Casorezzo senza pediatra, si stanno predisponendo ben tre lettere: una di risposta a quella del dirigente di Regione Lombardia; una per l'assessore Moratti e una per il ministro Speranza. Il sindaco, Pierluca Oldani: “Fondamentale tornare alla medicina territoriale”.
Il fatto di non avere un pediatra in paese pesa come un macigno per gli abitanti di Casorezzo. Ancora di più dopo la lettera inviata da Regione Lombardia, che prospettava come soluzione di interpellare gli altri pediatri del territorio per acquisirne la disponibilità ad aprire un secondo ambulatorio proprio a Casorezzo, a date condizioni. Fatto sta che i cittadini vogliono il loro pediatra, come è giusto che sia. La maggioranza, con probabilità in unione con il gruppo di minoranza, si sta già attivando per predisporre ben tre lettere: una di risposta a quella del dirigente di Regione Lombardia; una per l'assessore Moratti e una per il ministro Speranza. Tutte e tre le lettere conterranno elementi ben precisi. A spiegare è il sindaco, Pierluca Oldani: “Non è una risposta accettabile. Non più. Stiamo andando verso il modello di sviluppo dei 15 minuti: in un quarto d'ora, a piedi o in bicicletta, si devono poter raggiungere tutti i servizi essenziali. Perciò non ha più senso parlare di ‘ambiti territoriali’ che comprendono comuni distanti decine di chilometri. È fondamentale tornare alla medicina territoriale in senso stretto. È sbagliato pensare alle risorse necessarie come costi: sono investimenti in salute. Saranno minori spese in futuro, perché avremo persone più sane”. Un discorso che sottolinea l’importanza di avere medici nel proprio paese, raggiungibili da tutti. Continua Oldani: “E in questo discorso più ampio si colloca proprio la vicenda del pediatra in paese; così come sono compresi i medici di base, che devono essere integrati, aumentati di numero e distribuiti uniformemente sul territorio. Si chiama prevenzione”. L’appello è chiaro: “Se per fare questi passi si devono cambiare norme e accordi, come ad esempio l'Accordo Collettivo Nazionale, che si faccia e che lo si faccia subito. Parlamenti nazionale e regionali, ministeri e assessorati devono procedere speditamente in questa direzione, che è l'unica che permette di costruire un futuro sostenibile di puntare sulla qualità della vita delle persone”.
La questione va avanti da mesi. Il pediatra ha chiesto e ottenuto il trasferimento e ATS aveva comunicato che il servizio pediatria per il momento sarebbe stato decentrato in quello di ambito, che fa capo a Bareggio. La cosa ha fatto salire la protesta dei cittadini ma anche dell’amministrazione che è corsa ai ripari, scrivendo già una prima lettera ad ATS, che ha specificato nella sua risposta non essere nelle condizioni di nominare un sostituto. Nel frattempo, GIA, Genitori In Associazione ha raccolto ben 700 firme di protesta e ha inviato una lettera alla direzione generale welfare di Regione Lombardia.
Nella lettera inviata dalla direzione welfare di Regione Lombardia in risposta alla petizione si legge: “I rapporti tra Servizio Sanitario Nazionale e i pediatri di libera scelta sono regolati da Accordi Collettivi nazionali. L’articolo 32 dell’accordo collettivo nazionale vigente regola la definizione del rapporto ottimale in base al quale vengono inseriti nuovi pediatri nei diversi ambiti territoriali; in particolare, l’ACN prevede che per ciascun ambito territoriale può essere iscritto un pediatra per ogni 600 residenti, o frazione superiore a 300, di età compresa tra 0 e 6 anni, risultante alla data del 31 dicembre dell’anno precedente; l’applicazione di questa normativa all’ambito pluricomunale di cui fa parte il comune di Casorezzo non permette l’inserimento di un nuovo pediatra, poiché vi sono 730 posti disponibili, mentre […] pediatra che ha cessato il servizio, aveva in carico 582 assistiti e solo 180 in fascia 0 – 6”. L’unica soluzione prospettata al momento sarebbe per la Regione di interpellare i pediatri operanti nei comuni dell’ambito per acquisirne l’eventuale disponibilità ad aprire un secondo ambulatorio a Casorezzo, “anche solo per alcuni giorni della settimana, ma alla fine è necessaria la disponibilità di un ambulatorio, possibilmente senza ulteriori oneri di gestione, del quale, a oggi non risulta esserci disponibilità”. L'ambulatorio è a disposizione. Ora bisognerà attendere che le lettere siano inviate per capire i passi di Regione e Governo.
Sara Riboldi
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