PizzAut: l'inclusione è protagonista

Pizza Aut Pizze

Un luogo dove stare bene. E' questo il meraviglioso progetto di 'PizzAut, Nutriamo l'inclusione', che ha l'obiettivo di realizzare una pizzeria gestita da ragazzi autistici affiancati da esperti nel campo dell'educazione, della riabilitazione e della ristorazione. Procede la costruzione del locale a Cascina De Pecchi che dovrebbe venire pronto alla fine dell’anno e i ragazzi continuano a fare eventi di raccolta fondi perfezionando apprendimenti e modalità di lavoro.

La nascita di PizzAut

Nico Acampora, alla guida del progetto, di professione fa l'educatore. Un mestiere impegnativo, che porta gli educatori a mettersi continuamente in gioco per guidare loro stessi e i loro ragazzi nel difficile percorso che porta all'autonomia. Quell'autonomia piena e consapevole che affonda le sue radici nel greco e che sottolinea la capacità di guardare le cose con un proprio sguardo. PizzAut nasce da una serie di incontri tra le famiglie dei giovani autistici ai quali Nico partecipa. Non è un 'dopo di noi' quello che interessa a Nico e agli altri genitori, ma è piuttosto un 'durante noi'. Il punto è chiaro: i ragazzi autistici possono lavorare. E dopo una serie di riflessioni, a Nico scatta l'idea: una pizzeria gestita da ragazzi autistici.

Pizza Aut si fa conoscere

Ma il progetto va oltre. Non è solo un luogo per favorire l'inclusione dei giovani autistici al mondo del lavoro. Piuttosto PizzAut può essere considerato un progetto per un luogo che abbraccia tutti: i giovani autistici ma anche le persone che li affiancano e le persone che costituiscono la clientela. Dalla teoria alla pratica il passo è breve. Il 'primo assaggio di PizzAut' inizia a Cernusco sul Naviglio (MI) lascia presto il posto a tanti altri 'assaggi', che abbracciano e accolgono le persone che vanno a provare le pizze della squadra di PizzAut. I ragazzi di PizzAut hanno preso parte anche al noto programma televisivo trasmesso su Canale 5 Tù Sì Que Vales, arrivando in finale. Sono stati in Parlamento preparando un pranzo per gli onorevoli insieme al Tortellante.

"Per un altro essere umano ho un senso"

"Noi seguiamo la logica del fare adesso - spiega Nico Acampora - Tutti gli eventi sono pensati nell'ottica di stare bene, poiché il tempo è importante, sia quello dei ragazzi sia quello delle persone che vengono", che siano famiglie con ragazzi autistici o famiglie che l'autismo non lo conoscono. Ecco allora che l'idea è di regalare a tutti una cosa preziosissima: il tempo. Un tempo lento, che dona la possibilità di parlare e di ascoltare. Perché, come sottolinea spesso Carl Rogers nel suo 'Un modo di essere', l'ascolto pieno degli altri porta l'altra persona a ritrovarsi e a dire: Ecco. "Per un altro essere umano ho un senso". E questo è un regalo che tutti vorrebbero avere.

Conoscere l'autismo

L'autismo è un disturbo organico che presenta diversi gradi di gravità e che è causato da una predisposizione genetica in parallelo a potenziali fattori di rischio ambientale. I sintomi variano da persona a persona ma in generale le persone che soffrono di disturbo dello spettro autistico presentano difficoltà nella comunicazione: alcuni possono parlare poco, altri non parlare affatto o parlare troppo. Inoltre, hanno difficoltà a interpretare il comportamento degli altri, tendono a evitare lo sguardo e il contatto fisico, a non usare la gestualità, a ripetere frasi sentite da altri e raramente sviluppano comportamenti prosociali, per esempio tendono a non condividere l'interesse per qualcosa. Spesso i loro comportamenti sono ripetitivi e le loro abitudini rigide, per esempio andare a letto sempre alla stessa ora o mangiare sempre le stesse cose. Possono anche avere difficoltà nel riconoscere le emozioni degli altri o a manifestare le proprie in modo tutto loro. Possono anche avere una maggiore sensibilità agli stimoli sensoriali esterni ( o a ricercarne) e difficoltà a modificare il loro comportamento in base alle circostanze. Ma spesso presentano talenti straordinari: per esempio particolari abilità nel settore della tecnologia, in tutti quei mezzi che richiedono sequenze di azioni precise come per esempio i software di un pc. Oppure abilità particolari nel disegno, nella musica o nel calcolo.

Inclusione protagonista

Insomma, le caratteristiche delle persone che soffrono di autismo non devono essere considerate un problema o abitudini da sradicare, quanto piuttosto tratti da valorizzare. Il loro è uno sguardo differente sul mondo, senza menzogne, senza falsità e senza preoccupazioni per il giudizio altrui. Hanno i loro tempi, il loro modo di agire. Accogliere loro vuol dire accogliere noi stessi, rispettare i loro bisogni significa rispettare anche i nostri, ormai spesso abbandonati nella frenesia della società moderna. La parola d'ordine è una sola: inclusione. Una inclusione che riguarda tutti: autistici e non autistici. Insomma, l'ascolto di noi stessi e dell'altro emerge con tutta la sua forza. E i ragazzi di PizzAut ne sono la dimostrazione.


Sara Riboldi

Condividi questo articolo su: