Casorezzo - Cave, bloccata la discarica
Non accolto ricorso PLIS
Oldani: “Inaccettabile”.

giustizia

Casorezzo - Cave, il TAR accoglie due ricorsi su tre e blocca il progetto della discarica nel Parco del Roccolo. I ricorsi presentati erano uno presentato dagli agricoltori sostenuto dal Comitato Cittadini Antidiscarica, uno di Legaambiente e uno presentato dal PLIS del Roccolo e dai Comuni di Busto Garolfo e Casorezzo. Accolti i primi due ricorsi e rigettato il terzo. Il sindaco di Casorezzo, Pierluca Oldani: “Dobbiamo presentare ricorso al Consiglio di Stato, inaccettabile”.

Il TAR annulla le autorizzazioni

Il TAR in sostanza annulla le autorizzazioni di Città Metropolitana Vinca, VIA e AIA e blocca i lavori per la realizzazione di una discarica, riempiendo un’area di circa 64.870 mq, che però deve anche prevedere il ripristino ambientale. Viene ammesso, dicevamo, il ricorso degli agricoltori, sostenuti dal Comitato Cittadini Antidiscarica, presentato nel dicembre 2017. Il TAR riconosce che i ricorrenti hanno il possesso di vari terreni “se non ricompresi, comunque limitrofi” all’area in oggetto. Quindi viene riconosciuta la loro legittimità ad agire. Fra le varie argomentazioni proposte dagli agricoltori, la principale contestazione era la vicinanza dei campi coltivati all’area in cui si dovrebbe realizzare il progetto. Non scenderemo nel dettaglio delle argomentazioni, perché sono eccessivamente tecniche. Basti sapere, che il ricorso è stato accolto e gli atti impugnati annullati. Altro ricorso accolto, quello di Legambiente.

Non accolto il ricorso di PLIS e Comuni

A non essere accolto è invece il ricorso presentato dal PLIS Parco del Roccolo, dal Comune di Busto Garolfo e di quello di Casorezzo. Il TAR analizza punto per punto le argomentazioni. Fra i motivi presentati dai ricorrenti, “l’illegittimità della pronuncia di compatibilità ambientale in ragione delle prescrizioni”. Il TAR però chiarisce: che “[…]l e condizioni apposte non siano tali – per numero e contenuto - da inficiare la legittimità del provvedimento impugnato”. Altra argomentazione sollevata dai ricorrenti è “l’irreversibile modificazione del territorio” e la “contraddittorietà del progetto con la pianificazione comunale”. Anche qui il TAR precisa fra le altre cose: “[…] le norme del P.G.T. citate dai ricorrenti non pongono, in via generale, alcun insuperabile ostacolo alla localizzazione della discarica e al successivo rilascio dell’A.I.A.”. Abbiamo riportato solo alcune delle questioni sollevate ma la sentenza riporta un elenco lunghissimo di argomentazioni, tutte respinte. Il TAR non ha neppure accolto la legittimità di Regione Lombardia a partecipare al giudizio ‘ad adiuvandum’. Spiega il TAR: “Ritiene il Collegio che, nei termini allegati, l’interesse della Regione a partecipare al giudizio –[…] – sia del tutto generico, oltreché svincolato da una circoscritta situazione di fatto, dipendente o collegata alla situazione fatta valere con il ricorso principale […]”; e comunque l’intervento è stato proposto, secondo il TAR, dopo la scadenza dei termini per l’impugnazione. Il TAR condanna il Parco Locale d’Interesse Sovracomunale (P.L.I.S.) del Roccolo, il Comune di Busto Garolfo e il Comune di Casorezzo a rifondere, in solido 8mila euro.

Parola ai protagonisti

In una nota stampa, Roberto Colombo, Presidente del PLIS del Roccolo; Pierluca Oldani, Sindaco di Casorezzo; Susanna Biondi, Sindaca di Busto Garolfo, Barbara Meggetto, Presidente Legambiente Lombardia; Eleonora Bonecchi, Presidente Comitato Cittadini Antidiscarica e il Gruppo Agricoltori firmatari del ricorso scrivono: “PLIS e Comuni sono di fatto protagonisti attivi di ben due ricorsi che hanno avuto esito differente, ottenendo comunque il risultato sperato. In questi sette anni, PLIS, Comuni, agricoltori, cittadini, Comitati e Legambiente hanno sempre lavorato insieme, condividendo ogni azione. Anche gli avvocati hanno pienamente collaborato tra loro, predisponendo i motivi di ricorso secondo le diverse competenze e peculiarità di Amministrazioni, Agricoltori, Cittadini e Associazioni di difesa ambientale. Il giudice ha accolto alcuni motivi e non altri. Non è questo il problema: in un gioco di squadra, com’è sempre stato il nostro, l’importante è arrivare alla vittoria, non importa chi fa goal! Siamo ancora in una fase di studio delle sentenze, non siamo ancora in grado di dare maggiori dettagli. Sappiamo bene che la vicenda non è conclusa. Decideremo, dopo attenta analisi, quali azioni mettere in campo. Intanto portiamo a casa questa bella vittoria. Tutti insieme siamo riusciti, ancora una volta, a tutelare il nostro territorio”.

Il sindaco Oldani: “Dobbiamo presentare ricorso al Consiglio di Stato, inaccettabile”.

Il sindaco di Casorezzo, Pierluca Oldani, contattato telefonicamente non è però soddisfatto e commenta: “Non sono soddisfatto della lettura che ha ha fatto il TAR. Credo sia contradditorio e che vada contro lo spirito della norma che tutela il territorio. È inaccettabile che il TAR legittimi un iter come quello che si sta mettendo in atto. Secondo me, dobbiamo presentare ricorso al Consiglio di Stato”. Vedremo cosa accadrà.


Sara Riboldi

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