Castano Primo - Gazebo in piazza, è polemica

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Castano Primo - Firme in piazza per sostenere la proposta di legge di iniziativa popolare contro la propaganda nazista e fascista il giorno prima del passaggio in zona arancione. La Lega alza i toni: "Mai aspettati l'invito di andare in piazza a firmare con l'alto rischio di assembramenti". Non ci sta il primo cittadino: "Polemica inutile, tutto nelle regole".

Gazebo in piazza per le firme contro il fascismo e il nazismo

Domenica 28 febbraio in piazza a Castano Primo sotto il gazebo dell'ANPI sono state raccolte le firme per sostenere la proposta di legge di iniziativa popolare contro la propaganda nazista e fascista. Iniziativa messa in atto dalla sezione ANPI di Castano Primo. Dal gazebo è passato anche il sindaco Giuseppe Pignatiello che poi sui social ha commentato: "La proposta di legge di iniziativa popolare contro la propaganda nazista e fascista ha superato le 50.000 firme necessarie per approdare in Parlamento. Questa mattina è stato bello vedere tanti cittadini passare per firmare e per ribadire il loro no al fascismo e al nazismo. Si torna a casa un po’ sollevati e con un motivo in più per credere in un grande futuro".

Dalla Lega, frecciate al Comune

Iniziativa importante, che però ha fatto storcere il naso alla Lega di Castano Primo. Il motivo? Il gazebo è stato organizzato il giorno prima del passaggio della Lombardia in zona arancione e, secondo il gruppo di minoranza, l'organizzazione di un gazebo e l'invito ad andare a firmare, al di là delle motivazioni, avrebbe potuto causare potenziali assembramenti. Sui social il segretario del Carroccio castanese Daniele Rivolta ha pubblicato un post: " 'Evitate assembramenti inutili'. Poi a Castano Primo fanno il gazebo per la raccolta firme contro fascismo e nazismo, il giorno prima della zona arancione. P.s. con il Benestare del Sindaco Sceriffo, nonché la sua presenza". La frecciata, insomma, non è per nulla velata e fa riferimento ai vari richiami (e opportuni, data la situazione) alle regole da parte del sindaco. Commenta Daniele Rivolta: "da un sindaco 'sceriffo' come Pignatiello, che non perde occasione per fare la paternale ogni giorno ai cittadini intimando di evitare 'assembramenti inutili', non ci saremmo mai aspettati l'invito ad andare in piazza a firmare con l'alto rischio di assembramenti. Colgo l'occasione per invitare il sindaco a intimare il rispetto delle regole non solo ai cittadini, ma anche ai suoi stessi collaboratori".

Il commento del sindaco

Non ci sta il sindaco di Castano Primo, Giuseppe Pignatiello: "Non è il sindaco che da l'ok per i gazebo ma la Polizia Locale. Sono passato anche io perché volevo salutare, perché condivido l’iniziativa e i valori che porta avanti e ho trovato distanziamenti, mascherine, attenzione, igienizzazioni continue anche delle penne utilizzate". Il sindaco specifica dunque che tutto è stato organizzato nel rispetto delle norme e specifica: "Quella mattina sono passati in piazza anche i Carabinieri, che hanno sostato per una buona mezz’ora difronte al luogo della raccolta firme senza aver nulla da eccepire. Mi sembra davvero una polemica inutile. Ci tengo poi a chiarire che l’iniziativa è di ANPI Castano Primo, quindi forse converrebbe parlarne con il presidente, Dario Calloni".

I commenti di alcune persone

Le persone sono divise tra quelle che sostengono l'iniziativa e quelle che, nonostante le giuste motivazioni, hanno trovato poco opportuno organizzare un gazebo durante l'emergenza sanitaria. Commenta una ragazza: "Mi sembra tanto una polemica sterile. Era un gazebo in piazza all'aria aperta e sono passate a controllare anche le Forze dell'Ordine. Se si va a fare la spesa si sta molto più vicini e si è in un luogo chiuso. Anche a messa si trovano più persone di quelle che domenica hanno sostato contemporaneamente davanti al gazebo. Cerchiamo di essere costruttivi e di segnalare le vere situazioni di pericolo, che in paese se ne vedono parecchie". Di altro parere è un'altra donna, che auspicava una raccolta virtuale: "Nonostante condivida lo scopo dell'iniziativa, non l'ho ritenuta opportuna. Sicuramente in un momento come quello che stiamo vivendo si sarebbero potute trovare altre soluzioni per raccogliere le firme necessarie. Ormai abbiamo imparato a fare tutto in modo digitale".


Sara Riboldi

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