Castano Primo - Diffamazione, odio religioso e odio razziale. Sono queste le motivazioni che hanno spinto l’associazione Madni a denunciare la Lega di Castano Primo. Parlano il segretario della Madni e il presidente dell’Associazione Islamica Castanese: “Basta odio e discriminazione”.
La questione è sorta dopo un gazebo organizzato dal Carroccio il 20 giugno e la divulgazione di un post con scritto ‘No moschea’. Post e idee della forza politica che non sono andati giù alle associazioni castanesi, che - insieme ad alcuni rappresentanti del movimento politico magentino ‘La nuova Italia’ – hanno chiesto al segretario della Lega, Daniele Rivolta, di togliere il post, ribadendo il fatto che la nuova costruzione sarà un centro culturale e non una moschea. Dopo l’incontro al gazebo, è scoppiato il caso, con il fronteggiarsi delle differenti posizioni: Lega da una parte - che ha dichiarato come ritenesse l'accaduto una minaccia - e associazioni dall’altra, che invece ritengono che il confronto al gazebo sia stato pacifico. Tutta la questione politica accaduta in consiglio comunale l’abbiamo già ampiamente trattata. La novità è che ora la Madni ha presentato denuncia nei confronti della Lega.
Il Segretario della Madni, Hafiz Dildar, spiega: “Noi abbiamo denunciato innanzitutto la Lega di Castano Primo; ovviamente, essendo il rappresentante locale della Lega il signor Rivolta, lui dovrà rispondere davanti a un giudice. Siccome si tratta di una palese e chiara diffamazione nei nostri confronti, siamo molto arrabbiati”. Il segretario della Madni specifica: “Non si tratta di una moschea ma di un centro culturale. Noi più volte abbiamo subito delle ingiustizie, anche da parte di chi prima ci ha concesso il permesso di costruzione; ribadiamo che abbiamo seguito tutte le normative, tanto è vero che abbiamo vinto nei tribunali. il Tribunale ha dato ragione a noi perché avevamo tutte le carte in regola. Non accettiamo che la Lega, basandosi sulla propaganda politica, continui a diffamare e a discriminare un’intera comunità di persone oneste, che vivono da tantissimi anni a Castano Primo. Siamo arrabbiati: si tratta di odio religioso, di odio razziale e soprattutto diffamazione. Anche i fatti del 20 di giugno - quando ci siamo presentati per un confronto civile e pacifico - dimostrano che la loro intenzione è soltanto quella di dare informazioni sbagliate ai castanesi: diffamandoci, discriminandoci e parlando male soltanto, senza alcun discorso costruttivo”. Prosegue Hafiz: “Ora ci rivolgiamo a un giudice che stabilisca la libertà fino a che punto deve essere concessa. La libertà di opinione non significa diffamare le persone, non significa discriminare le persone. Siamo arrabbiati, siamo delusi e quindi andremo dal giudice tutte le volte che qualcuno cercherà di spargere questo odio e di maltrattarci, anche politicamente”.
Sulla questione interviene anche Rizwan Naeem, presidente dell’Associazione Islamica Castanese: “Innanzitutto vorrei ribadire quello che avevo già detto in precedenza: contrariamente a quello che affermano gli esponenti della Lega e della minoranza, al gazebo tenutosi domenica 20 giugno in piazza non è successo proprio niente di grave, e questo è attestato da un video che riprende integralmente l’incontro. Inizialmente ci siamo recati a parlare con i responsabili della Lega in circa una decina, senza alcuna intenzione intimidatoria; poi nel corso della discussione si sono aggregati spontaneamente diversi altri pakistani che passeggiavano per la piazza, come fanno abitualmente, curiosi di vedere cosa stava succedendo. In piazza c’erano sia Carabinieri sia agenti della Polizia Locale, che sicuramente sarebbero intervenuti se avessero rilevato una situazione critica; e gli stessi leghisti avrebbero potuto chiamarli se si fossero sentiti minacciati. Non lo hanno fatto, e solo qualche giorno dopo hanno lanciato delle accuse che sono del tutto infondate. Faccio anche presente che in un post del 21 giugno su Facebook la stessa Lega riconosce che è stato un ‘confronto duro ma sereno’. Quanto poi alla proposta che ci è stata fatta successivamente dalla Lega di aderire alla raccolta firme per chiedere un’assemblea pubblica, abbiamo rifiutato perché non intendiamo appoggiare le polemiche politiche strumentali. La loro intenzione è principalmente quella di attaccare il Sindaco e l’Amministrazione e di coinvolgere anche noi in questo fronte. Se dovessero fare questa assemblea, se ci invitassero andremmo anche noi, ma preferiamo organizzare un’iniziativa per conto nostro, non per attaccare il Comune ma per portare avanti un dialogo con la popolazione, come abbiamo fatto diverse volte tenendo un nostro gazebo in piazza. È vero, il Comune ci ha causato grosse difficoltà e anche dei danni economici, ma noi non ce l’abbiamo con il Sindaco, che ha pensato fosse suo dovere agire secondo la legge per tutelare gli interessi generali dei cittadini. Anche noi abbiamo sempre agito nel pieno rispetto della legge e abbiamo voluto difendere con forza i nostri diritti davanti al tribunale. Nella controversia i giudici hanno deciso, in più passaggi, che il Comune aveva torto e noi avevamo ragione; di questo siamo ben felici, riconosciamo che sbagliare è umano ma non abbiamo alcun malanimo nei confronti di un Sindaco che ha sempre cercato di operare per il bene della città di Castano”. Un accenno va anche a quanto accaduto in consiglio comunale: “Riguardo, infine, a quello che è successo in Consiglio comunale lunedì 28 giugno, esprimiamo tutta la nostra disapprovazione. L’abbandono della seduta da parte dei consiglieri della Lega e di altri gruppi di minoranza non ha alcuna giustificazione e denota mancanza di rispetto nei confronti non solo dell’Amministrazione ma anche degli elettori e dei cittadini, visto che in quella seduta c’erano diverse importanti questioni da discutere riguardanti la vita della comunità. È stato solo un gesto polemico, basato su presupposti falsi, che dimostra l’inadeguatezza politica di questa minoranza. Bisogna cambiare strada: quella dell’odio non serve”.
Da parte nostra, diamo ovviamente spazio anche alla Lega per esprimere in modo civile e nel rispetto di tutti la sua posizione.
Sara Riboldi
Si ringrazia per la preziosa colaborazione il giornalista Giuseppe Castoldi
Sommario: