Casorezzo - Casorezzo senza pediatra, dopo una petizione che ha visto 700 firmatari, è arrivata la lettera di risposta da parte della direzione generale welfare di Regione Lombardia. L’esito è negativo: non è possibile inserire un nuovo pediatra a Casorezzo. Il sindaco, Pierluca Oldani: “Risposta non accettabile”. L’appello alla politica per cambiare direzione.
La questione oramai va avanti da un po’ di tempo: l’attuale pediatra ha chiesto e ottenuto il trasferimento e ATS aveva comunicato che il servizio pediatria per il momento sarebbe stato decentrato in quello di ambito, che fa capo a Bareggio. La competenza non è comunale, ma l’amministrazione ha scritto immediatamente ad ATS. ATS ha nel frattempo risposto alla lettera del sindaco, specificando di non essere nelle condizioni di nominare un sostituto Intanto, è arrivata la risposta alla petizione lanciata da GIA, Genitori In Associazione a sostegno dell’amministrazione comunale – per la quale sono state raggiunte 700 firme – da parte della direzione generale welfare di Regione Lombardia.
Si legge nella lettera inviata dalla direzione welfare di Regione Lombardia: “I rapporti tra Servizio Sanitario Nazionale e i pediatri di libera scelta sono regolati da Accordi Collettivi nazionali. L’articolo 32 dell’accordo collettivo nazionale vigente regola la definizione del rapporto ottimale in base al quale vengono inseriti nuovi pediatri nei diversi ambiti territoriali; in particolare, l’ACN prevede che per ciascun ambito territoriale può essere iscritto un pediatra per ogni 600 residenti, o frazione superiore a 300, di età compresa tra 0 e 6 anni, risultante alla data del 31 dicembre dell’anno precedente; l’applicazione di questa normativa all’ambito pluricumunale di cui fa parte il comune di Casorezzo non permette l’inserimento di un nuovo pediatra, poiché vi sono 730 posti disponibili, mentre […] pediatra che ha cessato il servizio, aveva in carico 582 assistiti e solo 180 in fascia 0 – 6”. L’unica soluzione prospettata al momento? “È possibile interpellare i pediatri operanti nei comuni dell’ambito per acquisirne l’eventuale disponibilità ad aprire un secondo ambulatorio a Casorezzo, anche solo per alcuni giorni della settimana, ma alla fine è necessaria la disponibilità di un ambulatorio, possibilmente senza ulteriori oneri di gestione, del quale, a oggi non risulta esserci disponibilità”.
Il sindaco Pierluca Oldani è netto: “Non è una risposta accettabile. Non più. Stiamo andando verso il modello di sviluppo dei 15 minuti: in un quarto d'ora, a piedi o in bicicletta, si devono poter raggiungere tutti i servizi essenziali. Perciò non ha più senso parlare di ‘ambiti territoriali’ che comprendono comuni distanti decine di chilometri. È fondamentale tornare alla medicina territoriale in senso stretto. È sbagliato pensare alle risorse necessarie come costi: sono investimenti in salute. Saranno minori spese in futuro perché avremo persone più sane. E in questo discorso più ampio si colloca proprio la vicenda del pediatra in paese; così come sono compresi i medici di base, che devono essere integrati, aumentati di numero e distribuiti uniformemente sul territorio. Si chiama prevenzione”. L’appello è rivolto alla politica: “Se per fare questi passi si devono cambiare norme e accordi, come ad esempio l'Accordo Collettivo Nazionale, che si faccia e che lo si faccia subito. Parlamenti nazionale e regionali, ministeri e assessorati devono procedere speditamente in questa direzione, che è l'unica che permette di costruire un futuro sostenibile di puntare sulla qualità della vita delle persone”.
Tiziana De Iacob, membro di Genitori In Associazione, commenta: “A fronte di una richiesta ben precisa, appoggiata da una raccolta firme consistente, risposte dall'alto molto discutibili. Non siamo contenti: vogliamo un pediatra per i nostri cittadini, non un tappabuchi!”.
Sara Riboldi
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