tue gambe, di toccarti, di baciarti dentro le mutandine”. Messaggi che gli autori del servizio dichiarano che vanno avanti per settimane. “Ciao amore mio, buongiorno, sapessi quanto mi manchi”. E ancora: “Cioè tu mi hai fato innamorare, lo so non è possibile, non m’importa però mi rende felice”, “Ciao cuoricino sto uscendo adesso dall’ufficio e non faccio altro che pensarti. Vorrei farti mettere la mano sul mio c - - - o duro”. Messaggi espliciti e che una bimba non dovrebbe mai ricevere e che evitiamo di riportare integralmente ma che sono esplicitati nel video delle Iene, fino a una raccomandazione: “Mi raccomando però eh la foto non farla vedere a nessuno neanche alle tue amiche”.
È l’uomo stesso che racconta del suo lavoro in comune, della sua passione per la politica: “Ho un incarico che si interessa di vari uffici all’interno del comune. Passo la domenica in casa occupandomi un po’ di politica “. Gli autori della trasmissione iniziano a cercare e fissano con lui un appuntamento con il pretesto di parlare del suo partito politico. In via preventiva, qualche giorno prima denunciano tutto alle Forze dell’Ordine. Iniziano a parlare e Le Iene chiedono anche un parere sulla pedofilia. La posizione sembra essere chiara, in netto contrasto però con tutti i messaggi sopra ciati: “La pedofilia è una piaga che va combattuta con tutti i mezzi. Da condannare senza se e senza ma; secondo me è uno dei crimini maggiori e per me, cioè, non può essere considerata neanche una malattia neanche una deviazione”. Per avere la certezza che si tratti di lui e che non si tratti di falsi profili, con la scusa di dovere effettuare una chiamata, i giornalisti televisivi si fanno consegnare il telefono cellulare. A quel punto gli autori del servizio mandano un messaggio con il telefono della bambina e i messaggi arrivano.
Infine, dopo i commenti di Massimiliano Frassi, presidente dell’associazione anti pedofilia Prometeo, i giornalisti delle Iene si rivelano. “Non so se ha capito che sta rovinando delle bambine, questa si chiama pedofilia”, ripetono. L’uomo si difende: “Ma sta scherzando? Ma lei cosa sta dicendo?” . Fino a quando non intervengono le Forze dell’Ordine. Ripete l’uomo: “Voi mi state accusando, mi sento male, che cattiveria”. Il servizio si chiude con la precisazione che le Forze dell’Ordine hanno il mandato per sequestrare il materiale informatico. Il nostro è uno Stato garantista, vige il principio di innocenza fino al terzo grado di giudizio ma certo è che questi messaggi di innocente non hanno nulla. Attendiamo che la giustizia faccia il suo corso ma ci sentiamo di dire che messaggi di questo tipo nessun bambino o adolescente dovrebbe mai ricevere.
Commenta Roberto Mirabile, presidente fondatore dell’associazione antipedofilia ‘La Caramella Buona Onlus’, Consulente d’Ambasciata, Rapp. Int. alla Camera dei Deputati, Già membro dell’Osservatorio antipedofilia della Presidenza del Consiglio dei Ministri: “Purtroppo i casi di adescamento on-line sono ormai cronaca quotidiana. Questo criminale, perché così devo chiamarlo, dimostra una capacità razionale spaventosa, si rende perfettamente conto del male che stà facendo a una bambina di dieci anni. Lo dimostra a maggior ragione nel momento in cui viene bloccato dalla Polizia e, piangendo lacrime di coccodrillo, si dispera terrorizzato dal dover tornare in famiglia e affrontare moglie e ben quattro figli”. Il commento di Mirabile è netto. “Questi pedofili molto pericolosi riescono a premeditare nel tempo i loro reati e non esiste trattamento terapeutico scientificamente efficace al cento per cento che assicuri la loro messa in sicurezza. Anzi, l’unico modo concreto e non ipocrita di metterli in sicurezza, è quello di rinchiuderli. Da sottolineare il fatto che questo pedofilo ricopre un ruolo pubblico. Ciò dimostra ulteriormente che la pedofilia è un terribile fenomeno trasversale, che non ha confini e non fa distinzioni sociali. Ma nessuno, ripeto nessuno!, deve credere di avere l’immunità. La galera deve esserci per tutti, indistintamente. Questa bambina certo ha già subito una violenza psicologica e un plauso va alla madre che, a differenza di altri casi visti in Caramella Buona, qui si è dimostrata attenta e operativa, al fine di tutelare la figlia e altre vittime. Una parola, infine: il cellulare non è dei nostri figli minorenni, non esiste il diritto alla privacy per loro. Esiste il diritto e dovere dei genitori di monitorare e vigilare”.
