Le difficoltà di lavoratori e aziende
Sindaci in campo

lettera

Sono giorni difficili per tutti i lavoratori, dipendenti, commercianti, PMI, i professionisti dei servizi educativi e socio assistenziali. Si riducono i clienti, gli ordini e di conseguenza si riduce il fatturato. Molti sindaci non restano indifferenti e scrivono ad Attilio Fontana, chiedendo di intervenire con il Governo affinché siano previste misure di sostegno. Anche gli autotrasportatori possono però avere alcune difficoltà. Raccontiamo la storia di una vicenda capitata a un autotrasportatore che aveva il compito di effettuare delle consegne in un'azienda del territorio.

Odissea di un autotrasportatore

Le precauzioni verso il coronavirus riguardano tutti, aziende incluse. Ma se le precauzioni riguardano gli ingressi alle aziende da parte degli autotrasportatore che si occupano di trasportare merci, quale impatto potrebbe avere per gli stessi? Ne sa qualcosa un autotrasportatore che aveva il compito di consegnare delle merci in un'azienda del territorio - che non nominiamo per rispettarne la privacy - e che si è trovato l'accesso sbarrato. Facciamo un passo indietro: come accade in molte aziende, gli autotrasportatori che devono consegnare o caricare merci si trovano spesso di fronte a una sbarra abbassata. Anche in questo caso, solitamente gli autotrasportatori scendono dal loro camion, superano la sbarra e si recano dal custode per comunicare il motivo della loro presenza in azienda e - una volta ricevuto l'ok - risalgono sul camion, entrano e si recano agli uffici preposti per il ricevimento o la consegna delle merci. Tutto normale. Con il diffondersi del coronavirus, però, qualcosa in questa azienda cambia. Per precauzione, viene deciso di precludere sia l'accesso principale per gli autotrasportatore sia gli accessi secondari. Inoltre, vengono posti dei cartelli che segnalano il divieto di accesso per gli autotrasportatori provenienti dalla ormai nota 'zona rossa'. Ma gli autotrasportatori che non provengono da questa zona e che devono solo fare il loro lavoro? Qui inizia l'odissea del nostro protagonista, che arriva e - come detto - si trova tutti gli accessi bloccati. Come risolvere la situazione? Con un giro di telefonate che gli permette di entrare. Ma una volta entrato nello spazio aziendale e salito agli uffici preposti per consegnare le documentazioni, si ritrova davanti a un'altra porta a vetri. Questa volta chiusa con una scrivania posta all'esterno, per evitare che gli autotrasportatori entrino fisicamente nella stanza adibita a ufficio; ingresso che però fino a poco tempo fa era 'tollerato'. Il nostro autotrasportatore, per farla breve, deve consegnare la documentazione attraverso una piccola fessura a dipendenti rigorosamente muniti di guanti. Dopo questa vicenda, l'azienda ha deciso di aprire almeno l'ingresso principale preposto per gli autotrasportatori, in modo da evitare l'attesa all'esterno. La scrivania che blocca la porta dell'ufficio, però, è rimasta!

Sindaci in campo

Intanto, molti sindaci del nostro territorio scrivono una lettera al presidente di Regione Lombardia. Recita la lettera: "(...) le chiediamo di farsi portavoce verso il Governo perché vengano previste misure di sostegno alle attività commerciali, in primis i negozi di vicinato, i piccoli esercizi e le PMI" che si trovano nella zona gialla. I sindaci dei nostri paesi, si sa, girano per il territorio e nella lettera sottolineano il fatto che abbiano notato che "la presenza dei clienti si sia ridotta al minimo e quindi gli equilibri economici degli esercenti, già spesso normalmente precari, siano destinati a diventare insostenibili nel medio lungo periodo. Anche le PMI vivono settimane difficili, con una riduzione drastica sia della fornitura di materie prime e componenti, sia degli ordini, con un riflesso economico negativo facilmente prevedibile e che va a colpire il cuore pulsante delle nostre economie locali. Riteniamo inoltre che debbano essere tutelati anche i tanti lavoratori e lavoratrici che ogni giorno garantiscono i servizi educativi e socio assistenziali nella nostra comunità (...)". Insomma, i sindaci si attivano per cercare di tutelare il più possibile le piccole attività commerciali del territorio. Nel frattempo ricordiamo che il Ministero del Lavoro è in costante contatto con i sindacati proprio per capire le azioni da mettere in campo. L'impegno dei sindaci è però una azione utile e incisiva per il nostro territorio. Nel magentino e nel castanese, la lettera è stata firmata al momento dai sindaci di Villa Cortese, San Vittore Olona, Santo Stefano Ticino, Mesero, Buscate, Dairago, Magnago, Rescaldina, Cerro Maggiore, Castano Primo, Corbetta, Bernate Ticino, Vanzaghello, Magenta, Turbigo, Nerviano, Abbiategrasso, Inveruno, Nerviano, Parabiago, Nosate, Arconate, Robecchetto con Induno e Busto Garolfo. Condivide anche il sindaco di Casorezzo, che domani si attiveràper sottoscrivere il documento.

AGGIORNAMENTO: La giunta di Regione Lombardia, su proposta dell'assessore allo Sviluppo Economico, mette 15 milioni del bando 'Faber' a disposizione di micro e piccole imprese manifatturiere, edili e artigiane per investimenti produttivi attraverso l'acquisto di nuovi macchinari, impianti di produzione e attrezzature in adeguati programmi di investimento aziendali. Sono ammissibili investimenti innovativi in impianti, macchinari e attrezzature. Gli interventi devono essere realizzati unicamente presso la sede operativa ubicata in Lombardia. Se le unità produttive, in Regione sono più di una, l'impresa dovrà sceglierne una sola e indicarla in fase di domanda. Ciascuna azienda potrà presentare una sola domanda. Per l'assegnazione delle risorse si prevede la pubblicazione di un bando attuativo da parte di Regione Lombardia. Gli interventi dovranno essere realizzati e rendicontati entro il 16 dicembre 2020.


Sara Riboldi

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