E' di circa 10mila euro il preventivo per tentare di salvare il cedro di Buscate dall'abbattimento e apportare degli interventi che potrebbero metterlo in sicurezza e curarlo. In commissione Ecologia ed Energia si è discusso sulla possibilità di consultare i cittadini per scegliere se abbatterlo o tentare di salvarlo ma ogni decisione è stata rinviata di una settimana. Per il momento, Valeriano Ottolini (Obiettivo comune) e Franca Colombo (Insieme per Buscate, il bene di tutti) si sono dichiarati pronti a cercare di salvare l'albero, in virtù del suo valore storico per Buscate, mentre Monica De Bernardi (Buscate possibile) ha optato per un referendum fra i cittadini. Cosa si sceglierà?
La vicenda del cedro è lunga. Tutto inizia con una determina che prevede la potatura di alcuni alberi, fra i quali anche il famoso cedro. Un albero secolare situato nei pressi del cimitero. Dai controlli è risultata una grossa fenditura che attraversa l'albero, che quindi necessita di controlli e perizie per capire se debba essere abbattuto o possa essere salvato. Da qui l'interesse del gruppo di minoranza. Attraverso una prima interrogazione, firmata da Franca Colombo ('Insieme per Buscate, il bene di tutti'), Monica De Bernardi ('Buscate possibile') e Valeriano Ottolini ('Obiettivo comune') i membri di minoranza chiedono, fra le altre cose, se l'agronomo abbia provveduto a verificare le condizioni di salute del cedro e se sia stata effettuata un'analisi diagnostica sugli alberi che compongono il patrimonio verde comunale. Ma le azioni non finiscono qui. I gruppi di minoranza 'Insieme per Buscate, il bene di tutti' e 'Obiettivo comune' scrivono al sindaco di Buscate, al presidente della commissione energia ambiente, al Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali e al Parco del Ticino per capire la situazione del cedro e parte anche una richiesta per il riconoscimento del nostro Cedro del Libano quale albero monumentale e quindi non abbattibile. Anche il Comune ha fatto le sue mosse. Dopo un primo parere da parte degli operatori che avrebbero dovuto eseguire la potatura che evidenziava la fenditura, l'Amministrazione ha fatto eseguire una perizia da parte di un agronomo che ne consigliava l'abbattimento perché gli interventi per la messa in sicurezza avrebbero a suo avviso snaturato la bellezza della pianta e anche una perizia da parte del Parco del Ticino, che sembrerebbe confermare quella dell'agronomo.
La situazione a oggi è spiegata dal sindaco di Buscate, Fabio Merlotti, in commissione: "Abbiamo fatto fare un preventivo in cui si conferma che è tentabile un intervento di cui però non si garantisce la riuscita", intervento che prevedrebbe fra gli altri un ridimensionamento della chioma dell'albero. "Questo intervento viene stimato in circa 10mila euro senza che ci sia garanzia che riesca". L'abbattimento al contrario costerebbe circa 3mila euro. Merlotti specifica l'obiettivo della commissione: "A fronte del fatto che si tratta di sensibilità importante per i cittadini buscatesi ma onerosa del punto di vista economico, si voleva studiare una modalità per acquisire una sorta di consultazione da parte dei cittadini".
Sulla scelta se consultare o meno le persone per intervenire o meno sul cedro, Ottolini è chiaro: intervenire piuttosto che abbattere: "Io personalmente sarei intervenuto subito con la potatura al fine di salvare un pezzo della nostra storia, uno dei simboli del mio paese e far venir meno il perdurare di rischi sulla sicurezza. Non si ha mai la certezza del risultato ma io non ho dubbi a dire che la pianta vada salvata. E' il mio parere ma penso che la gente mi abbia votato anche per queste cose. Il nostro mandato elettorale è in tutela della nostra storia e quella è la nostra storia". Sulla stessa scia, Franca Colombo, che sottolinea anche l'apertura dell'iter di riconoscimento del cedro come albero monumentale e la richiesta di risk management per verificare lo stato di salute e di sicurezza della pianta: "A oggi non è mai stata fatta alcuna indagine strumentale. Tutti parlano di cedro malato ma nessuno ha verificato in modo strumentale, magari con radiografie. Detto questo, per me va bene mantenere il cedro e cercare di salvarlo". Di parere diverso è Monica De Bernardi: "Per il preventivo non si può provare a cercare altre aziende competenti ma magari con un prezzo eventualmente più conveniente? E se si decide di fare questo salvataggio, non si possono pensare a forme di donazioni o di raccolta fondi? Io riconosco il valore della pianta ma mi rendo conto che diecimila euro in questo momento storico mi sembrano ancora più importanti. Non voglio che un cittadino mi dica 'Hai votato per spendere 10mila euro senza garanzia di successo in un momento in cui questi 10 mila euro potevi spenderli anche per me'. Sentire la cittadinanza non mi sembra una proposta senza senso".
Nette le risposte del sindaco: "10mila euro senza garanzia di risultato sono tanti. Poiché ogni volta che è possibile, si sollecita la partecipazione dei cittadini, mi sembrava utile chiedere il parere in una situazione in cui non è evidente cosa fare. Ora c'è un problema di sicurezza, la pianta così è pericolosa. O si taglia o si fa un intervento spendendo 7mila euro in più senza certezza del risultato. Questa questione non era nel programma elettorale di nessuno. Io sono il primo a dire che chi fa politica è titolato a rappresentare le esigenze di tutti e decidere per quello che sia il meglio per la propria comunità ma questo è un caso in cui non è evidente quale sia il bene. Diventa quella tipica situazione nella quale si può essere sicuri di interpretare le sensibilità della propria comunità piuttosto che prendere una decisione che ha una forte probabilità che possa non essere corretta". E per l'indagine strumentale? "Il tronco è attraversato da una fenditura, si vede luce da una parte all'altra. Non serve la radiografia per vedere che è rovinato in mezzo. Quattro interlocutori diversi ed esperti hanno fornito la stessa diagnosi, Trovo che questa richiesta sia forzata e pretestuosa". Ultimo punto, l'iter per il riconoscimento del cedro come albero monumentale: "Non so se l'iter sia aperto o meno, ma se una pianta di cui mi sto occupando è malata, che senso ha metterla sotto tutela? Oltretutto non serve a nulla mettere la pianta otto tutela se c'è un problema di sicurezza. La mia preoccupazione urgente è gestionale". Sulla stessa scia il presidente della commissione, Maria Luisa Maura Merlotti: "Sono molto preoccupata della questione sicurezza e di come si stia temporeggiando su questa questione". Bisognerà attendere ora circa una settimana per capire se il referendum popolare si farà o meno.
Sara Riboldi
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