Buscate - Comune non vota il piano industriale
La discussione

Accam

Buscate - Accam, il Comune non partecipa al voto sul piano industriale. In commissione Ecologia Energia il sindaco, Fabio Merlotti, spiega le motivazioni ma le minoranze non ci stanno: "Perché non votare contro a un piano su cui non si è d'accordo?". Botta e risposta tra sindaco e rappresentanti della commissione.

Le motivazioni del sindaco

Il Comune di Buscate non ha partecipato al voto sul piano industriale di Accam, lo scorso 30 aprile. Piano che serve a tenere in piedi, almeno per il momento, la società. I motivi li spiega in commissione il sindaco, Fabio Merlotti: "La ragione per la quale Buscate ha deciso di non partecipare al voto è stata di questo tenore: poiché non vedo elementi che evidenzino il rientro in house, poiché inizialmente - anche se poi questa cosa è stata cambiata - sembrava che i comuni dovessero presentare garanzie fideiussorie per poter ottenere investimenti che servono a fare una serie di lavori sugli impianti che già era previsto fossero fatti, siccome cambia il mix di rifiuti che si gestiscono in questo periodo a vantaggio dei rifiuti ospedalieri, anche per le ovvie ragioni che conosciamo, siccome non è contemplata all'interno del piano una possibile partnership con le municipalizzate, il piano industriale così com'era non ci dava soddisfazione. Riconosciamo però il grande impegno e la competenza che ci sta mettendo il Cda, quindi non voleva essere una bocciatura del piano, che capiamo essere stato fatto in emergenza, senza poter disporre ancora di quegli elementi che consentono di andare nella direzione in cui vogliamo si vada. Senza voler sfiduciare il Cda, non potevamo accettare il piano industriale così come è stato presentato, anche perché noi da questo punto di vista siamo fermi al mandato che abbiamo ricevuto nel consiglio comunale ultimo nel quale abbiamo detto che per noi non deve andare oltre il 2021. Si attendono gli sviluppi. Ci attendiamo che il piano a breve possa essere adeguato in maniera tale da garantire il controllo pubblico, che si tenti di entrare in house e che si tenti di individuare una strategia per riconvertire almeno parzialmente l'impianto".

La posizione delle minoranze

Sulla scelta del sindaco si sono espresse tutte le minoranze. Sottolinea Monica De Bernardi (Buscate Possibile): "Capisco non voler sfiduciare il Cda, però se non si è d'accordo su questo piano industriale, si vota contro. Un piano industriale dove l'in house non c'è più, si fa cassa con i rifiuti speciali, non c'è più la chiusura, non c'è più conversione, non capisco perché non partecipare al voto e non votare contro". Sullo stesso tono anche Valeriano Ottolini (Obiettivo comune), che fa riferimento a un incontro su Accam tenuto a Magnago un po' di tempo prima rispetto alla votazione del piano: "La nostra posizione era chiara. Sarà sempre più difficile tornare in house, considerando che abbiamo anche perso alcuni comuni soci come Castano Primo e Vanzaghello. Inoltre, la gestione della società lascia a desiderare. L'unico spiraglio che ci poteva essere per uscire era il famoso terreno che almeno permetteva ad Accam di poter chiedere quel finanziamento per riaprire senza esporre i comuni. Che fine ha fatto?". E ancora: "Votare contro il Cda non vuol dire sfiduciarlo, vuol dire dare un'indicazione. Se noi vogliamo mantenere la gestione pubblica all'interno di Accam è giusto che il pubblico si faccia sentire anche votando contro. Se un piano è sbagliato e dannoso per i cittadini bisognava votare contro invece di lasciare la seduta".

La replica del sindaco e la questione del terreno

Merlotti non resta in silenzio e ribatte punto per punto, a cominciare dalla questione del terreno. In sostanza, durante una precedente assemblea a Gallarate, era stato proposto che il Comune di Busto Arsizio avrebbe potuto diventare socio di maggioranza, cedendo il terreno di cui è proprietario alla stessa Accam, inter scambiando il valore con le quote. L'aumento di capitale dato dal terreno avrebbe quindi permesso di salvaguardare i Comuni dalla possibilità di prestare garanzie fideiussorie. La soluzione è ancora sul piatto, bloccata momentaneamente dal Coronavirus: "La cosa è stata accettata da Busto Arsizio, il quale però prima dell'assemblea dell'altro giorno non ha avuto modo di mandare avanti tutte le verifiche tecniche che servono per capire come poter fare questa cosa". Merlotti fa riferimento inoltre alla sostituzione della formula in merito alle garanzie fideiussore. In sostanza, qualora ce ne fosse bisogno, i Comuni si impegnano a portare il tema in discussione in consiglio comunale. Merlotti ribatte anche sulla gestione: "Non concordo che la gestione attuale sia una gestione scarsa perché se noi giudichiamo unicamente una gestione dalla fotografia che si fa in un certo momento della situazione in qualche modo secondo me si sbaglia, nel senso che la fotografia è figlia anche di tutta una questione storica. Per giudicare una gestione, uno deve dire se c'è stato l'impegno e se le decisioni che sono state prese sono decisioni buone o se si potevano prendere decisioni migliori o se ci si poteva impegnare di più. Non penso sia un Cda scarso ed è un Cda su cui ho pochi dubbi rispetto alla trasparenza". E ancora: "Coltiviamo l'idea che le cose si aggiustino da sole. Abbiamo detto in più salse che è una cosa che abbiamo sul nostro territorio e nel momento in cui dovesse fallire - al di là degli aspetti economici - tu hai fisicamente un inceneritore sul tuo territorio e noi siamo uno dei comuni più interessati dal punto di vista logistico al governo dell'impianto; quindi abbiamo interesse che l'impianto mantenga il controllo pubblico e se la società dovesse fallire, questa è una garanzia che viene meno". Infine, un'ultima stoccata alle minoranze: "Sarebbe stato bello poter incassare il vostro parere e portare voce condivisa, se aveste fatto pervenire per tempo la vostra opinione, ma non c'è stata". In merito alle precisazioni del primo cittadino, che nel corso della Commissione ha più volte ribadito di non aver ricevuto feedback da parte dei gruppi di minoranza dopo aver mandato per tempo il nuovo piano industriale, Ottolini risponde: "Se avesse voluto sentire la nostra opinione, poteva convocare una commissione prima di andare a votare".


Sara Riboldi

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