Castano Primo - Consiglio comunale di fuoco quello andato in scena lunedì 28 giugno a Castano Primo. Quasi l’intera minoranza abbandona l’aula in segno di protesta, lamentando la mancanza presa di posizione del primo cittadino verso i fatti accaduti al gazebo della Lega di domenica 20 giugno. Non ci sta il sindaco, Giuseppe Pignatiello, che a fine consiglio pubblica un video in commento all’accaduto in consiglio, sostenuto dal gruppo di appartenenza. E si scatena una ‘guerra’ sui social tra Lega e maggioranza. Intanto, mentre il consigliere di minoranza Roberto Colombo, in rappresentanza dei partiti di riferimento, chiede una commissione speciale, è stata protocollata dalla Lega una raccolta di 100 firme di cittadini per indire un’assemblea pubblica in merito al centro culturale islamico. Proprio oggi, giovedì 1° luglio, il sindaco ha fissato i giorni per discutere con le persone interessate del centro culturale islamico. Gli incontri saranno trasmessi in diretta social.
Il consiglio comunale di lunedì 28 giugno inizia con una dichiarazione della Lega, per voce di Morena Ferrario: “In questo periodo più che mai ha dimostrato la sua inadeguatezza. Lei dovrebbe rappresentare tutta la cittadinanza castanese e non solo coloro che le hanno permesso di sedere su quella sedia. Spesso leggiamo suoi commenti e opinioni su avvenimenti locali e nazionali, reali o di fantasia, ma non abbiamo sentito alcun suo commento sugli incresciosi accadimenti avvenuti domenica 20 giugno a Castano Primo a tutela della libertà di opinione e manifestazione pacifica costituzionalmente previsti. Da sindaco social qual è, da una settimana a questa parte, ha deliberatamente ignorato che un gruppo di cittadini, nonché rappresentanti quanto lei di una parte della cittadinanza, siano stati accerchiati da un gruppo di persone al fine di zittirli e impedire loro la pacifica e libera espressione delle proprie idee". E ancora: "Ci rammarica vedere che i suoi richiami ai principi costituzionali vengano da lei volontariamente omessi in maniera strumentale mentre in altre occasioni vengano citati in ridicole pantomime. Noi consiglieri comunali del Patto del cambiamento siamo da sempre sostenitori della libertà e della democrazia, quella vera; quindi, non ci possiamo sentire rappresentati da lei che, come sindaco, oltre a quanto già appena citato, ha chiuso totalmente ogni forma di dialogo sostenendo che chi non la pensa come lei è, cito, ‘una persona che cerca con l’odio l’avversario da accusare’. Che tristezza signor sindaco! Le sue dichiarazioni ci impongono di richiamarla ai suoi doveri istituzionali. Oggi non possiamo che lasciarla da solo nel suo ago e in segno di protesta abbandoniamo l’aula e la invitiamo a riflettere su quanto accaduto per il bene di tutti i Castanesi”.
Un passo indietro. La questione è sorta dopo il gazebo della Lega organizzato la scorsa domenica. I rappresentanti del Carroccio avevano postato sui social un volantino con la scritta ‘No Moschea”. Post che ha fatto innervosire il movimento politico de La Nuova Italia di Magenta. In sostanza, alcuni rappresentanti del movimento magentino, dell’associazione Madni e dell’associazione islamica castanese si sono recati in massa al gazebo per parlare con il segretario della Lega, Daniele Rivolta. Il segretario di La Nuova Italia, Munib Ashfaq si è rivolto a Rivolta con toni duri: “Qui c’è una chiara e palese discriminazione da parte vostra. Lei sa che qui sta diffamando l’associazione Madni? Non è una moschea. Eliminate il post”. E al no di rivolta: “Quindi si assume tutte le responsabilità legali e giuridiche?”. Se per le associazioni non si trattava di minaccia, per Rivolta invece sì. Non è stata presentata denuncia ma sui social la questione è accesa da oltre una settimana, mentre tutte le forze politiche di minoranza (Tranne il Comitato per Castano) castanesi hanno espresso solidarietà al segretario del Carroccio. La maggioranza non ha ravvisato invece le problematiche esposte da Rivolta, cosa che appunto non è andata giù alla Lega e che è sfociata nella dichiarazione letta in consiglio.