Il commento del sindaco, Giuseppe Pignatiello, arriva tramite nota ufficiale: "In merito al servizio televisivo del programma "le Iene" andato in onda il 16 marzo 2021 e alle successive notizie apparse sui social network e quotidiani online, il Sindaco e l'Amministrazione Comunale intendono chiarire sin d'ora che la notizia ha sconvolto tutti, al di là di ogni sensazionalismo di sorta. Le aberranti accuse mosse nel servizio televisivo non lasciano indifferenti e proprio per questo è necessario rispettare e tutelare il lavoro della Magistratura. L'Amministrazione Comunale era all’oscuro del contenuto dell’indagine e ha già assunto in queste ore tutti i provvedimenti opportuni e necessari a tutelare i cittadini, l'Ente e i servizi degli Uffici. Ulteriori provvedimenti verranno assunti rispetto al dipendente coinvolto che da oggi è interdetto dal servizio in via cautelare in attesa di definire il procedimento disciplinare in corso. Il Comune e l'Amministrazione sono a disposizione delle Forze dell'Ordine e dell’Autorità Giudiziaria al fine di addivenire nel più breve tempo possibile a fare chiarezza sulla vicenda, assicurando alla Magistratura piena collaborazione e fiducia nell'alveo della legalità".
Giovanni Griffanti lancia un appello al Comune: “Da avvocato penalista sono convinto che sia il Tribunale il luogo preposto ai processi e alle sentenze, non certo un programma di intrattenimento. Non conoscendo le carte, non ritengo opportuno entrare nel merito di quanto andato in onda. Detto ciò, è indubbio che la libera disponibilità e l'uso indiscriminato degli strumenti informatici esponga i minori a dei rischi, alle volte gravi. È necessaria una campagna di sensibilizzazione nelle scuole che preveda il coinvolgimento dei genitori. Mi auguro che, passata l'emergenza sanitaria, l'amministrazione voglia accogliere questo mio appello”.
Alberto Moiraghi del Comitato per Castano, dichiara: “Siamo esterrefatti, tristi, preoccupati e vicini a tutte le persone colpite, direttamente e/o indirettamente dalle azioni - apparentemente - poste in essere da questo nostro concittadino. Il male può essere davvero molto vicino, anche fuori dal nostro uscio... In attesa delle risultanze dell'indagine delle Autorità Inquirenti sottolineiamo l'importanza di tutte le politiche di informazione e ‘formazione’ volte a prevenire situazioni di cyber-violenza e a offrire alle famiglie e ai genitori aiuto per fronteggiare nel miglior modo possibile questo aberrante fenomeno.
Commenta Daniele Rivolta (Lega): "La notizia ha sconvolto tutti quanti. Non possiamo fare altro che affidarci alla giustizia e pretendere che ogni reato venga punito, senza nessun tipo di attenuante. Un sentito grazie alla famiglia della piccola vittima, che ha avuto il coraggio di condannare il fatto. Un pensiero di vicinanza alla famiglia ed a tutte quelle persone distrutte da questa macabra scoperta"
Commenta Roberto Colombo: "Non conosciamo nulla dei fatti e delle circostanze recentemente raccontati in un servizio giornalistico televisivo. Chiaro che se fossero veri il responsabile dovrà pagare. Ma ora è prematura qualsiasi valutazione e soprattutto qualsiasi giudizio (che, se non richiesto, è sempre meglio evitare di formulare); altrimenti (forse non sarà questo il caso, ma) si corre il rischio commettere un grosso errore, dei quali è piena anche la cronaca giudiziaria. Le persone vanno indagate e, se occorre, arrestate, ma nel rispetto della dignità della persona interessata e dei suoi familiari. Non si può assistere ad arresti in 'flagranza di tv', a giornalisti che 'vendono il pacchetto indagini' agli inquirenti con l'accordo di poter presenziare e filmare lo svolgimento dell’attività di polizia giudiziaria".
Sara Riboldi
Sommario: