Casorezzo/B. Garolfo - Cave, no del Parco del Roccolo a proposta su aree di compensazione
Via a una petizione

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Cave, al via una petizione su Change.org per inserire il PLIS del Parco del Roccolo - dove sono collocate le cave che potrebbero accogliere una mega discarica - nelle tutele di un Parco regionale. Intanto, lunedì 25 maggio si è riunito il Comitato di Coordinamento dei sindaci del PLIS per discutere sulla proposta di cessione delle aree di compensazione in cambio della realizzazione di una discarica. Il no alla proposta è unanime. 

La petizione

"Un futuro più sicuro per il Parco del Roccolo e la nostra salute". Inizia così la petizione lanciata su Change.org da LEGAMBIENTE Circoli di Parabiago, Nerviano, Canegrate, Arluno , WWF Lombardia, LIPU Gruppo Locale di Parabiago, FIAB Canegrate Pedala, DAVO Distretto Agricolo Valle Olona, Forum C.L.I.M.A.Ticino-Olona, Comitato CITTADINI Antidiscarica Busto Garolfo-Casorezzo, CAI Sezione di Parabiago, LEGAMBIENTE Lombardia. La richiesta? "Inserire il nostro PLIS nelle tutele di un Parco Regionale". La lettera che accompagna la petizione recita: "I PLIS (Parco Locale di Interesse Sovracomunale) sono una risorsa importantissima della rete ecologica ma non sono più sufficienti per difendere e tutelare i territori da tentativi di degrado e soprattutto dalla volontà di insediare attività che ne compromettono inesorabilmente l’esistenza insieme alla salute dei cittadini". E ancora: "Siamo convinti che solo una scelta lungimirante, fatta oggi, permetterà al nostro territorio, strategicamente rilevante, collocato in un contesto densamente urbanizzato e inquinato, di difendersi da attacchi speculativi e pericolosi. Creiamo una nuova realtà: una tutela Regionale che salvaguardi l’integrità dell’aria, del suolo, dell’acqua, e anche la storia e l’economia agricola dei nostri territori. Vogliamo un Parco in cui ritrovare un sano contatto con la natura che ci è stata affidata, per difenderla e rilanciare una agricoltura più sostenibile e di qualità, a basso impatto ambientale e che valorizzi i prodotti locali. Vogliamo un salto di qualità nella gestione del territorio e un forte impegno per una scelta generosa e coraggiosa che coinvolga i cittadini e le comunità locali". La petizione è indirizzata al sindaco di Canegrate, comune capofila nella gestione del Parco del Roccolo ma lancia un appello affinché firmino tutti coloro che sono "sensibili alla tutela del territorio e alla qualità della nostra vita". Si chiede la firma di associazioni, comitati, imprese agricole, cittadini. Già oltre mille le firme raccolte.

Tra allevamento e discarica, il focus storico

Il progetto di cui si parla nella petizione si inserisce in un preciso contesto che nasce in parallelo alla fondazione del Parco del Roccolo come PLIS. Siamo negli anni Novanta quando prende corpo un progetto di un Mega Inceneritore di rifiuti industriali e tossico-nocivi. In risposta a questo e ad altri potenziali attacchi al territorio viene istituito nel 1994 il PLIS del Roccolo, grazie al coinvolgimento dei cittadini, delle associazioni ambientaliste e di sei Amministrazioni comunali: Canegrate, Casorezzo, Busto Garolfo, Parabiago, Arluno e Nerviano. Obiettivo comune: difendere il territorio. Nel corso degli anni, il PLIS ha dovuto andare incontro anche ad altri problemi. Come non ricordare la richiesta di insediamento nel 2010 di un Mega Allevamento di galline ovaiole a Busto Garolfo. Dopo anni di battaglie legali, la parola fine arriva negli ultimi mesi del 2017, quando il Quirinale respinge il ricorso presentato dall'azienda promotrice del progetto, che aveva chiesto l'annullamento del PGT di Busto Garolfo e dello stop comunale al permesso di costruire. E ora la ben nota questione della realizzazione di una discarica nelle cave ubicate tra Busto Garolfo e Casorezzo, in pieno Parco del Roccolo.

Le proposte per unire i parchi

L'idea di un parco regionale agro paesaggistico per le zone a Est del Ticino a nord ovest di Milano risale addirittura attorno all'anno 2013: il PLisPlus. Un mega parco per le comunità. L'idea era di unire le aree già ricomprese dai 5 parchi Roccolo, Roggìe, Gelso, Mulini, Basso Olona. 18 i Comuni che avrebbero dovuto farne parte: Arconate, Arluno, Busto Garolfo, Canegrate, Casorezzo, Dairago, Legnano, Magnago, Marcallo con Casone, Mesero, Nerviano, Parabiago, Pogliano, Pregnana Milanese, Rho, San Vittore Olona, Santo Stefano Ticino, Vanzago, più i territori di Inserendo inoltre Inveruno, Ossona, Villa Cortese e San Giorgio, ritenuti fondamentali per il mantenimento dei corridoi ecologici. Infine, il mega arco si sarebbe connesso ai territori compresi nel Parco del Lura, con Rescaldina e Cerro Maggiore, Parco delle Groane e riserve naturali come l’oasi WWF di Vanzago. L'idea è stata proposta da Giuliana Cislaghi e sostenuta dal Comitato Salviamo Il Paesaggio Inveruno-Furato, Comitato SalviamoIlPaesaggio OlonaBozzente-Lura, Associazione N.O.I. per la Città (Parabiago), Associazione Amici del Ticino, Coordinamento Salviamo Il Ticino, Ecoistituto della Valle del Ticino e Associazione 5 agosto 1991- Buscate. Altra proposta sempre attorno ai primi decenni degli anni Duemila, la creazione di una dorsale verde tra il Ticino e l'Adda. Un immenso territorio verde che connetta direttamente i boschi del Parco della Valle del Ticino a quelli del Parco Adda Nord, attraversando il Parco del Roccolo, del Lura, delle Groane, del Grugnotorto-Villoresi, della Valle del Lambro, del Rio Vallone e del Molgora. Oggi si guarda verso la realizzazione di un Parco Metropolitano che comprende sempre i parchi esistenti tra il Ticino e l'Adda, incluso quindi il Parco del Roccolo. Un primo passo per poi avere rilevanza regionale.

Il no del Parco del Roccolo

Intanto, lunedì 25 maggio, si è riunito il Comitato di Coordinamento dei sindaci del PLIS per discutere sulla proposta di cessione delle aree di compensazione in cambio della realizzazione di una discarica. Il no alla proposta è unanime. La questione della cessione delle aree è in campo da molti mesi. L'Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata all'azienda dalla Città Metropolitana prescrive alla ditta di attuare una proposta di cessione delle aree vicino all'area da recupero o su un'area alternativa almeno di pari estensione a quella occupata dall'impianto, un'area di circa 65mila metri quadrati. L'area di compensazione deve essere piantumata in modo parallelo all'apertura della discarica. In sostanza, quindi, o ci sono aree frazionate adiacenti all'area dove potrebbe sorgere la discarica o un'unica area di pari estensione. Da qui è iniziato un lungo iter che ha visto il confronto tra i vari attori in campo. L'ultima proposta da parte dell'azienda risale agli inizi di febbraio ma i sindaci sono tutti d'accordo nel rifiutarla e scrivono la risposta in una lettera all'azienda, lettera in cui gli amministratori specificano che la proposta non rispetterebbe i criteri stabiliti dalla legge regionale sopra enunciati e che quindi è necessaria una nuova proposta. Sul tema ritorneremo


Sara Riboldi

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