La dichiarazione è sfociata in un’accesa discussione tra i membri della Lega e il sindaco, Giuseppe Pignatiello, che ha commentato in consiglio: “Io credo che quello che ha detto non rappresenta assolutamente la verità dei fatti e la realtà di quello che è successo. Personalmente non ero presente, ho visto però video; personalmente non ho visto questo tipo di violenza che avete evidenziato. Io le dico quello che ho visto io attraverso video e attraverso indicazioni della Polizia locale: ho avuto indicazioni di una discussione che non è sfociata in nulla di particolare. Mi dispiace solo che non mi sia stata data la possibilità di dire quello che pensavo . Io sinceramente ho visto una violenza verbale anche nei miei confronti in una situazione dove io non c’ero. Sono stato tirato in mezzo sia durante la discussione e sia poi successivamente. I primi a utilizzare i social contro di me sono il consigliere Rivolta e la Lega. La scelta di lasciare il consiglio comunale quando ci sono dei punti all’ordine del giorno anche importanti da trattare, credo che sia un errore ma questo è solo il mio punto di vista”. In mezzo alle parole del primo cittadino, botta e risposta tra Pignatiello stesso e Rivolta. I consiglieri della Lega Daniele Rivolta, Morena Ferrario e Silvia Colombo si sono alzati per uscire dall’aula dopo aver chiuso nettamente: “Non è che bisogna aspettare che si arrivi alle mani!”.
A lasciare l’aula anche il consigliere Roberto Colombo, rappresentante in consiglio di Forza Italia e Fratelli d’Italia: “Abbiamo già avuto modo di esprimere adesione rispetto a quello che è il vissuto del segretario cittadino e e dei militanti della Lega. È molto soggettivo e non si può pensare di sminuire quello che è il vissuto personale. Per questo noi abbiamo espresso solidarietà”. Colombo prosegue poi entrando nel merito della tematica: “Questa questione si trascina dal 2015, 2016. Dal mio punto di vista questa amministrazione ha dimostrato di non essere in grado di gestire questa problematica. I fatti giudiziari lo dimostrano. Chiedo che il consiglio comunale si faccia carico di questa problematica. Facciamo una commissione speciale per capire come uscire da questa situazione. Penso che lei su questa specifica questione abbia perso forse di credibilità rispetto all’associazione; cerchiamo di alzare un attimo il livello, coinvolgiamo tutte le forze politiche castanesi perché da queste sentenze, che hanno messo dei punti fermi, dobbiamo partire. Creiamo una commissione e invitiamo questa associazione al dialogo per trovare una soluzione condivisa. Dobbiamo uscire da questa situazione e non a suon di ricorsi che ci costano e non portano risultato utile”. Ribatte Giuseppe Pignatiello: “Questa questione parte dal 2013. Riguardo al resto: favorevole a cercare condivisioni, quello che ho cercato di afre già all’indomani della sentenza con la commissione del territorio. Se ci saranno altre volontà di condivisioni pe trovare soluzione che possano essere all’altezza, piena disponibilità”.
Anche il consigliere Giovanni Griffanti (Gruppo misto) ha lasciato l’aula: “Benché io sia politicamente distante come idee da quelle del Patto del cambiamento, in segno di vicinanza per l’accaduto uscirò anche io dall’aula. Mi dispiace che la maggioranza non abbia espresso alcun tipo di vicinanza per quanto accaduto ai rappresentanti della lega cosi come dispiace che all'ordine del giorno di questo consiglio comunale non si faccia alcun cenno ai recenti accadimenti riguardanti la sentenza del TAR. Questa sua disponibilità giunge solo a seguito di quelli che sono gli intenti della minoranza. Una maggioranza come la sua che richiama da sempre i principi della Costituzione penso che debba venire in consiglio comunale e relazionare non solo durante le commissioni ma al consiglio comunale e ai cittadini quelli che sono i fatti accaduti e come porvi rimedio. Ragion per cui anche io lascerò l’aula”. Anche in questo caso replica Pignatiello: “Il consiglio comunale è uno strumento in cui si portano dei temi. Se ci fosse stata una volontà da parte delle opposizioni di evidenziare un aspetto i mezzi c'erano tutti quanti. La maggioranza ha ritenuto di evidenziare in commissione non ritendendo che ci fosse bisogno in questo frangente di intervenire in consiglio comunale, potevate farlo e poi attaccare l’amministrazione. Mi dispiace che proprio lei faccia una scelta di questo tipo però ho imparato a conoscerla”. E su questo prima di uscire sottolinea Griffanti: “Anche io ho imparato a conoscerla”.
