Arriva il contamonete intelligente per gestire i centesimi

Davide Caiafa Centy

Molti centesimi in circolazione sono spesso inutilizzati, causando di fatto disagi all’economia nazionale e a tutti quei settori che invece delle monetine hanno bisogno.  Ora però le cose stanno per cambiare. È in arrivo, infatti, un contamonete intelligente che risolverà il problema dei centesimi inutilizzati e che sarà gestito da remoto tramite App. A inventarlo è stato Davide Caiafa, classe 1977, di Magnago. Lui e Lorenzo Vidoz hanno dato vita a Centy, una startup innovativa (incubata da Digital Magics, incubatore di startup digitali quotata in borsa) e che ha l’obiettivo di reinserire nel sistema economico decine di milioni di euro in monete di piccolo taglio. La macchina sarà presente negli aeroporti, nei centri commerciali, nei supermercati e in tutti quei posti dove c’è la necessità dia vere monete. Grazie all’applicazione di Centy sarà in grado di riconoscere l’utente, che avrà la possibilità di convertire le monetine in denaro virtuale che potrà accreditare dove meglio crede; le monete inserite nella macchina serviranno, invece, alle esigenze dello spazio in cui il contamonete è fisicamente presente. Si tratta, insomma, di una grossa opportunità per cittadini, aziende, Grande Distribuzione Organizzata, Zecca dello Stato. Davide è già titolare di un brevetto italiano nel settore design/sicurezza, il ‘Fermachiave’, un dispositivo antiscasso. La startup innovativa fondata da Davide Caiafa e Lorenzo Vidoz ha appena chiuso un aumento di capitale di 250.000 euro e realizzerà tre prototipi di contamonete entro il 2018, testati in tre città italiane.

Davide, da dove nasce l'idea?

La mia peculiarità è quella di essere attento al problem solving, sono portato a cercare soluzioni. Così era successo in passato con il fermachiave. Questa volta ho constatato che avevo in casa un po’ di centesimi accumulati e ho iniziato a ragionare: se io ho un paio di euro in casa bloccati e in Italia siamo circa 60 milioni, tutte le monetine bloccate in casa diventano facilmente qualche decina di milione di euro, se non di più. Questo è un problema che comprende tutta l’Europa economica: dove c’è l’euro ci sono centesimi che spesso non sono utilizzati. Mi sono reso conto che il problema era molto sentito sia a livello nazionale sia a livello europeo e che i numeri fossero impressionanti. A oggi ci sono circa 180 milioni di euro bloccati nelle case degli italiani che non girano nell’economia. Dal 2002 a oggi sono state coniate monete da 1 e 2 centesimi per un totale di 46 miliardi di pezzi che tutti insieme pesano come una nave da crociera. Senza dimenticare gli ingenti costi: la Zecca deve coniare le monete e costa circa 30 milioni di euro all’anno; poi le immette nel sistema economico ma la gente le blocca in casa perché non le usa; così la Zecca è costretta a riconiarle per rimetterle in circolazione. È un cane che si morde la coda. Se da un lato c’è una categoria di persone che non percepiscono più le monete come denaro, dall’altra parte ci sono categorie che invece ne hanno fortemente bisogno e che a volte devono anche pagare un servizio di rifornimento di monete. Parlo della GDO (Grande Distribuzione Organizzata, ndr) o delle aziende che trattano anche piccole cifre ma che hanno bisogno di queste monetine. Quindi mi è venuta l’idea di creare un collegamento tra le persone che percepiscono le monetine come un fastidio e chi invece ne ha bisogno. Ed è nata questa macchina.

Come funziona il dispositivo?

La macchina si presenta come un contamonete classico a connessione bluetooth ma è gestita totalmente da remoto, collegandosi dallo smartphone. Il dispositivo è posizionato in un luogo dove c’è bisogno di monete: un supermercato, per esempio. Il cliente arriva, apre l’applicazione e si posiziona davanti alla macchina, che lo riconosce. A questo punto lo sportellino si apre in automatico e l’utente inserisce le monetine. Lo sportello si chiude e il cliente dallo smartphone avvia il conteggio. Tutta l’operazione dura qualche secondo. Una volta che la macchina ha calcolato l’importo, chiede dove accreditarlo: può essere bancoposta, conto corrente, ricarica telefonica etc; saranno gli utenti a decidere dove vogliono che vada a finire questo denaro. Possono scegliere anche di devolvere la cifra in beneficenza: vorrei che questo aspetto si diffondesse, visto che tante persone ne avrebbero bisogno. Quello che si crea è un circuito chiuso: le monete restano dove servono. Il concetto di Centy è che trasforma il denaro fisico in denaro virtuale. La tendenza della tecnologia sta andando in quella direzione. Io penso che tra vent’anni il denaro fisico quasi non ci sarà più ma oggi c’è. Diciamo che noi siamo l’anello di congiunzione tra analogico e digitale. Questo sta piacendo molto alle persone che incontriamo perché quando si parla di startup innovative, tendenzialmente si parla di applicazioni. Invece, in questo caso si tratta di un’App che integra una macchina fisica, andando un po’ contro tendenza.

Quali difficoltà hai incontrato?

Non è stato facile. Intanto riuscire a essere incubato da Digital Magics: la nostra startup è stata selezionata tra circa 2.500 idee ma io arrivavo non con numeri ma con prospettive da valutare. L’idea è piaciuta, il mio socio Lorenzo – che ora è direttore commerciale – ha creato il business plan e Digital Magics ha creduto nel nostro progetto. Marco Guarna e Luigi Carabiniere hanno supportato la crescita della startup sia dal punto di vista tecnico sia da quello burocratico, permettendoci di dialogare con marchi importanti, cosa praticamente impossibile per una startup neonata. Poi c’è stata la difficoltà di pensare la macchina in maniera tale che vada a risolvere tutti i problemi annessi e connessi alla gestione del denaro sia in chiave tecnica sia in chiave burocratica e legislativa. Si parla di grosse cifre ma divise in piccoli tagli: mettere in piedi un servizio che giustificasse questa movimentazione non è stato facilissimo. Altro fattore è il tempo: io lavoro in un’azienda e ho una famiglia: tutto questo l’ho fatto nei ritagli di tempo.  Diciamo che ho dormito poco però ho prodotto tanto!

E per quanto riguarda la sicurezza?

Abbiamo la certificazione europea. La macchina è certificata per oltre un milione di conteggi. Quindi non ci sono problemi di numeri e il sistema di sicurezza è blindato. Inoltre, la macchina invia una ricevuta via mail s dell’operazione effettuata, a certificazione dell’avvenuto accredito.

Qual è l’obiettivo finale?

Ripetere il percorso in chiave europea, dove ci sono i centesimi!


Sara Riboldi

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