Il Comitato per Castano, rappresentato da Alberto Moiraghi, è l’unico che è rimasto in consiglio. E bacchetta tutti: “il Comitato per Castano sceglie di restare in aula per vicinanza a tutti i cittadini castanesi. Nel merito, io trovo doveroso ricordare che la Lega ha proposto questo gazebo con lo slogan stop moschea. Su questo mi sono detto del tutto in disaccordo. Ci sono state sentenze del TAR e la Corte costituzionale è andata a modificare la legge di Regione Lombardia. Fare uno slogan dove si va dire stop quando i più alti organi della legge italiana hanno detto il contrario vuol dire prendere in giro le persone e non rispettare l’intelligenza del cittadino elettore”. Moiraghi bacchetta anche le associazioni islamiche e il primo cittadino: “Secondo errore, a nostro giudizio: i rappresentanti delle associazioni islamiche - senza dubbio irritati da questo slogan - hanno pensato in maniera scellerata, inopportuna di formulare una sorta di protesta che si è sviluppata questa loro presenza massiccia, una cinquantina di persone arrivate tutte contemporaneamente in un gazebo che di persone ne aveva non più di 5 6. Sicuramente un gesto da leggersi i n qualche misura intimidatoria. Sarebbe per l'amministrazione opportuno e doveroso andare ad approfondire questa cosa nei confronti dei dai rappresentanti, spiegando che questi gesti non servono. Sono tutti gesti che sono l’esatto contrario del gesto distensivo; sono gesti che creano tensione e che non vanno bene, soprattutto in un periodo come questo”. Infine, punta il dito sul silenzio del sindaco verso i fatti riportati dalla Lega: “Terzo e ultimo ci metto anche l’amministrazione comunale, perché lei, sempre pronto a commentare anche atti di entità decisamente più piccola, qui il suo silenzio è stato assordante. Penso che lei possa anche rimediare cercando di fare a nostro avviso una cosa semplicissima. Ritrovarsi insieme, forze politiche, esponenti delle associazioni islamiche e rappresentanti dei residenti in zona e qualsiasi cittadino che abbia interesse a dibattere sulla faccenda. Fare un piccolo passo indietro per fare due passi avanti”. Anche qui replica il sindaco: “Ringrazio per l'attenzione al consiglio comunale. Io credo che l'amministrazione abbia sempre cercato un dialogo e un confronto. Ho cerato di non dire troppo perché non conoscevo i particolari; ho visto un video ho letto parole molto violente da parte della Lega ma sono rimasto in silenzio e non perché non avessi nulla da dire. Ben vengano momenti di confronto se sono leali e voluti. Quello che mi interessa è creare una situane dove tutta la comunità possa stare bene, associazione Madni e i cittadini".
Dopo il consiglio si è accesa sui social una forte polemica tra maggioranza e opposizione. Prima il segretario della Lega, Daniele Rivolta, che sottolinea come i rappresentanti del Patto del cambiamento abbiano abbandonato l’aula per protesta, richiamando il fatto che non è intervenuto per “50 persone non autorizzate che circondano un gazebo”. Subito dopo il consiglio anche Pignatiello ha pubblicato un video in cui sottolinea tra le altre cose: “Purtroppo auspicavo un momento di confronto e di collaborazione purtroppo così non è stato. Buona parte dell’opposizione ha scelto di uscire perché hanno ritenuto i miei comportamenti sbagliati. Credo non sia questo il modo di gestire un consiglio”.
Anche il Gruppo Progettando Castano Primo è intervenuto sui social: “Il 20 giugno, giorno in cui si sono svolti i fatti, il nostro presidente Flavio Gajo ha contattato privatamente il segretario della Lega di Castano per manifestare sollievo nell’aver appreso dal post del segretario stesso che quella che in prima battuta poteva sembrare una aggressione si era poi dimostrato essere un confronto civile tra i presenti al banchetto e le associazioni musulmane. Se ciò non fosse stato il Gruppo Progettando Castano Primo si sarebbe schierato al loro fianco contro ogni forma di intimidazione e violenza. Anche i video usciti nei giorni successivi e le foto con i rappresentanti delle associazioni musulmane che lasciavano la propria firma al tavolo della lega confermavano che si era trattato di una discussione dura ma civile. Il tono tenuto su altri post, in interviste e non da ultimo ieri sera durante il consiglio comunale da parte dei 3 consiglieri della Lega lascia intendere che invece si sia trattata di una vera e propria aggressione con tanto di minacce e rischio per l’incolumità dei presenti al gazebo. Queste due interpretazioni, così in contrasto tra loro, sembrano dimostrare la volontà della Lega di sfruttare la situazione in modo strumentale e pretestuoso cercando di alimentare la paura è la rabbia su un argomento molto serio e complesso. Il nostro gruppo non accetterà mai che chicchessia venga zittito o peggio aggredito per le sue idee ma al contempo non può stare zitto di fronte a chi distorce i fatti per scatenare odio e conflitti”. A ribattere sempre via social è Rivolta, che ha pubblicato il messaggio di Gajo accompagnato da queste parole: “Questa è l'interesse dimostrato dal portavoce del gruppo Progettando Castano. Così, giusto per essere trasparenti. Io ringrazio il Signore che in Piazza quella maledetta mattina tutti hanno visto ciò che è successo. La sinistra, insieme al politicante islamico dì Magenta, continua a chiedermi di denunciare alle autorità l'accaduto. Ma purtroppo non ritengo necessario togliere tempo alle Forze dell'ordine che sono impegnate ogni giorno in questioni ben più importanti. E concedetemelo, il Comune di Castano Primo a me non pagherebbe l'avvocato”. Una guerra sui social che non risparmia colpi.
Nel frattempo sono state raccolte oltre 100 firme di cittadini che chiedono un’assemblea pubblica. La raccolta è stata protocollata dal segretario della Lega, che poi commenta: “Come richiesto da tutte le parti politiche e da tutti i cittadini, è stata protocollata una richiesta con più di 100 firme raccolte in 2 giorni, per indire un’assemblea pubblica dove si chiarisca tutta la vicenda del Centro Culturale Islamico di via Friuli. Abbiamo tentato di coinvolgere anche le associazioni islamiche in questa richiesta, ma ci è stato risposto picche”. A questo proposito per trasparenza si ricorda che a loro volta le associazioni islamiche hanno dichiarato di voler organizzare un incontro pubblico. Ma su questo punto torneremo. Continua Rivolta: “A differenza di chi in Consiglio Comunale ieri, non aderendo alla nostra protesta, chiedeva seduto sul suo scranno da Consigliere Comunale un chiarimento in consiglio (già provato ma mai e che hanno il diritto di conoscere la verità”. Oramai, insomma, è guerra aperta tra le forze politiche. Staremo a vedere cosa accadrà. Di certo torneremo su vari punti nel corso delle settimane.
Proprio oggi, giovedì 1° luglio, il sindaco di Castano Primo e l’amministrazione hanno diffuso una nota stampa nella quale si dissociano dalla modalità di protesta scelta dalla minoranza e annunciano una serie di giorni durante i quali il primo cittadino incontrerà le persone interessate per rispondere alle domande sul centro culturale islamico. Gli incontri saranno trasmessi sulle pagine social di sindaco e comune. Scrive la maggioranza: “ Il ‘Patto del Cambiamento’, il giorno dopo aver abbandonato il consiglio comunale, aver perso l’occasione di un confronto democratico e aver negato ai propri elettori la possibilità di essere rappresentati nel più importante organo di indirizzo e controllo politico amministrativo del Comune (Ricordiamo, infatti, che i Consiglieri hanno deliberatamente scelto di non adempiere ai propri doveri, non partecipando al dibattito e non esprimendo il proprio voto su diversi punti all’ordine del giorno importanti per tutta la cittadinanza), ha presentato e successivamente pubblicizzato una richiesta (generica) di assemblea pubblica per discutere in riferimento alla vicenda del centro culturale islamico di via Friuli. Il sindaco Giuseppe Pignatiello, sottolineando che i Consiglieri hanno a disposizione tutta la documentazione necessaria per fugare ogni loro dubbio e che la cittadinanza ha già ricevuto tutte le informazioni a mezzo di comunicato stampa, si dissocia dalla maniera i cui il ‘Patto del Cambiamento’ ha trattato la questione, ovvero come una bagarre piuttosto che un democratico confronto nelle sedi opportune. Tuttavia, poiché la massima trasparenza nei confronti della cittadinanza è sempre stata un punto cardine di questa Amministrazione, sottolineando che la disponibilità al confronto non è mai mancata sia in presenza sia attraverso altri mezzi di comunicazione, il Sindaco ha deciso di aprire un pubblico dibattito con i cittadini, con una modalità completamente diversa rispetto a quella tristemente occorsa durante il Consiglio comunale, di fatto trasformatosi in una polemica sterile, fine a se stessa, sfociata nella volgarità. Nei giorni 12, 13, 15, 16 luglio dalle ore 18 il sindaco sarà a disposizione dei cittadini per rispondere a ogni domanda relativa al centro culturale islamico; in caso di ulteriori richieste, sarà nostra premura fissare altri momenti di incontro. Queste le modalità ritenute più proficue al fine di un confronto esaustivo, costruttivo e nel pieno rispetto delle norme vigenti anti covid. Il dibattito si terrà in sala consiliare: una scelta che vuole rimarcare la centralità di questo luogo, sede del confronto democratico, che non a tutti i Consiglieri è, evidentemente, caro allo stesso modo; i cittadini potranno accedere alla sala in un numero massimo di 25 per serata, solo previa prenotazione alla mail sindaco.castano@comune.castanoprimo.mi.it […]; tutti gli incontri verranno trasmessi in diretta sulle pagine Facebook ‘Comune di Castano Primo’ e ‘Giuseppe Pignatiello Sindaco di Castano Primo’ per darne la massima diffusione e permettere ai cittadini impossibilitati a recarsi in Comune di assistervi. Fiducioso che non venga meno il rispetto e la volontà di un dialogo costruttivo, vi aspettiamo a partire dal giorno 12 luglio 2021”.
Sara Riboldi
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